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Assemblea dei Mille: la relazione della prima commissione "AMBIENTE-DEMOGRAFIA"

Chianciano Terme, 4 maggio 2008

Commissione ambiente/demografia

Sintesi dei lavori

Chianciano, 2-4 maggio 2008

a cura di Antonella Spolaor Dentamaro

Introduzione: Emma Bonino

Relazioni di: Aldo Loris Rossi, Roberto De Fez, Luca Pardi, Andrea Furcht

Interventi:

Francesco PULLIA

Claudio MORI

Diego MENEGON

Igor BONI

Carlo TRIARICO

Silvio VIALE

Mario STADERINI

Piero PAVIA

Marco MARCHESI

Marco SERVENTI

Elisabetta MIRRA

Giovanni LO SURDO

Gabriella BIANCO

Maria LUISA COHEN

Guido BIANCARDI

Maurizio BARUFFI

Cristina MOLINARI

Camillo PIAZZA

Paolo RONCI

Guido FERRETTI

Sintesi generale dei lavori di commissione.

I lavori, aperti da Emma Bonino con una relazione che ha posto alcune domande su quale debba o possa essere la nostra iniziativa politica in materia di ambiente, sovrappopolazione e crisi energetica ed alimentare, hanno affrontato nella sostanza i due grandi paradigmi del nostro tempo. Si parla di paradigmi e si mettono sul tappeto il percorso di una prassi di cambiamento di paradigma quando si vogliono affrontare i problemi legati alle politiche di gestione dell’ambiente. Il tentativo è quello di affrontare scenari che spazzano via definitivamente qualsiasi fraintendimento rispetto al fatto che affrontare la questione ambientale significa doversi occupare di popolazione, di densità, di urbanizzazione, di crisi energetica e di governo di tutti questi aspetti legati tra di loro.

Il primo paradigma è quello dell’energia, ovvero quello dei modelli di sviluppo che la politica sceglie per garantire un’adeguata qualità della vita ai cittadini.

Il modello di sviluppo che ha la prevalenza, quello che ci hanno insegnato all’università, quello che viene perseguito dalle politiche economiche delle maggiori potenze mondiali è un modello di sviluppo che semplicemente non si accorda più con la realtà del pianeta, con le potenzialità e le risorse che fino a qualche decennio fa ritenevamo tutti disponibili in abbondante quantità.

Cambiamenti climatici, inquinamento, deperimento delle aree naturali, deforestazione, carenza delle risorse primarie: questi sono dati su cui si può concordare perché sono a disposizione di tutti e su cui ognuno di noi, in misura diversa, ne sperimenta quotidianamente gli effetti.

Le conseguenze politiche di questo paradigma dello sviluppo, si riflettono in modo sordo sulla politica estera, sul modo di concepire i rapporti con le altre superpotenze mondiali. In effetti il prevalere di questo modello dello sviluppo postindustriale prevale su praticamente qualsiasi altra politica di cooperazione internazionale, compresa quella della promozione dei diritti umani, civili e politici.

Il problema dell’approvvigionamento energetico è l’argomento su cui si incentra la discussione internazionale: come garantirsi sufficiente energia per il futuro?

Evidentemente alcune domande hanno già delle risposte: sufficiente per cosa e per quanti individui? Quando diciamo “Garantirsi”, intendiamo chi e per quanto?

Se in Bangladesh il reddito medio pro-capite è di un dollaro al giorno e il petrolio costa al barile 120 dollari, quanti bangladeshi potranno permettersi di scaldarsi o di usare mezzi di trasporto? Ma anche quanti europei riusciranno a sostenere la crescita inarrestabile dei costi dell’approvvigionamento energetico, a maggior ragione se si optasse per la scelta nucleare?

E’preoccupante questo orientamento dell’industria di investire nella produzione di biocarburanti, una strategia non risolutiva della crisi di combustibile liquido ed anzi molto dannosa a causa dell’invadenza di tale tecnica nel delicato equilibrio agricolo mondiale.

Il secondo paradigma è quello della sovrappopolazione, delle politiche demografiche e dell’ecologia sostenibile.

Oggi ogni anno vi sono circa 80 milioni di persone in più nel mondo, il 90% nascono nei paesi in via di sviluppo. Ognuna di queste persone ha bisogno di nutrirsi, di respirare, vorrà studiare, lavorare, amare, vivere una vita degna di questo nome.

Eppure oggi 850 milioni di persone soffrono la fame.

Negli anni ’60 e ’70, a seguito di specifiche politiche in favore della pianificazione familiare da parte di diversi paesi, si è assistito nei paesi industrializzati a un calo progressivo delle nascite. Oggi invece quegli stessi Paesi si stanno orientando nel sostenere modelli di sviluppo che favoriscono la natalità. A fronte di un calo della natalità, il modello di “famiglia” tradizionale viene proposto come unica, socialmente accettabile formula di convivenza e di amore. E’ un modello che rientra e combacia con il paradigma dello sviluppo in cui viviamo. Il progressivo invecchiamento della popolazione non consente di programmare la sostenibilità dell’attuale paradigma economico.

In Italia parlare di controllo demografico è un tabù: ma nel resto del mondo lo studio e la discussione sull’interdipendenza tra aumento della popolazione e cambiamenti climatici prosegue e gli esperti non smettono di interrogarsi sulle possibili soluzioni. Le politiche di controllo demografico sono state abbandonate nei paesi industrializzati. Nei paesi in via di sviluppo che le perseguono, cozzano spesso con lo stato di democrazia interna e con le condizioni di vita delle popolazioni.

Secondo le stime e le statistiche, non bastano politiche di prevenzione della gravidanze indesiderate per arrivare al tasso di sostituzione entro il 1050 e quindi ad una stabilizzazione della popolazione. D’altronde gli individui non sono numeri, non sono statistiche. Però se già si potesse contare su strategie che possano garantire quantomeno il drastico calo delle gravidanze indesiderate, otterremo fin da subito dei primi, importanti risultati. Quando è possibile perché vi è libero accesso all’informazione e ai servizi sanitari appositi, la pianificazione familiare viene largamente scelta e seguita dalle coppie. Corrisponde alle esigenze di donne e uomini.

La crisi alimentare sempre più acuta, porta noi tutti a fare delle riflessioni sulla questione degli OGM e delle politiche agricole. Gli interventi in commissione hanno portato alla luce come le posizioni al nostro interno siano ancora diverse. Da una parte è chiara la necessità di non poter rinunciare all’intervento della scienza nel campo della ricerca, dall’altro i problemi che potremmo incontrare sia dal punto di vista della brevettabilità dei semi OMG, sia per il dato di non certezza dei risultati di tali coltivazioni ci porta ad essere cauti.

