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Mio marito Luca Coscioni e l`ideologismo familista

• da La Repubblica del 22 marzo 2008, pag. 30

Maria Antonietta Farina

Roma

CARO Direttore, Francesco Merlo si dice contrario a che il Parlamento «discuta se e come aiutare la gente a morire» ; pensa «con orrore alla ferocia italiana di un duello legislativo sull’eutanasia». Tranquillizzi pure Merlo: il passato Parlamento non ha voluto correre rischi, ha perfino rifiutato di avviare una semplice indagine conoscitiva sul fenomeno dell`eutanasia clandestina.
Rispetto l’opinione di Merlo, ma sono convinta che sia preferibile una legge, rigorosa, con limiti certi, piuttosto che l’attuale anarchia: il "si fa, ma non si dice", che si affida alla coscienza di medici ed infermieri per decidere se e quando una sofferenza diventa intollerabile.
Merlo sostiene anche che non è questione di leggi, ma di ideologia; e mi chiama in causa, insieme ai miei compagni radicali che saremmo intrisi di "ideologismo familista". Si chiede: «Io che ho votato Coscioni perché dovrei votare la signora Coscioni?». E perché la vedova Welby?

Merlo e "Repubblica" potrebbero trovare le risposte se decidessero di conoscere le mie ragioni e quelle di Mina e chiederci perché abbiamo accettato la candidatura. Magari scoprirebbero che siamo "anche" vedove.
Con Luca, in vita, ho condiviso e partecipato, sostenuto le sue battaglie. E anche ora che il corpo di Luca non c’è più, c’è sempre l’impegno di operare e agire insieme agli altri, vecchi e nuovi compagni radicali. Tutto ciò mi sembra naturale, mentre viene chiamato a sproposito proprio l’“Ideologismo familista". Se Merlo venisse per qualche ora a trovarci in Via di Torre Argentina, sono convinta che avrebbe più di un motivo per ricredersi.


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La trasmissione dei valori attraverso il vincolo organico (diretto o acquisito), il seggio che l`onorevole Totò Cardinale passa alla figlia, le tante "mogli di" e i tanti "parenti di" messi in lista, le cattedre universitarie, i posti in banca... insomma la logica del cognome - il familismo - è un dato costitutivo del costume italiano che, per gli aspetti più deteriori, certamente non riguarda la signora Coscioni, ma la assedia.
So bene che la signora non è come loro, ma è difficile negare che c’è un’aria di famiglia tra l’eredità che la signora rivendica e le opportunità familistiche che tanti altri colgono. Proprio perché amo i radicali e le loro battaglie, mi aspetterei che l’abbattimento della cognomocrazia fosse un loro obiettivo.             (f. M.)



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