Dopo due giorni di riunione all’hotel Ergife, i Radicali dicono si all’unanimità alla proposta del Pd, che accoglierà nelle proprie liste nove dirigenti del partito di Largo di Torre Argentina. Sì, scandisce, Marco Pannella, ma a un patto: si metta tutto nero su bianco al massimo entro tre giorni. Per evitare possibili brutte sorprese, osserva Pannella, «bisogna fare come alle fiere abruzzesi», quando insomma, dopo un’offerta e una controproposta si chiude.
 I radicali, rivendica il vecchio leader, si sono visti dire no alla loro prima scelta, quella di correre alleati al Pd («e se poi si perde di 200-300mila voti avverte - chi è causa del suo mal...»), E poi, hanno rinunciato alle candidature sua e di Sergio D’Elia, anche se Pannella puntualizza che «sbaglia chi pensa che abbiamo fatto un passo indietro». Due prezzi alti da pagare, ma necessari a stringere per evitare di essere «assassinati».
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E, in effetti, l’esigenza di realismo politico è stato il filo conduttore della due giorni all’Ergife. Ora, però, pungola Pannella, va tutto messo nero su bianco e un segnale che si voglia accelerare viene anche dalla riunione convocata con i suoi subito dopo la fine delle assise per perfezionare l’accordo. Intanto, a Paola Binetti, che nei giorni scorsi si era detta «preoccupata» dell’intesa con i radicali e della candidatura di Umberto Veronesi, Pannella manda a dire che lui e i suoi sono stati «i primi e gli unici a candidare una suora» e che c’è una bella fetta di cattolicesimo liberale che con loro correrebbe volentieri. In effetti, la ‘questione cattolica’, dopo l’intesa con i radicali continua a tenere banco dentro e fuori dal Pd. Ed è scontro. sull’ipotesi che Silvio Viale, medico che ha fatto della questione della pillola abortiva Ru486 una sua bandiera, entri nel gruppo dei nove dirigenti radicali ospitati nelle liste democratiche.
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Il Pd mette subito i paletti, con Piero Fassino da un lato e Rosy Bindi dall’altro che puntualizzano che, Viale o chiunque sarà  candidato, dovrà accettare e sottoscrivere il programma.
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Ad ogni modo, se il ginecologo torinese si è detto «a disposizione del partito», la sua candidatura è improbabile visto che i radicali considerano coperto quel fronte di iniziativa politica dalle candidature di Maria Antonietta Farina Coscioni e Mirella Parachini, Quest’ultima, compagna storica di Marco Pannella, è data infatti per quasi certa tra i candidati. A questo punto la rosa dei nomi dovrebbe comprendere i cinque deputati uscenti: Emma Bonino, Maurizio Turco, Bruno Mellano, Marco Beltrandi e Donatella Poretti ai quali si andrebbero ad aggiungere la Parachini e la Coscioni, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti.
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Sei donne su nove. Difficile che entri invece il segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, che sarebbe costretto a lasciare l’europarlamento. Ma, qualunque sia l’elenco, i radicali non sono disposti a rinunciare alla propria identità . Di fronte alle preoccupazioni emerse in questa due giorni, uno dei messaggi è che Pannella e i suoi non hanno intenzione di annacquarsi o omologarsi. Lo ha detto ieri Emma Bonino, lo ribadisce Rita Bernardini, replicando implicitamente a Rosy Bindi che aveva detto «vorrei la Bonino come ministro e non come radicale». A chi tenta questo giochetto «della santa Emma che si accompagna con i puzzoni», Bernardini risponde che i radicali faranno di tutto perché «a Emma venga restituita la sua storia e a noi radicali quella parte che di Emma si vuole amputare».Â