Sintesi degli interventi

Emma Bonino

Il senso della mia relazione è quello di porre delle domande. La battaglia contro lo sterminio per fame è una battaglia antica, anche se ora torna con una complessità molto diversa, ma l’analisi resta quella di allora.

Torna oggi spinta da cause diverse su cui è utile riflettere, governare le complessità non significa negare le complessità.

Nel dibattito di questi giorni sulla stampa internazionale e nazionale vengono offerti spezzoni di risposte come è giusto che sia. Solo una politica complessa può dare delle risposte, ma deve tuttavia darsi anche delle priorità.

E’ stato ricordato il famoso Manifesto del Club di Roma.

Ecco alcuni dati, che vale la pena riprendere oggi. All’inizio del ‘900 eravamo un miliardo e mezzo e oggi siamo quasi sette miliardi. La denuncia dell’UNICEF è sempre uguale, bambini che muoiono ogni giorno di malattie che nel nostro mondo sono curabili ma non nel loro.

Ogni giorno il mondo cresce di 230 mila persone, ogni anno di oltre 80 milioni di persone. Vuol dire che ogni anno nascono più di due Spagne. Nel 2050 saremo tra i 9 e 10 miliardi. Si tratta di una crescita geometrica esponenziale e io penso che se non teniamo presente quest’elemento tutto il resto rischia di essere vano. Possono esserci tentativi di risposta, ma il punto reale è che in realtà il punto di deflagrazione è la bomba demografica, che però dal punto di vista politico è anche un grande tabù.

Nessuno di noi predica soluzioni coercitive, ma stiamo dicendo che se non si affronta come si può affrontare in “società aperte” che sono quelle in cui crediamo, con elementi che riguardano l’emancipazione femminile, i pari diritti, l’accesso all’informazione da parte delle donne il problema, non si riuscirà a capire che bisogna abbinare il dato dello sviluppo economico e quello umano: la liberta di scegliere, il family planning, diffondere l’informazione sullo stato del pianeta. Noi abbiamo un’analisi che parte dal Manifesto Peccei che dice che la crescita esponenziale della popolazione è uno degli elementi di crisi in cui ci troviamo.

La crescita che osserviamo è quella degli esseri umani, non quella degli animali. Noi vorremmo gli esseri umani sempre più umani, e la povertà li rende sempre meno umani. Vi è la negazione di qualunque intervento di emancipazione femminile.

Esiste un’alleanza automatica di tutte le fedi religiose, ne da atto la Conferenza del Cairo, la conferenza di Pechino. Anche nelle riunioni delle Nazioni Unite questi aspetti non si affrontano con decisione. Per esempio la negazione dei fondi all’UNFPA è stata una decisione degli Stati Uniti.

Sul Financial Times troviamo un articolo di Wolf "una proposta modesta per prevenire lo sterminio per fame", ma nei nostri giornali a parte le mie interviste si trova poco o niente. Viviamo in un paese natalista, dove la classe politica ci chiede di fare più figli italiani. Se questo è un tabù vero, una forza come la nostra sa che andrà allo scontro con le gerarchie ecclesiastiche e che saremo in solitudine.

Gli economisti italiani si strappano i capelli perché non abbiamo abbastanza crescita di italiani (dei non italiani non ci importa).

Prima domanda: Siamo d'accordo a tornare a parlare quindi sterminio per fame e di sovrappopolazione? Quali iniziative di partito transnazionale pensiamo di dover avviare?

Seconda questione: oggi la crisi esplode per un combinato disposto di vari elementi, la crisi economica mondiale, il petrolio, le materie prime. La goccia che fa traboccare il vaso e la questione dei biofuel. Io penso sia eccessivo demonizzare solo le coltivazioni biofuel, non è l'unico elemento scatenante. Non mi soddisfa troppo l'idea di trovare nuovi prodotti per biofuel. Non mi soddisfa perchè resta una concorrenza di aree coltivabili in condizioni difficili, in cui un contadino in base ai sussidi deve decidere se quello che coltiva deve venderlo al supermercato o gli conviene venderlo per trasformarlo in benzina. Alla fine ho l'impressione che uno degli elementi in gioco è l'estensione del terreno coltivabile.

Altro elemento è quello dell'energia. Io resto convinta che una delle maggiori fonti di energia nel nostro paese e il risparmio energetico. Del 20%- 20%- 20% imposto dall’Unione Europea (rinnovabili, riduzione di CO2, efficienza) questo resta uno degli elementi non vincolanti. Non capisco perché poi. Da questo punto di vista da una parte la globalizzazione ha permesso di far uscire dalla povertà milioni di persone. Stiamo meglio adesso, e questo si contrappone alla filosofia di Tremonti “stavamo meglio noi, quando stavano peggio loro”. Insomma ora milioni di persone stanno meglio. Restano centinaia di milioni di persone che stanno male, ma 300 milioni hanno superato una soglia critica, mentre 850 soffrono ancora la fame. Le persone che stanno meglio hanno l'esigenza che abbiamo noi: mangiare meglio, vivere meglio. I cinesi che stanno meglio vogliono mangiare carne e pesce. Così gli indiani. E’ evidente che mangiare carne costa di più in termini di energia.

L'altro elemento che vale la pena di aprire, è la ricerca e l'utilizzo degli ogm. Di fronte ad una vastità di problemi come questi è bene non procedere in modo ideologico. Non sono una fanatica degli ogm, né penso sia un cibo frankestein. Ritengo che sia inagibile dire a chi muore di fame che non devono coltivare ogm. Tant'e che glielo abbiamo detto e loro lo fanno lo stesso. Vi sono diversi Paesi che stanno in bilico da un punto di vista economico finanziario. Alcuni paesi vivono di sussidi e di capitali esteri. L'Egitto per esempio, che cresce del 2% l'anno. E’ un Paese che ha posto il veto all'esportazione, come l'India o il Canada. Questo per panico. L'Australia anche, nonostante la crisi della siccità. Sul mercato si trova meno cibo. Chi soffrirà di questo saranno i paesi più poveri, Sudan, Etiopia, Eritrea. Abbiamo un mondo che rischia - non avendo noi chiuso nessuna crisi - di affacciarsi ad una nuova crisi con effetti di destabilizzazione politica. Ad Haiti si aveva un governo eletto per esempio e le tre rivolte del pane hanno fatto saltare il governo. Può avvenire nelle Filippine per non parlare di altre zone.

Saremo soli a parlare di bomba demografica, dobbiamo pensare a quali iniziative fare come aiuti di emergenza nell'immediato, bisogna cercare di metter in atto delle politiche che rendano tutto questo sostenibile.

Dobbiamo premere perchè l'Europa promuova una moratoria di stop alla produzione di biofuel.

