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«Rispettare le volontà Se è una scelta libera»

• da Corriere della Sera del 18 aprile 2008, pag. 21

di Alessandra Arachi

Maria Antonietta Coscioni ha sentito  della richiesta di eutanasia per Bruno Contrada?

«Le condizioni di salute di Contrada sono seriamente  compromesse da tempo. Però...» .

 

Però?

«Bisogna stare attenti: quella di Contrada non è una scelta  libera».   

 

Dunque?

«Dunque non si deve pensare che noi favorevoli all’eutanasia  siamo lì pronti sempre a spingere un bottone o a staccare  una spina. È importante valutare le condizioni di volontà  di chi chiede questo gesto estremo. Così abbiamo fatto noi radicali  per Piergiorgio Welby. Così venne  fatto anche per mio marito Luca».

 

E nel caso di Contrada?

«E’ evidente che fin quando rimane  dentro una prigione non ha senso  parlare di una scelta di libertà».

 

Allora?

«Facciamo uscire Bruno Contrada  dal carcere. E soltanto una volta  fuori si può vedere se reitera la sua  richiesta. Seda sua scelta di eutanasia  è davvero sentita. Libera».

 

Se anche fuori dal carcere Contrada chiedesse l’eutanasia?

«Allora sì, sarebbe da rispettare la sua libera volontà. Ed è  su questo che il mondo politico deve riflettere. Deve darsi  una smossa. Noi avevamo preparato un’inchiesta sull’eutanasia  clandestina, ma ci è stata bloccata sul nascere. Una vera  ipocrisia».

 

Ipocrisia?

«Sì, perché si sa che l’eutanasia clandestina esiste ed è  diffusa. L’unica ricerca che esiste in Italia ed è di alcuni anni  fa è della Fondazione Floriani. Dice che su 386 medici di malati  terminali, il 39% aveva ricevuto richieste della dolce morte».


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