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“Paola può dire tutto ma c’e’ il programma”

• da La Stampa del 4 aprile 2008, pag. 9

di Mario Castelnuovo

“Emma Bonino gira il Piemonte di cui è capolista al Senato per il Pd. Si ferma alla «Stampa» per rispondere alle domande dei lettori. Ne esce un’intervista che tocca vari temi, anche scomodi, a cominciare dalla dichiarazione di giornata. La senatrice del Pd Paola Binetti che dice: «Non voterò leggi a favore dei gay».

Cominciamo bene, ministro.
«Ma guardi che a me non tocca questa cosa. La Binetti è libera di votare o non votare quello che vuole. Ma so che c’è un accordo politico elettorale in base al quale abbiamo sottoscritto un programma che recita: sì al testamento biologico, completa attuazione della 194, e approvazione di una serie di tutele per i conviventi e le coppie di fatto».

La dichiarazione della Binetti arriva il giorno dopo quella del generale Del vecchio. Sembra che nel Pd ci siano problemi con i gay.
«Ma io non entro nel Pd. E il programma di governo non esaurisce il dibattito. Anche se impegnati al governo continueremo a fare le nostre battaglie e le nostre iniziative politiche con il Partito e l’Associazione Luca Coscioni».

La questione laici - cattolici è forse stato uno dei pochi veri momenti di dibattito nel corso di questa campagna elettorale.
«Venendo a Torino ho salutato con piacere padre Bianchi della comunità di Bose. Se superiamo l’ideologia, questo è un paese in cui devono vivere rispettati coloro che credono, non credono o diversamente credenti».

I lettori le chiedono: cosa ne pensa della spettacolare conversione di Magdi Cristiano Allam?
«Io sono piemontese e i miei genitori mi hanno insegnato il pudore, è un grande valore a cui attenersi e non è il caso di sbandierare cose personali come una conversione. In mondovisione ha un messaggio diverso. Io ritengo che il personale è politico. Dico però che il privato non è pubblico».

Il tema che ha tenuto banco è Alitalia.
«Le strumentalizzazioni elettorali da una parte e l’irrigidimento irresponsabile dei sindacati, ci portano ad una situazione in cui non so più cosa possa evitare il fallimento di Alitalia. La controproposta dei sindacati è stata esilarante. C’è una proposta unica sul tappeto, quella di Air France e non c’è nient’altro. Chiunque abbia ventilato cordate, non si sono manifestate: se era una svendita, bastava mettere un euro in più. In realtà nessuno si è presentato perché Alitalia è un’azienda in fallimento, quindi chiunque la vuole comprare la deve ristrutturare, e non è che se la compravano degli italiani potevano tenere tutti gli addetti. Si sono alzate le barricate sulla chiusura di Alitalia Cargo. Ma sa quanti aerei ha il Cargo? Cinque. E quanti piloti? 135. Le pare possibile?»


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