Un'altra apertura e quella sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, terzo una politica più rispettosa della ricerca sulle biotecnologie verdi. Abbiamo scienziati ed esperti, dobbiamo stabilire una strategia. Per esempio bloccare l'Europa su un 10% di produzione di biofuel.

Aldo Loris Rossi

Voglio trarre conclusioni dai dati di Emma, in termini di espansione urbana. Quest'anno per la prima volta la popolazione urbana ha superato quella rurale. Il terziario è esploso in maniera incontenibile. Negli Stati Uniti il 77% delle persone sono addette al terziario. L'esplosione delle metropoli danno dei dati raccapriccianti. In Europa le città si sono quadruplicate. L'Italia nel 1945 aveva 345.000 auto, oggi sono 40 milioni. Nel 1942 la rete stradale era di 470 km lunga, in 15 anni passa a 4000 km. Finora questi parametri sono stati considerati naturali, invece abbiamo assistito alla più grande espansione demografica e urbana della storia, dal 1945 ad oggi. E’ una cosa incontenibile e abbiamo perduto la percezione di questa incontenibilità. Viviamo nel mito della riproduzione infinita senza conseguenze. I limiti dello sviluppo documentano che questo organismo – la Terra - invece non può essere sovraccaricato. C’e bisogno che il Papa o qualcuno invece dica che bisogna fermarsi. Tremonti riscopre con trent'anni di ritardo tutte le battaglie sui limiti dello sviluppo. Ma la formula risolutiva che pongono è il rilancio delle radici giudaico cristiane, l'unica soluzione che contrasta la modernità. La verità è che sono proprio i principi di autorità che non tengono conto di questa micidiale trasformazione. Il paradigma meccanicista seziona e analizza un problema, il paradigma olistico vede le reti, vede le relazioni. e il paradigma che prende in analisi i sistemi complessi. Se noi abbiamo percezione del passaggio paradigmatico, noi dobbiamo lanciarci verso un epoca postindustriale e postconsumista. "Non possiamo risolvere i problemi se non abbandoniamo il modo di pensare che li ha creati" diceva Einstein. Dobbiamo arrivare alla scoperta della natura come un ecosistema vivente che deve essere guardato come un organismo a crescita limitata. Accettare i problemi terrificanti e attrezzarsi per una rivoluzione culturale che parte dalla scuola e dalle culture locali, dalla percezione collettiva. ALTRIMENTI QUESTA MINACCIA E' INARRESTABILE. la politica se ne deve occupare. Il PIL non dice nulla della qualità della vita. I parametri sono parziali e insignificanti, economisti come Georgescu Regen parlano di bioeconomia, dobbiamo rifondare l'economia. Le conseguenze della bomba demografica sono quelle della espansione delle megalopoli. Faccio sempre l'esempio della balena, che è l'animale più grande concepito dalla natura. Invece l'uomo ha concepito le megalopoli, che crescono senza fine. Oggi Città del Messico e Tokio si avviano ad avere 27 milioni di abitanti. A Torino si discuterà di questa al convegno mondiale dell’Unione internazionale architetti.

Non sono problemi che possono essere minimizzati o trascurati.

Roberto de Fez

Aggiungo solo qualche numero alla perfetta relazione di Emma.

Prima che fosse inventata l'agricoltura eravamo 5 milioni, poi siamo diventati 50 milioni. La Cina ha un problema tecnico, ha il 22% solo di terreno disponibile per l’agricoltura. I cinesi hanno decuplicato il consumo di carne. La futura bomba alimentare sono gli indiani, che diventeranno il primo popolo per numerosità. Ora consumano solo 4 kg di carne l’anno a testa. In questo scenario non possiamo dimenticare cosa stiamo producendo adesso. A me non piacciono gli ogm, ma non possiamo permetterci più di rinunciarvi. Sono una necessita amara ma indispensabile. C'era un ministro del pd, De Castro, che ha presentato dei protocolli per la ricerca sugli ogm che poi sono stati bocciati dal ministro per l'ambiente. Bisogna riprenderli e sperare che il nuovo governa gestisca questo aspetto. Sono invece d'accordo con il blocco sui biocarburanti. Guardate che in Puglia gli agricoltori stanno ricoprendo il territorio di pannelli fotovoltaici. Noi stiamo convertendo anche quei campi in energia. Consentire la libertà agli agricoltori di coltivare quel mais ogm (tutti i paesi europei, in Brasile etc) che altri Paesi gia coltivano, evitando cosi l'uso dei pesticidi. Attenzione a non considerare l'uomo un oggetto innaturale. L’uomo e' parte della natura. Tirarcelo fuori e' un modo di attribuirgli doti divine. Lo lascerei dov'e', con tutte le conseguenze. Fare piante resistenti alla siccità per contrastare gli effetti climatici. Non stiamo solo ad ascoltare l'ecologia del no.

Luca Pardi

Io venni per la prima volta al congresso del Partito Radicale proprio quando avevo preso coscienza del picco globale della produzione petrolifera, e volevo impegnarmi politicamente come potevo. Sono d'accordo nel non considerare l'uomo un animale come gli altri. Dal punto di vista della bomba demografica, se prendete la biomassa di tutto il mondo animale, il 2% e costituito dagli animali selvatici il 98% e' umana, il 2% da animali domestici. Dobbiamo noi mangiare meno carne. Io non sono vegetariano, ma mangiare meno carne non fa male a nessuno. La complessità del sistema è anche nella complessità della dinamica dei processi. Quando si parla di crisi alimentare ed energetica, si parla di problemi che si presentano insieme e devono essere risolti in pochi anni. Il picco del petrolio si raggiungerà nel 2010, poi le quantità diminuiranno. La risposta demografica dolce, è una risposta che si sviluppa nei secoli. Se si riuscisse ad utilizzare la psicologia motivazionale con tutte le donne della terra, come dice De Marchi, forse di raggiungerebbe subito un risultato: ma poiché è difficile che ci si riuscirà, la popolazione continuerà a crescere e dovremo affrontare il problema dell'energia e degli alimenti. Ci sono intere popolazioni che non possono permettersi il petrolio a 120 dollari al barile. Una politica di moderazione demografica senza una strategia che affronti il problema dell'energia e del cibo e' una fatica di Sisifo. Il tabù e' quello, ma quest’esplosione e' avvenuta con l'uso dei combustibili fossili, moltiplicando la produzione di cibo. Io credo che non sia sufficiente la questione degli ogm. Quello che ci manca non e' energia in generale, quanto i combustibili liquidi. Si tratta di cambiare quindi un paradigma. Siamo andati avanti per decenni con il motore a scoppio, ora bisogna intervenire per non mandare il sistema al collasso. La produzione attraverso rinnovabili deve aumentare. Noi promuoviamo il Kitegen come Associazione Rientrodolce. C'e' un prototipo che funziona, un sistema di energia rinnovabile che promette una produzione di energia in quantità pari a quella che verrà a mancare, senza modificare la rete elettrica.

