Il successo del partito "alle urne subito", tra le tante iniziative leÂgislative e i progetti stroncati, ha fermato anche l'unica speranza di riforma che non era stata definitivaÂmente impallinata dai veti clericali: quella sul testamento biologico. Gli uniÂci avanzamenti concreti sul piano dell'autodeterminazione del paziente e delÂla libertà , tanto delle scelte di fine vita quanto di quelle di procreazione, sono arrivate in questi mesi dai pronunciaÂmenti - o mancati interventi - della magistratura su casi individuali come quelli di Welby, Nuvoli, Englaro, oppure sui riÂcorsi di pazienti affetti da malattie geneÂtiche che volevano accedere alla feconÂdazione assistita. I giuristi che hanno seÂguito direttamente quelle vicende ne discutono in occasione del sesto congresso dell'associazione Coscioni a Salerno dal 15 al 17 febbraio, insieme a personalità politiche e parlamentari di enÂtrambi gli schieramenti. Il congresso caÂpita a meno dì due mesi da elezioni che sembrano destinate a regalarci un ParlaÂmento ancora più ostile dell'attuale all'aÂpertura di nuovi spazi di libertà e responsabilità individuali nel campo della scienza, delle cure e dei diritti civili. Il riÂschio è quello di passare dalla fase di paralisi a una dì vero e proprio controriÂformismo etico, già scatenatosi con la cosiddetta "moratoria" sull'aborto e le probabili liste di Giuliano Ferrara, che avrebbero come riferimento programÂmatico quello della tutela della vita «dal concepimento fino alla morte naturale» - dove per "naturale" si intende probabilmente quella morte in mezzo ad atroci sofferenze che si voleva imporre a Welby - e come riferimento poliÂtico-istituzionale non soÂlo l'Italia, ma l'Europa e le Nazioni Unite. Che il terreno di sconÂtro non fosse limitato alla politica italiaÂna, lo aveva capito anni fa proprio Luca Coscioni che nel 2001 ottenne come candidato radicale il sostegno di decine di premi Nobel di ogni continente. I PreÂmi Nobel attorno a Luca divennero un centinaio con la campagna, lanciata in occasione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca del 2002, contro il proibizionismo mondiale sulle staminali embrionali voluto dal Vaticano in sede Onu. Oggi, la preparazione di un nuovo appuntamento transnazionale per atÂtrezzarsi contro i "fondamentalisti di tutto il mondo uniti" è la priorità obbliÂgata dell'associazione, che deve rinnovaÂre il lavoro comune con scienziati e poliÂtici di altri Paesi. L'associazione Coscioni a cui sono iscritti parlamentari di ogni colore, è anche uno dei soggetti fonÂdatori della Rosa nel Pugno, e il congresÂso cade in giorni decisivi per le alleanze elettorali del soggetto radicale. Anche per chi sta nel Partito democratico con posizioni, su questi temi, molto lontane dalle nostre, il motto dell'associazione - «dal corpo dei malati al cuore della poliÂtica» - dovrebbe rappresentare la garanÂzia di un approccio non ideologico per cercare risposte a domande che molto concretamente si impongono nella vita di ciascuno. Senza dubbio non rinunciaÂmo a partire da un punto fermo : la legge non è strumento per affermare un'etica di Stato, ma per regolare i rapporti tra le persone imÂpedendo abusi e violenze. Prima ancora di impeÂgnarci per riformare le legÂgi, ci battiamo perché siaÂno davvero rispettate. AnÂche con questo spirito, abbiamo ripreso con Mina Welby, Rita Bernardini e altri compagni il digiuno di dialogo con il ministro della Salute livia Turco, per chiedere che finalmente si interrompaÂno i 6 mesi di illegalità sul mancato rinÂnovo delle linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Se è vero che in questa legislatura non abbiamo ottenuÂte le riforme sperate, siamo però ancora in tempo almeno per gli atti dovuti.