La rottura fra Casini e Berlusconi fa dire a Fausto BertiÂnotti che «sì, il risultato delle elezioni ora è aperto». La partita è più incerta, diminuiscono i partiti, ma aumentano, rispetto al 2006, i candidati premier. Quello della Sinistra arcobaleno, Bertinotti, gioca sul suo terreno ma di fronte alle candidature nuove del Pd non si tira indietro e commenta con un certo sarcasmo. Se Walter Veltroni candida insieme l'opeÂraio sopravvissuto al rogo della Thyssen-Krupp e l'imprenditore Matteo Colaninno, «uno è di troppo», dice Bertinotti. «Noi — spiega — dobbiamo stare da una parte sola: quella dei lavoratori e delle lavoratrici nel conflitto soÂciale».
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Era inevitabile un confronto tra chi era alleato fino a venti giorni fa e condivideva l'esperienza del governo Prodi: Bertinotti precisa cosi che Sinistra Arcobaleno e Pd sono «in forte competizione», ma spiega anche che «dobbiamo rendere chiari i termini di questa competizione». «Non credo si debba tornare ai vecchi modelli di fratelli-coltelli - specifica - ma dobbiamo dimostrare che, pur avendo in comune con il Pd l'idea di sconfiggere la destra, abbiamo un'altra idea di sinistra». In effetÂti il presidente della Camera critiÂca l'idea di alternativa alla destra emersa dall'assemblea costiÂtuente Democratica. «Il Pd — atÂtacca — vuole sconfiggere la deÂstra avendo come idea centrale quella della crescita. A Walter vorÂrei dire amichevolmente: ma ti pare nuovo il tema della crescita? Ti pare nuovo partire da un tema criticato negli ultimi vent'anni?». Ma non è alla Sinistra che in queste ore guarda Veltroni. Vuole chiudere il puzzle delle alleanze e trovare un accordo con i radicali. Ieri il coordinatore del Pd e bracÂcio destro del segretario Goffredo Bettini ha visto di nuovo Marco Cappato. Ci sono spiragli per un accordo. Oggi Veltroni manderà un impegno scritto alla sede radiÂcale per aprire le liste del Pd ai rappresentanti del partito di Pannella. Non per un apparentamenÂto, dunque, ma in quel documenÂto ci sarebbero le garanzie di alÂcune candidature (cinque), di un posto da capolista per Emma Bonino con la prospettiva di avere un ministero nell'eventuale goÂverno Veltroni o una presidenza di commissione se il Pd andrà alÂl'opposizione. Poi, punto chiave per i radicali, si promette una visibilità in televisione perché Cappato lo ha spiegato a Bettini: «Noi non vogliamo e non possiamo sparire». E nel patto è previsto una sorta di allegato al programÂma veltroniano da firmare solo con i radicali su giustizia, econoÂmia e riforme istituzionali. In sostanza, i radicali avrebbero marÂgini di manovra su altri temi, coÂme i diritti civili e quelli etici. Il Pd pone una condizione, a questo punto: un sì o uno entro stasera. Anche il più strenuo difensore dell'identità radicale e del simboÂlo, Marco Pannella sembra più disponibile all'intesa. «I margini sono da creare ma dobbiamo tenÂtare fino alla fine, con il Pd bisogna negoziare», ha detto Pannella al congresso dell'associazione Luca Coscioni.
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