Francesco Pullia

Mi ha colpito l'intervento di Emma e si può sintetizzare nel "Governare e non negare la complessità". Accolgo l'invito di Aldo Loris Rossi di fare grandi scelte culturali. Il Satyagraha non è un proporsi, ma un essere alternativi. Se dobbiamo spegnere focolai devastanti, è chiaro che dobbiamo affrontare i nessi strutturali. Dobbiamo analizzare l'interdipendenza con gli altri esseri senzienti. Ritorna la sfida di vent'anni fa contro il flagello della fame nel mondo. Vediamo ora come era necessaria e non utopistica.

Ora abbiamo anche il problema della carenza idrica. Abbiamo la privatizzazione dell'acqua. Il mondo sommerso da questi flagelli sarà sempre meno tollerante, sempre meno aperto. Significa promuovere focolai, rivolte, esodi di massa. Il consumo di carne: da vent'anni da quando sono buddista ho fatto una scelta vegetariana per rispetto di tutti gli esseri senzienti. Non posso imporre questa cosa a tutti, ma dobbiamo ricordare cosa significano gli allevamenti intensivi. Dobbiamo anche noi occidentali riflettere sulle responsabilità che abbiamo anche con la nostra alimentazione. Una seria politica ambientale non può essere solo quella dei parcheggi e architettonica, deve affronate la politica attraverso diverse angolazioni. Politica olistica, demografica, federalista, culturale. Dobbiamo uscire dall'antropocentrismo delle religioni monoteistiche.

Claudio Mori

Non e' un caso che siamo in tanti qui oggi, siamo interessati all'ambiente. Da quando sono radicale si e sempre lavorato sull'ambiente. Oggi ci siamo ancora noi ed e' bene che ci siamo. Sulla bomba demografica: non ci sono soluzioni immediate. Ci saranno nel momento in cui la gente morirà. Dobbiamo lanciare l'anno senza bambini, in tutto il mondo. Se nessuno facesse bambini per un anno, può essere più accettabile dal resto del mondo. Anche noi italiani stiamo comunque crescendo, anche qui dovremmo smettere di fare figli per un anno. Il cibo totale disponibile non e' più sufficiente, non ce lo possiamo permettere e in altri paesi andranno incontro a una morte terribile. L’ONU deve chiedere l'anno senza bambini. Ogm: credo sia una cosa saggia se creata da scienziati saggi. Oggi noi mangiamo grano creso, un ogm creato dal CNEM nel 1975, in campo aperto a Bracciano. Una barretta di cesio in mezzo al campo, guardando cosa succedeva. Tutte le piante sono morte ed e' sopravvissuto questo grano creso. Poiche’ io e mia moglie siamo celiaci, e l'abbiamo scoperto tardi, e' strano che oggi sono in molti ad avere questa malattia della celiachia.

Tor: cos'e' il tor? Il modello tedesco sui rifiuti utilizza la tecnologia tor, che è una tecnologia italiana che non può essere utilizzata in Italia. Il tor micronizza i rifiuti e li trasforma in sostanze riutilizzabili. Queste strutture non possono essere utilizzate in Italia, per un vincolo tra piani regionali e comunali. Marco Perduca: Sugli ogm terrei in considerazione la questione della proprietà intellettuale. Questa è la cosa che mi preoccupa maggiormente, si rischia il protezionismo e il conservatorismo.

Diego Menegon

Parlo da laico, non sono iscritto a nessun partito, ma ritengo questa la sede più adatta ad affrontare queste tematiche. Sottoscrivo le parole di Emma Bonino, non so di preciso dare cifre sul boom demografica ma so che è un problema serio che va affrontato con urgenza. Il clericalismo propone il natalismo. Però non condivido le politiche demografiche restrittive. E' un problema che va affrontato sul piano culturale. L’ambientalismo del non fare produce effetti contrari. Non si può proseguire con le politiche del non-sviluppo, che impediscono la ricerca sugli ogm. Errori dello statalismo: i problemi burocratici dello stato rallentano un pronto adeguamento del mercato e delle infrastrutture. I biocarburanti ci costringono ad affrontare la questione alimentare e la questione energetica insieme. Chi vuole sfruttare le fonti rinnovabili chiede meno sovvenzioni ma tempi più rapidi. Normativa Via: qui si trova lo stato dei progetti in materia di energia in Italia. Ci sono progetti validi che non vengono approvati dal 2002. Speriamo si passi davvero “all'ambientalismo del fare”.

Igor Boni

Intuizione radicale di pannella per la politica transnazionale. I problemi vanno affrontati a livello transnazionale. Oggi sembra una banalità, nel 1989 il nostro era l'unico partito che propose questa strategia. Anche i problemi ambientali, economici, agricoli, vanno affrontati a livello transnazionale. Io credo che al nostro interno viaggiamo con una certa ambiguità sul tema demografico. E' un elemento antico, che ha un effetto a cascata. Più difficile è capire come intervenire. Io a sentire parlare di family planning rabbrividisco. Non sono a favore del sentire parlare di fare figli ma non voglio sentire parlare di dire di non fare figli. Credo nella maternità e paternità consapevole. Che alla fine conducono alla diminuzione demografica ed è questa la politica che dobbiamo fare. Qualche proposta: parliamo ancora di politica agraria. Questa deve divenire una delle priorità radicali, dire che l'Europa sta conducendo una politica folle in ambito agrario. Incentivi alla produzione: creano blocchi in altri paesi che potrebbero avere un mercato, ma l'Europa li lascia isolati distribuendo incentivi ad altri. Ci sono paesi non europei che possono aumentare le superfici coltivabili. Dobbiamo aumentare queste aree per ridurre il divario della produzione agricola in alcune zone.- protezione del suolo: con Mellano nella scorsa legislatura sono state fatte cose importanti. In Italia vi è uno sviluppo urbanistico folle, che non tiene conto del valore di quei suoli. Dobbiamo riprendere il progetto di legge sulla protezione del suolo.- risparmio idrico: questione centrale anche nel nostro paese. Ci sono tecnologie che possono garantirci risparmio idrico gigantesco. Abbiamo proposte legislative anche su questo. Come radicali dobbiamo riuscire a declinare i progetti politici tutti insieme, considerando il filo olistico che lega tutti i problemi insieme.

