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La realtà virtuale

• da Prima Comunicazione del 19 marzo 2008, pag. 38

di Massimo Teodori

E se Marco (Pannella) e Giuliano (Ferrara) fossero dei gemelli siamesi uniti da un ego iperbolico che ne soffoca la linfa vitale posseduta da entrambi in dosi massicce? Pare che non riescano più a confrontarsi se non con missioni impossibili - il mondo, l’etica, la vita e la morte - che solo loro possono portare a termine.

 

I bambini muoiono di fame nel Terzo mondo: ecco che Marco ne deve salvare qualche milione. In Cina e India si compiono cinquanta milioni di aborti: ecco che Giuliano parte in quarta per sconfiggere l’assassinio di massa. La parola ‘strage’ è divenuta ossessiva: ‘strage per fame nel mondo’, ‘strage dell’eugenetica’, ‘strage dì legalità’, ‘strage di un miliardo di bambini non nati’. Se Marco è riuscito a ottenere la moratoria sulla pena di morte, perché Giuliano non può ottenere la moratoria sull’aborto?

 

Genialità e generosità personale o sconfinata presunzione esistenziale? Giuliano e Marco vivono, ormai, solo del rapporto tra il loro ego e il mondo. Marco: sciopero della fame e della sete per far rispettare i patti sui candidati radicali nel Pd? Macché! t in gioco il ‘Primo Satyagraha mondiale per la pace’, per la democrazia, la libertà e la giustizia: Medio Oriente, israeliani e palestinesi, Tibet, Uiguri e Falun Gong, Taiwan, Olimpiadi in Cina... Giuliano: crociata antiabortista per rivedere la legislazione sulle donne? Macché! È un imperativo di coscienza per la battaglia culturale del secolo contro l’eliminazione delle femmine in Cìna, le pratiche eugenetiche, e il supermarket tecnologico della specie.

 

Si resta muti di fronte a così sconfinati obiettivi che hanno già visto all’opera le ideologie totalitarie del XX secolo. I gemelli impossibili hanno a che fare solo con le più alte autorità morali e religiose del nostro tempo. Se Pannella stringe la mano a Karol Wojtyla in un’udienza con Emma Bonino e si inorgoglisce del rapporto speciale con il Dalai Lama, Ferrara coltiva un rapporto da pari a pari con Benedetto XVI che ne riprende gli argomenti e parla amichevolmente a Santa Maria Liberatrice.

 

Ma l’ego ipertrofico non è tale se non è salvifico. Quante volte Marco ha dichiarato che la felicità consiste nel lavorare per lui alle sue buone cause; e quante volte Giuliano ha ripetuto che la crociata  antiabortista serve a restituire il buonumore e l’amore! Per Marco bastava che i peggio delinquenti e i più incalliti partitocrati prendessero la tessera del Partito radicale per essere redenti. Per Giuliano bastava l’outing sul Foglio di un qualsiasi Pio Pompa per togliere i peccati al peccatore.

 

Marco e Giuliano hanno però anche un cuore e una mente sconfinati. Marco ha lanciato le sacrosante battaglie esistenziali di Luca Coscioni e Piergiorgio Welby. Interrogato sul perché di tante sfide radicali estreme, risponde: "Fai quel che devi, avvenga quel che può". Giuliano si è commosso per il film della ragazza sedicenne americana che ha deciso di portare a termine la sua gravidanza. Richiesto del perché dalla lista No Aborto, risponde: "Quando c’è un impulso di coscienza rettamente formato bisogna proseguire".

 

Il bagno delle folle televisive si deve sempre accompagnare allo splendido isolamento, altrimenti le missioni impossibili sarebbero inquinate dalla logica politica. Giuliano sa benissimo che la sua lista prenderà qualche spicciolo mettendo a repentaglio la causa stessa antiabortista, ma è più importante che nel frattempo sia divenuto il super testimone dei credenti: "Che importa avere qualche deputato a Montecitorio di fronte al trionfo dell’idea?". Anche Marco non è interessato alla politica se non alla sua personale, per cui esorcizza come la peste il successo del Partito radicale, smontandolo ogni volta con astuzia e violenza: "Che volete che conti avere oggi sei o nove eletti radicali di fronte al Satyagraha mondiale?".

 

I sentimenti reciproci dell"ateo devoto’ e del credente in altro’ ondeggiano dal rispetto al disprezzo, dalla stima al discredito. Ma oggi che si rispecchiano l’uno nelle missioni impossibili dell’altro, non si risparmiano frecciate. Marco a Giuliano a Radio radicale: "E un disperato, un menzognero e un demagogo". E Giuliano a Marco sul Foglio: "Tutta la nobiltà pannelliana stavolta sfiora pericolosamente la pernacchia... Roba da pernacchia universale". 



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