Piange il telefono tra piazza Sant’Anastasia e via di Torre Argentina. L’ingresso dei radicali nel gruppo parlamentare del Pd è tutt’altro che scontato. Goffredo Bettini prova ad attribuire l’en plein in Parlamento alla strategia veltroniana ma per Pannella e Bonino non è andato così. «Dovreste chiamare Walter:..», consiglia a Rita Bernardini il numero due del Loft. Ma Pannella non ci pensa per niente. «Visto che ho tentato tanto di telefonare e da mesi non era raggiungibile. La telefonata non la faccio perché, come già Emma ha spiegato, se ci sono nove eletti radicali è perché questa legge elettorale ha ottenuto che non si ratificassero le "nomine" di quelli della Sinistra Arcobaleno e quindi è accaduto "malgrado" la parola data non fosse stata rispettata». La Bonino, presentando la pattuglia radicale, conferma la freddezza con Veltroni. «L’impegno era quello di far parte del gruppo del Pd e, coree si sa, i radicali sono persone che se prendono un impegno lo mantengono. Così faremo». Però, aggiunge, «serve una riflessione sui regolamento del gruppo che consenta un’espressione di opinioni; linee politiche plurali». Insomma il partito fa il pienone ma sia chiaro - scandiscono i vertici pannelliani - il merito non è certo tutto del Pd. «Sei sono dovuti alla scelta determinata del Pd - spiega ai giornalisti la Bonino - ma altri tre sono stati eletti per caso, a causa della drammatica sconfitta della Sinistra Arcobaleno». Tre di loro, tre donne, fotografano l’esito del congresso di Radicali italiani dì due anni fa a Padova. Entrano alla Camera la segretaria Rita Bernardini, Elisabetta Zamparatti, tesoriera e compagna di Sergio D’Elia, Antonietta Farina Coscioni moglie di Luca Coscioni.