Carlo Triarico

Noi abbiamo avuto una politica agricola comune che si è scontrata con l'iperproduzione: dall'altro lato la scienza tendeva a produrre strategie di iperproduzione. La politica ha voluto contenere le iper produzioni ed adesso ne siamo in scarsità. I semi che vengono prodotti non sono in grado di soddisfare le nostre esigenze. I cereali mancano, la distribuzione è scarsa. Vi e' un disordine delle produzioni agricole. Non so se esiste la favola degli ogm che risolvono tutti i problemi. Credo sia una tecnologia che si sta abbandonando, ma in termini di ricerca mi interessa conoscere. La cultura ogm rischia di essere totalizzante, rischia di obbligarmi ad utilizzare ogm anche se non voglio. In Italia abbiamo una grande biodiversità, sarebbe pericoloso che la nostra economia guardasse solo agli ogm. Io faccio parte di una organizzazione che si occupa della ricerca sulle coltivazioni biologiche e biodinamiche. So che possiamo avere più prodotto, pero bisogna valutare quanto costa. In Egitto c'e' una tecnica che riesce a produrre nel deserto prodotti in grado di sfamare migliaia di famiglie. I prodotti ogm sono anche molto sciatti rispetto a quelli dei prodotti biologici. Dobbiamo stare attenti a quanto ci costa pagare le royalties di quei sementi ogm. Significa rischiare di distruggere intere economie.

Silvio Viale

E' chiaro che “demografia e ambiente” è un titolo incompleto senza aggiungerci economia e società. E’ facile dire che in casa radicale si dice tutto, se non ci si scontra. Le nostre scelte devono avere la dimensione temporale. Pensare che la politica possa programmare qualcosa per i prossimi secoli e' folle. Io sono certo che moriremo e sono certo che la terra finirà. Che ci sono risorse limitate lo sanno tutti. L'evoluzione della società è più veloce di quelle che proponiamo noi. Ogni volta che sento parlare dei vari picchi delle risorse, mi chiedo sempre a qual fine. Demografia: oggi avendo la fortuna di avere il paese con il tasso di crescita più basso, minor numero di aborti, la ricetta qual e'? Dovrebbe essere la nostra politica, dovrebbe essere questa la ricetta. La Francia ha il 40% di aborti in più rispetto a noi. Picco energetico: se spegnessimo le luci sarebbe già un passo avanti. La fuga dalle campagne e' qualcosa che e sempre accaduto, chi vive in città sta meglio di chi vive in campagna. In Cina o in India dovrebbero avere lo stesso diritto di avere le cose che ho io qui, un figlio, una macchina etc. Sento parlare di “approccio culturale” e invece io sono convinto non ci debbano essere imposizioni autoritarie. I discorsi fatti oggi starebbero bene in qualunque assemblea leghista. Quello che fa la differenza è capire che noi abbiamo questo stile di vita a scapito del Terzo Mondo, che funziona ancora come delle colonie. Dobbiamo favorire lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo. Tutte le statistiche sui dati demografici sono state tutti smentite. La nostra proposta sia quella di agevolare lo sviluppo scientifico e lo sviluppo economico che porterà alla diminuzione del dato demografico. Come ha detto Emma tutti noi vogliamo vivere come vogliamo, dove lo sviluppo economico arriva vi e' calo demografico.

Mario Staderini

La questione ambiente è molto seguita e mi fa molto piacere. La sconfitta elettorale della sinistra arcobaleno e dei verdi ci devono spingere ad agire più in profondità per l'ambiente. Abbiamo dovuto occuparci dello stato di diritto in Italia. Siamo stati sollecitati ad occuparci di ambiente da De Pascalis, da Rientrodolce, dalla Segreteria di Radicali Italiani. Abbiamo il dovere di occuparci di ambiente perché per otto anni all'opinione pubblica è stato imposto di vedere Pecoraro Scanio e Bertinottti che erano contro ogni tipo di modernizzazione del paese. La visione sulla demografia è un punto centrale. All'epoca della fame nel mondo siamo riusciti a porre una questione importante all'attenzione pubblica. Occuparsi di demografia è una questione di qualità della vita. Il professor Rossi parla delle megalopoli. Stanzani e Bandinelli a Faenza parlavano nel 1966 del traffico e delle scelte di vita. Non so se si potrà uscire dalle megalopoli. Il 22,5% delle case comprate a Roma sono state comprate da immigrati. I piccoli agricoltori sono rimasti schiacciati dalla costruzione dei centri commerciali. Che fare? Pretendere studi urbanistici sulle città, tornare a chiedere il piano energetico nazionale, imporre questioni di metodo su Tav e infrastrutture, sul natalismo c'e la follia del quoziente familiare riconvertendo la tassa sul reddito delle persone fisiche in base ai figli.

Piero Pavia

Trovare le soluzioni, Ci sono problemi di sviluppo, cose che si sono fatte e di cui non si sono previsti gli effetti. Gli effetti della globalizzazione sono anche questi della crisi alimentare. Faccio il confronto tra sistemi economici democratici e sistemi economici oligarchici. Sono problemi di carattere ideologico che andrebbero affrontati. Il profitto oggi è insufficiente, ma abbiamo bisogno anche di benessere e sicurezza. Bisogna trovare la soluzione per trasformare poi il profitto in benessere e sicurezza.

Sull’energia, chiedo perché non usiamo maggiormente il discorso delle energie geotermiche, che sfruttano il calore dei vulcani. In Italia abbiamo molto spazio per usarla. Ma non possiamo aumentare semplicemente l’energia perché la popolazione è troppa.

Nell’ambito di un sistema liberista si arriva ad un punto in cui le società si fermano da sole dal punto di vista demografico. Questo è giusto, non possiamo imporre delle scelte. Dobbiamo trovare metodi dolci per portare ad un cambiamento del comportamento. Portare quindi i buoni esempi di democrazia nei paesi non democratici. Dobbiamo convertire il sistema economico in modo da mettere gli obiettivi del benessere e della sicurezza prioritari rispetti al profitto.

Geotermico: ci sono impianti che usano le onde termiche che stanno dando ottimi risultati. Eolico d’alta quota: anche questo è un aspetto da portare avanti.

Marco Marchesi

Biocarburanti: valutazioni.

Va fatta distinzione tra bioetanolo e biodiesel. Bioetanolo è estratto dai cereali ed è quello che sta creando i problemi della scarsità del grano, è costoso energeticamente produrlo. Il biodiesel viene prodotto con la colza, olio vegetale. Ha un impatto ambientale in termini di co2 nullo. Può poi il residuo essere utilizzato come fertilizzante. Ma se domani finisse la benzina con il bioetanolo potremmo risolvere solo in parte il nostro fabbisogno.

