Signor presidente Prodi, quando la corporazione degli autotraÂsportatori organizzò il blocco nataÂlizio dell'Italia, il suo governo imÂpiegò poche ore a trovare le ingenÂti risorse per saziare i rivoltosi. Non sono invece bastati sette anni per un atto dovuto di rispetto per le persone disabili.
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 E cioè il rinnovo del "nomenclatore", cioè l'elenco delle strumentazioni che lo stato fornisce per il superamento di disabilità . Evidentemente la "colpa" di questi cittadini è quella di non essere fisicamente in grado di riunirsi in corporazione per bloccare strade e aeroporti, o ricattare entrambi gli schieraÂmenti.
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Il "nomenclatore" è fermo dal 1999, noÂnostante la legge preveda sia rinnovato al massimo ogni tre anni. Durante il decennio trascorso, il progresso ha fatto passi da giganÂte nelle strumentazioni per la comunicazioÂne, come quelle die consentirono a Luca Coscioni e Piero Welby di fare lotta politica nonostante la prigione di un corpo muto e immobile. Sarebbe stato sufficiente rispettaÂre la legge e aggiornare gli elenchi, ma in Italia i termini di legge sono davvero obbligatori solo per i cittadini, mentre per lo stato sono facoltativi.
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E così, dopo cinque anni di inerzia del governo Berlusconi, il ministro della salute Livia Turco ha messo in piedi una commisÂsione governativa, che ha lavorato per due anni. Il risultato è stato consegnato alla ConÂferenza stato-regioni, con un pubblico impeÂgno da parte del ministro di arrivare a una decisione il 6 marzo scorso, rinviata poi al 20. In quella data, con un capolavoro di impreÂparazione, la decisione è stata rinviata ancora. Pare il governo abbia scoperto, dopo sette anni, un problema di copertura finanziaria, relativo a cifre ridicole se comparate a quelle elargite agli autotrasportatori.
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Come i cittadini disabili, anche i portatoÂri di malattie geneticamente trasmissibili non sono organizzati per la rivolta di piazza e le clientele. Sarà per questo che da otto mesi le linee guida della legge sulla fecondazione assistita sono scadute - e le precedenti non sono nemmeno più in vigore, perché annulÂlate dalla magistratura - senza che il ministro Turco abbia provveduto a rinnovarle. Nel frattempo, i malati sono privati delle garanzie giuridiche sulla fecondazione e l'analisi geneÂtica pre-impianto. Un esempio: Barbara S. - con la quale posso metterLa in contatto - ha un figlio di pochi mesi, affetto da atrofia muÂscolare spinale, condannato a morire per soffocamento nel giro di poco tempo. BarbaÂra e il marito sono portatori sani. Vorrebbero un altro figlio, e si preparano ad andare all’estero, pronti a pagare di persona l'assoluta incertezza del diritto, nonché la inerzia del governo da Lei presieduto.
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Invio questa lettera per conoscenza al presidente della repubblica, come garante della legalità istituzionale. La invio anche ai candidati premier, sperando non la consideÂrino come un eccesso di concretezza legaliÂtaria rispetto alla grande disfida mediatica che li vede impegnati. Trattandosi di atti dovuti, e quindi realizzabili anche in "disbriÂgo degli affari correnti", mi auguro, signor presidente del consiglio, che Lei vorrà interÂvenire immediatamente, come è nel potere, e quindi nel dovere, del Suo governo. In alÂternativa, mi auguro che chi ci legge per conoscenza non vorrà restare inerte di fronte a ferite forse "piccole" (?), ma certamente emblematiche dell'impotenza del potere italiano.