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Pd-Radicali, intesa più vicina Bonino capolista e no a Pannella

• da Corriere della Sera del 18 febbraio 2008, pag. 15

di Gianna Fregonara

L’annuncio è previsto entro stasera, se Marco Pannella e i suoi radicali scioglieranno l’ultima riserva. Alle 12 il plenipotenziario di Walter Veltroni, Goffredo Bettini, invierà per iscritto la bozza finale di accordo: il Partito radicale rinuncerà al simbolo, cioè all’apparentamento, e alla candidatura del suo leader Marco Pannella. Ma non alla visibilità. Emma Bonino sarà capolista del Pd in una circoscrizione del Nord, oltre ad avere un posto sicuro nella squadra veltroniana in caso di vittoria. Per altri due radicali sono previsti incarichi istituzionali (presidenza di commissione, segretario d’Aula o vicequestore), dopo le elezioni. Il testo contiene anche un documento coni temi che giustificano l’accordo: giustizia, riforme istituzionali ed economia. Nessun riferimento ai temi eticamente sensibili.

 

Pannella, rappresentato nell’incontro informale a casa Bettini da Marco Cappato e Maurizio Turco, ha chiesto di mettere nero su bianco tutti i particolari e dunque non solo il numero dei candidati (7 0 8 i posti sicuri, sui nomi si sta trattando) ma anche la collocazione in lista e, soprattutto, gli spazi tv in campagna elettorale e gli incarichi nel prossimo Parlamento. Perché questo è il suo cruccio: non sparire, non essere cancellati in nome della semplificazione. Valuteranno oggi, forse ci sarà ancora qualcosa da mettere a punto, ma perla prima volta il clima sembra. «Ci auguriamo che si chiuda l’accordo, aspettiamo il testo», ha detto ieri sera Pannella. «Vedo che loro hanno molta fretta, ma poche ore potrebbero non bastare». È una questione politica, ma anche un problema economico, di salvare il partito, che se dovesse invece andare da solo dovrà superare il 4 per cento per poter avere accesso al Parlamento (finora lo ha superato una sola volta). Lo ha spiegato ieri mattina Pannella, intervenendo alla chiusura del congresso dell’associazione Luca Coscioni a Salerno, in un discorso che ha definito «il più importante della mia vita». Un discorso accorato in cui ha elencato tutte le ragioni per cui i radicali dovrebbero mantenere il simbolo in quanto alternativi al centrodestra ma anche diversi dal centrosinistra. Ma ha anche fatto capire che è il momento della trattativa ad oltranza, perché non si può andare avanti solo con gli appelli degli intellettuali e le pagine a pagamento: «Non capisco perché non vogliano i nostri voti, che sono voti che servono a Veltroni». Certo, farlo eleggere al posto di Berlusconi «avrà un prezzo».

 

Il prezzo è la visibilità, il non essere umiliati. Ma anche per i radicali non sparire ha un costo: «Bisogna negoziare, tentare fino alla fine, concludere quello che si può concludere ha spiegato - perché il momento è grave e la metà del denaro che ci entra è quello degli otto eletti che abbiamo». A rischio, ha detto Pannella, ci sarebbe la sopravvivenza stessa di Radio Radicale, oltre che della tradizione. Dunque, niente lista Bonino. Al simbolo i radicali, a certe condizioni, lo dicevano già ieri in modo informale, potrebbero anche rinunciare. E a Pannella? Per il leader radicale, che nel quartier generale del Pd ritengono una personalità troppo ingombrante per una lista all’insegna dei rinnovamento, sarebbe pronta la conferma all’Europarlamento l’anno prossimo. Lui intanto annuncia che raccoglierà firme per il Pci di Ferrando. «Ci saranno delle esclusioni e delle rinunce anche dentro il partito, per i limiti di età e di mandato», giustificano l’intransigenza su Pannella, che insieme a Sergio D’Elia è un nome apertamente non gradito. La replica di Pannella è netta: «Me ne sbatto». 


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