L’errore storico è stato puntare tutto sui combustibili fossili, sul petrolio. Quindi oggi non esiste un’unica soluzione che possa far fronte alla soluzione.

Ci vogliono soluzioni integrate. In Italia non abbiamo sufficiente terreno coltivabile per produrre colza per tutte le auto che abbiamo. Dobbiamo governare le dinamiche agricole anche. Dobbiamo anche cercare di sviluppare le nuove tecnologie come il motore ad aria compressa. È una realtà che può risolvere il problema dei carburanti e dell’inquinamento nelle grandi città.

Nell’agriturismo di Jacopo Fo c’è la Libera Università di Alcatraz sulle biotecnologie. Abbiamo bisogno di un vero panel di lavoro sull’ambiente e sulla demografia, non possiamo ridurci ad un documento di pochi punti. Dobbiamo produrre informazioni per avanzare delle proposte.

Marco Serventi

1983. In un convegno del Partito Radicale del Lazio, in anteprima si parlava di fame nel mondo e dei riflessi che la tecnologia poteva avere nell’intercettare i problemi connessi. Si poteva già allora parlare di miti dell’agricoltura industriale.

La questione dell’aratro che rivolta la terra: ci volevano dieci cavalli, quindi poi si passò alla macchina a vapore nei primi del ‘900. Nel 1920 si trova la soluzione chimica con fosfati e nitrati. 1950, dopo la guerra, con spinta americana si riaffermano i concimi. 1970 nascono gli F1 ibridi del mais. 2000 necessità degli OGM. La questione agricola trova sempre soluzioni esterne. La classe contadina è scomparsa, abbiamo operai che applicano le soluzioni esterne.

Come posso ripristinare le cose dette per tutto il ‘900, che la pianta ha bisogno di quelle sostanze minerali del suolo così come sono in natura, che la pianta è capace di gestire queste risorse?

Ora ci troviamo di fronte ad un deserto, ad una desertificazione dei terreni.

Come facciamo le cose determina cosa succederà nel futuro. In India i contadini si sono ritrovati con la proposta vantaggiosa dei semi ogm, ma non è mai arrivato a termine una pianta che può andare avanti senza pesticidi. Nel campo dell’agricoltura dobbiamo ragionare sul medio e lungo termine.

Il terreno si impoverisce di sostanza organica, quindi questo sistema di coltivazione è piuttosto antieconomico e pericoloso.

Quindi sugli OGM parliamo di ricerca e di qualcosa che ancora non c’è.

Elisabetta Mirra

Noi possiamo ritornare protagonisti da radicali della lotta per l’uomo.

Ambientalisti siamo tutti, forse dobbiamo chiederci che ecologisti saremmo noi. Quindi dovrebbe nascere da qui un “Manifesto sull’ecologia radicale”.

Due fatti sono incontestabili: stiamo distruggendo il pianeta e non ci sono azioni a marginare questi danni. Cosa non ha funzionato dall’ambientalismo politico?

Diversa è la cultura ecologista che ha prodotto molte analisi.

I radicali individuano nella moltiplicazione incosciente della specie il problema principale. Sono problemi non nuovi, ma è ora che si presentano sulla scena internazionale. Convincere sei miliardi di persone a cambiare comportamento è difficile. Il miglioramento dello status femminile non mi sembra di per sé risolutivo. Ma bisogna ammettere che avere figli è bello e se si è emancipate è meglio ancora.

E’ il modello di relazione con il Pianeta che ci porta ad una situazione distruttiva.

La causa prima dei comportamenti distruttivi dell’uomo è l’arroganza dell’uomo, l’antropocentrismo. L’idea che l’uomo domini il mondo e che genera un senso di estraneità in noi.

Ambientalismo non antropocentrico significa dire ecologismo laico.

Le tre religioni monoteistiche hanno spinto all’estremo questo antropocentrismo.

L’ecologismo politico finora ha detto “tutela, conservazione e protezione”. In modo paternalistico l’uomo si cura della natura. Dobbiamo rifondare la nostra relazione con il pianeta. La soluzione arriva dalla scienza e dalla filosofia.

Dobbiamo proporre un modello di relazione uomo/natura in una relazione non gerarchica. Questo è un ambientalismo vero. Ricondurre la popolazione mondiale ad un numero accettabile offre un vantaggio competitivo politico.

Il problema della tecnoscienza: rifondare l’etica laica con i valori della nonviolenza. Metto a disposizione un documento su questi temi e sul ruolo delle donne in quest’ambito.

Andrea Furcht

Essere qui per me è un balsamo dell’anima. Qui le cose si possono chiamare con il loro nome, invece in altri convegni la questione demografia è una specie di fantasma che aleggia, che viene considerato con imbarazzo. Associare la sovrappopolazione alla povertà sembra come biasimare la vittima, come faceva Malthus alla fine dell’ottocento (se siete così poveri come mai tanti figli?).

La questione è complessa. Ci sono alcuni problemi, la povertà, la scarsità di risorse energetiche, l’inflazione, i rincari, il degrado ambientale.

Aggiungo le tensioni geopolitiche per gli approvvigionamenti.

Poi c’è l’elemento che le popolazioni giovani sono anche quello più aggressive.

La situazione demografica oggi è inaudita. Il livello non è mai stato così alto quasi da sempre. Collegatevi al sito www.neodemos.it e vedrete com’è il trend di crescita della popolazione.

Il mondo cresce ad un tasso dell’1,2% ad oggi. Ci si raddoppia ogni settant’anni con questo tasso. Questo aumento sta diminuendo rispetto agli anni 70, ma comunque si cresce. C’è il meccanismo dell’inerzia demografica: una popolazione che ha avuto tante nascite in passato, significa che ha fatto tanti potenziali genitori per il futuro.

Io vedo un pericolo potenziale di squilibri sulla composizione percentuale del mondo. Differenza tra paesi ricchi che avranno meno crescita e paesi poveri che avranno tutta la crescita.

La questione è: siamo troppi o siamo troppo pochi?

Io appartengo ai restrizionisti. La torta da dividere non è sufficiente. Siamo troppi.

Cosa dicono quelli dell’altra parte?

Più popolazione equivale a più importanza, più potere geopolitico. Fattori religiosi avversi alla modernità.

C’è il popolazionismo del welfare, del benessere: preoccupati per il welfare (saremo tutti vecchi, chi ci pagherà le pensioni?). C’è una logica in queste preoccupazioni. Ma sembra più un’obiezione di apparato che di interesse vero per l’individuo.

C’è un popolazionismo di tipo liberale, che dice che la popolazione è un elemento fondamentale dell’economia, perché la popolazione è domanda commerciale e produzione.

Molti popolazionisti hanno fiducia nel potere della tecnologia. È un po’ azzardato, bisogna investire in tecnologia ma non farvi fideismi. La tecnologia è a doppio uso, può limitare il bisogno di immigrazione per esempio. Perché può sostituirsi al lavoro.

Non bisogna essere dogmatici: ma il mondo messo così com’è in pericolo.

E’ vero anche che nelle società ricche come Giappone, Italia, Germania, la prospettiva dell’invecchiamento della popolazione è molto vicina e qualcosa si dovrà fare.

Non credo che l’immigrazione sia una buona soluzione: ha costi e pericoli, specie laddove agisca l’incentivo di riunirsi per gruppi e per clan.

- Non sottovalutate l’invecchiamento in alcuni paesi.

- possiamo scordarci di tornare ad essere due miliardi, anche per via dell’inerzia demografica. Le nascite saranno molte per i prossimi decenni

- fame nel mondo: quando la popolazione aumenta aumentano anche le cose brutte oltre a quelle belle.

- Starei attento a disprezzare lo sviluppo economico e la tecnologia. La gente si incazza se deve ridiventare povera.

Giovanni Lo Surdo

Risorse energetiche: informazione, efficienza e ricerca.

Dobbiamo andare oltre le risposte radical chic, dobbiamo investire molti milioni di dollari per i prossimi decenni. L’esaurimento del petrolio non è per domani, il carbone nemmeno, c’è tanto gas, Putin permettendo.

Le fonti rinnovabili dovrebbero sostituire in parte gli idrocarburi per la produzione di energia, ma non i combustibili per i trasporti.

La politica dovrebbe disincentivare le auto di grossa cilindrata o dei suv.

Il trasporto aereo è uno dei grandi produttori di CO2. I voli law-cost producono co2 ma i nostri ragazzi hanno così la possibilità di girare il mondo. È difficile rinunciare a questo. La politica e la scienza devono dare risposte selettive.

C’è bisogno che le persone capiscano che l’energia pulita non esiste, non esiste quella ad impatto ambientale zero. Speravamo nel vento ma le torri non ci piacciono, il solare è bello ma non ci piacciono i pannelli. Non esiste nulla che non abbia impatto ambientale. La più preziosa fonte alternativa è l’efficienza energetica. Incentivi sul risparmio vanno bene. Ma anche per l’efficienza servono investimenti forti e questo è un lusso.

Le nostre migliori speranze devono essere riposte nel solare.

L’Italia è indietro nella ricerca. Abbiamo bisogno di un Progetto Manhattan per le rinnovabili. Molte decine di istituzioni lavorano su queste ricerche. L’Italia non riesce a rinnovare nemmeno le sue università.

Roberto De Fez

Vorrei rispondere a Triarico e a Marco Serventi, che hanno parlato di biodinamica. Ebbene, biodinamiche e ogm lavorano dalla stessa parte. Loro dovrebbero fare la loro ricerca e dovrebbero avere i fondi, così come noi dovremmo fare ricerca sugli ogm. In Italia non si possono mettere in campo ogm, è l’unico paese al mondo in cui non si può. In Italia io non ho il diritto di scegliere di comprare ogm. Questione dei brevetti: questo è il problema centrale, bisogna stare molto attenti. Ma ci sono casi e casi. In India le superfici coltivabili per il cotone sono aumentate di cento volte, per il cotone transgenico. Siccome per il cotone non vale il giochino dei semi ibridi, i semi vengono esportati attraverso il Pakistan. Gli americani hanno una legislazione che li favorisce sui brevetti. Noi dobbiamo avere i brevetti europei e i finanziamenti UE che vanno ai laboratori di ricerca non devono chiedere l’autorizzazione alla industria.

Marco Perduca

Credo dobbiamo proprio fare un secondo convegno sull’energia, che comprenda la discussione sugli ogm. Vi è anche una questione culturale sulla scelta o la sostituzione di alcune colture, indipendentemente dal fatto che siano omg o no.

Di cultura si deve parlare per esempio, anche per quanto riguarda la natalità, in Italia ad esempio, dove siamo bombardati sotto tutti i fronti con un natalismo spinto.

Gabriella Bianco

Sono una funzionaria ONU e una giornalista.

Io vivo all’estero, e penso che voi qui siate davvero eurocentrici.

Lavoro con un gruppo che si occupa di emergenza umanitaria, che non si occupa solo di intervenire immediatamente ma consentire anche lo sviluppo.

A mio avviso ci sono cose che non possono essere privatizzate, che sono proprietà dei popoli, come l’acqua o il gas. La questione della proprietà intellettuale: siamo con le spalle al muro, perché ci sono gli Stati Uniti con Monsanto e poi tra un po’ arriverà il brevetto europeo, così gli africani resteranno schiacciati tra due muri.

Brasile e Argentina: nel nord dell’Argentina che è il granaio del mondo, gli amici americani ed europei hanno comprato grandi territori, piantano la soia che desertifica e i contadini non hanno alcuna possibilità di scelta.

Demografia: in Italia i cittadini hanno pochi figli perché l’economia è terribile. In India sono andati comunità per comunità a discutere di family planning, avendo buoni risultati, ma è difficile farlo in Africa perché il grado di scolarizzazione è troppo basso.

Invece di rapinare i Paesi del Terzo Mondo delle loro ricchezze, diamogli know-how e joint venture. Dobbiamo decidere se vogliamo essere ancora noi europei i rapaci del mondo oppure no.

Marco Perduca

Dobbiamo tenere conto che gli Stati Uniti finanziano programmi internazionali per l’astinenza sessuale, come family planning. Speriamo la tendenza cambi.

Marisa Cohen

Risposta alla signora Gabriella che ha parlato ora. La faccenda della soya argentina non coinvolge l’America o l’Europa, bensì la Cina. L’Argentina vende i terreni alla Cina.

Comunicazione: sulla sovrappopolazione vi è grande silenzio dell’informazione, quando non disinformazione.

Aldous Huxley diceva che la responsabilità di molte cose stava nella figura dello scienziato che a un certo punto dimentica di essere un uomo e diventa uno specialista. Nel 1963 il Science Summit on World Population avevano proposto uno zero population growth per tutto il corso della vita dei loro figli.

Le grandi istituzioni come la FAO, che per ora è riuscita a nutrire bene i suoi impiegati, poi c’è il WHO, poi l’UNICEF, la Banca Mondiale: tutti hanno la loro agenda. Ma il Segretario Generale del 1969 disse “abbiamo dieci anni per affrontare il problema della esplosione demografica”. Ma non si è poi fatto niente.

Giornalisti e star musicali hanno fatto di questo problema una moda, cavalcando la questione del global warming e distogliendo l’attenzione dalla questione sovrappoplazione.

Guido Biancardi

Abbiamo due problemi: il primo è la lettera aperta ad Emma Bonino che ho scritto io, come persona di governo. Trattavo delle grandi opere.

Le grandi opere sono diventate una verità assiomatica. Un fenomeno che si autogoverna. La questione grandi opere va rivista e rivalutata, non solo dal punto di vista economico ma anche culturale, turistico, territoriale. L’argomento va ripreso con maggior osservazione critica. Puzza troppo questa operazione.

I grandi imprenditori pensano alle infrastrutture in modo primario, ma non si capisce bene quali siano i loro interessi.

Immigrazione: noi per poter governare questo fenomeno dovremmo avere dati certi. Invece ora ci affidiamo alla Caritas. Dobbiamo poter effettuare dei controlli. Non può essere trattato solo nella sfera della solidarietà, altrimenti si lascia tutto nell’illegalità.

Maurizio Baruffi

Sono emozionato di tornare in una assemblea radicale dopo 15 anni. Ho iniziato al Partito Radicale, ho proseguito con i Verdi. Mi interesso di qualità della vita nelle città. Se vogliamo ricostruire un pensiero ambientalista ecologista nel nostro paese, non possiamo prescindere all’ambientalismo scientifico, interpretandone bene le conseguenze. L’approccio locale a volte deforma la visuale delle questioni. La sfida politica che parte da quest’assemblea è quella di ripartire a costruire un pensiero che si traduce nell’azione quotidiana di ciascuno.

Emma sottolineava la questione del risparmio energetico. A Milano propongono un premio volumetrico per chi costruisce a risparmio energetico (invece bisognerebbe fare multe a chi non lo fa).

Esistono i limiti dello sviluppo anche per le città. Dovremmo reintrodurre bene il concetto di uso dello spazio pubblico, o dei beni pubblici inalienabili, o degli OGM. La catena economica che si sviluppa va al di là del fatto che attraverso l’uso degli ogm si possa dare risposta alla fame mondiale.

Concetti cardine:

- ricostruire presenza ecologista ambientalista, al di la dei verdi

- verdi e radicali possono ricostruire quel pensiero all’interno del centro sinistra

- EXPO 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita, non può essere un evento commerciale. Il comitato scientifico di expo 2015 dovrebbe essere una sede di dibattito politico vero su questi temi.

Cristina Molinari

Mi hanno colpito due fatti. Nonostante il convegno si sia aperto con l’intervento di Emma sulla sovrappopolazione, dopo non si è quasi mai parlato di donne. Vero che solitamente non contano, ma in fatto di riproduzione qualche cosa da dire loro ce l’hanno. Le donne sono sempre le più povere tra i poveri.

Mi ha colpito un dato: nel mondo ogni minuto muore una donna per parto. Se 800. 000 donne muoiono per il parto, significa che le donne non vengono intercettate quando partoriscono e non possono conoscere poi la contraccezione. Le organizzazioni che si occupano di pianificazione familiare sono state massacrate in questi anni, mentre sono state sostenute le adozioni a distanza.

Mi permetto di ricordare questo fatto. Mi viene in mente che qualche anno fa è stata lanciata la campagna StopFGM, affinché sollecitasse i governi a collaborare con le ONG per contrastare queste pratiche. Forse una campagna contro la “strage delle madri” potrebbe avere come effetto secondario un effetto demografico. Significherebbe premere sui governi affinché stendano una rete per la salute riproduttiva, che intercetti le donne e le aiuti a vivere meglio.

Aldo Loris Rossi

Noi non abbiamo la nuova legge sullo stato del territorio, dal 1942.

Bisogna assolutamente risolvere questo problema legislativo.

Camillo Piazza

Scopro che le mie sensibilità trovano più spazio in questo luogo che altrove.

Nei verdi occorre cambiare pagina. A volte si rischia che la politica dei verdi si arrocchi su posizioni vecchie. Voi potete dare in effetto un futuro diverso ai verdi. Essendo anche un direttore generale degli Amici della Terra, credo che buon governo e ambientalismo debbano andare nella stessa direzione. Chi sarà in commissione ambiente potrebbe lavorare su questi temi:

- questione energetica.

In Italia si produce molta co2. Per ridurre, oltre all’investimento sulle rinnovabili, occorre sostituire il combustibile fossile. Siccome per tanti motivi siamo tutti contro al nucleare (non è economico). Occorre che vengano sostituiti con materiale rinnovabile. Il carbone deve essere sostituito.

- mobilità

Il 30% dell’energia viene consumato dalla mobilità. Se non c’è un piano mobilità non si andrà avanti.

- burocrazia

In Italia abbiamo 27. 000 leggi ambientali, su cui mafia e camorra stravincono per effetto della burocrazia. Dobbiamo fare leggi quadro e ridurre questo monte di decreti.

Paolo Ronci

Sono convinto che c’è un errore di fondo. Siamo convinti che l’economia sia la “struttura”. Io credo che l’economia non possa essere struttura perché è geodipendente, dipende dalle risorse che la terra mette a disposizione.

Questo pianeta è un miracolo di equilibrio. La visione deve essere altra, dobbiamo mettere l’economia dove deve stare, come sovrastruttura.

Le caratteristiche della città: è il motore più potente dell’economia. Dove la ricchezza viene da altre fonti, l’attività costruttiva è comunque frenetica.

Da un punto di vista economico l’attività costruttiva ha sempre una valenza strutturale. L’architettura è ciò che rimane dell’uomo. Così è per l’architettura politico-economica. L’architettura deve essere responsabile della vita dell’uomo. La nostra riflessione sulle crisi alimentari ci deve far capire che non è importante cosa si mangia, ma che dobbiamo mangiare. Forse va rivisto il concetto dell’uomo è ciò che mangia. Forse l’uomo è ciò che costruisce, combacia di più.

Problema energetico: abbiamo sviluppato le ricerche e le tecnologie. L’architettura si sta adeguando al risparmio energetico. È nata per risolvere problemi ambientali.

Guido Ferretti

OGM: mi pare che questo sviluppo tecnologico sia iniziato nel neolitico. Abbiamo sempre creato tecnologie che risolvevano problemi creati da altre tecnologie. Ora che siamo 7 miliardi dobbiamo introdurre questa tecnologia amara degli OGM, come diceva De Fez. . Non possiamo pensare di poter influire sulla natura continuamente cambiando i genomi delle piante.

La stessa cosa è successa con il petrolio e i biofuels. Gli scienziati e i politici hanno causato questi danni.

Igor Boni dice che la demografia non è un problema, dobbiamo dare diritti alle donne e poi avremo come effetto secondario il calo demografico.

Noi invece dobbiamo pensare prioritariamente al futuro del pianeta.



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