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Cellule "chimera": l’accordo quasi bipartisan raggiunto dagli inglesi sul tema

• da La Voce Repubblicana del 22 maggio 2008, pag. 3

Sul sito dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, durante i nostri viaggi virtuali per reperire documentazione sul sì del Parlamento inglese agli embrioni chimera, abbiamo letto un commento sulla materia, relativamente vecchio (novembre 2006), scritto da Margherita De Bac del "Corriere". La giornalista non poteva essere ovviamente a conoscenza di quel sì in parte bipartisan (col concorso di almeno cento conservatori) che ha portato alla revisione dello Human Fertilisation and Embriology Bill, una serie di leggi approvate nel 1990.11 sì dell’altro giorno è, in pratica, un aggiornamento, includente anche il nulla osta alla tecnica per produrre questi embrioni, la cui possibile esistenza (laboratoriale) ha sempre scatenato reazioni fra lo stupefatto e l’oscurantista. In ogni caso, scriveva la De Bac, "la chimera evoca sempre immagini mostruose, uscite dalla mitologia. D’istinto, sì è tentati di rispolverarle adesso che ci vengono riproposte in un ambito tutt’altro che mitologico, la scienza. Ricercatori inglesi vorrebbero creare in laboratorio un embrione misto, in parte umano in parte bovino, per estrarne staminali da sperimentazione. La richiesta di autorizzazione è stata sottoposta all’Hfea, l’autorità per la fecondazione ed embriologia umana, con sede a Londra. 1 test, in caso di via libera, avrebbero la durata di tre anni. L: obiettivo è ottenere le cellule potenzialmente ‘riparatrici’ di tessuti ‘senza sollevare troppe discussioni bioetiche’, per sopperire alla scarsa disponibilità di ovociti femminili donati. La chimera verrebbe infatti ottenuta prendendo una cellula uovo di una mucca, svuotandola del suo nucleo e inserendovi quello di una cellula umana adulta. Se ne trarrebbero staminali compatibili con l’individuo che si intende curare". Il risultato di questa insolita mescolanza interspecie verrebbe fatto crescere al massimo entro il 14° giorno (lo stesso termine temporale previsto dagli inglesi per gli esperimenti sugli embrioni tradizionali) e poi distrutto. Seguivano le parole di Stephen Minger, direttore del laboratorio sulle staminali dell’Università di Londra: "La nostra equipe al King’s College è ottimista. Pensiamo che lo sviluppo di cellule embrionarie con tecniche alternative servirà a stimolare la ricerca di base e lo sviluppo di cure per malattie cerebrali devastanti". Minger sarà soddisfatto, la ricerca può andare avanti. In Inghilterra.

 

Disco verde

Nel 2006 i commenti dall’Italia non si erano fatti attendere. Per Angelo Vescovi, San Raffaele di Milano, si trattava "di un approccio poco scientifico. Si otterrebbero cellule embrionali ibride, con Dna in parte bovino, sconosciute dal punto di vista fisiologico e funzionale. Come si può concepire di utilizzarle nell’uomo? Sono esperimenti che con presunzione vengono proposti come superamento del problema etico ma che nella realtà ne pongono di ancora più gravi. Progetto difettoso ìn partenza". Diverse le idee di Carlo Alberto Redi, direttore scientifico dell’Irccs San Matteo: "Credo che il disco verde ci sarà. Il chimerismo è stato sempre uno strumento di lavoro degli scienziati. Non bisogna nutrire apprensione. L’aspetto mostruoso deve restare nell’immaginario, la pratica biologica è altra cosa. $ solo un artifizio tecnico per espandere staminali impiegando un ovocita di altra specie. Non dobbiamo temere sviluppi sconcertanti". Anche da Londra commentavano, all’epoca. Josephine Quintavalle, direttrice del gruppo Comment on Reproductive Ethics. "Ripugnante. Scienza folle. Umani e animali non devono essere mescolati. La gente rimarrà scioccata". Calura McKellar, Scottish Council of Human Bioethics: "Nella storia dell’uomo specie umane e animali sono state sempre separate. In questo tipo di procedura la distinzione viene meno ed è molto grave".

 

Innovazione

Passiamo invece alle reazioni del 20 maggio 2008, "La ricerca sugli embrioni ibridi è una strada innovatrice e probabilmente porterà a dei risultati, anche se serve tempo". Così Carlo Flamigni, ginecologo e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica. "Questa linea di ricerca può dare dei risultati - ha proseguito - in gran parte nelle malattie genetiche, nelle malattie degenerative, compresi i tumori, e poi in tutte le malattie che comportano degenerazione di cellule molto specializzate che non vengono sostituite, come l’Alzheimer, il Parkinson, il diabete". Secondo Flamigni questo filone di ricerca non è sovrapponibile a quello meno problematico sulle cellule adulte: "Quello che ho sempre letto da parte di tutti i ricercatori è che sono necessarie entrambe, bisogna continuare su tutte le vie che la scienza può aprire, anche perché c’è un continuo scambio di informazioni tra le due strade - ha affermato - Il problema sta tutto nel definire l’inizio della vita personale: affannarsi a dichiarare che tutto inizia con ìl concepimento quando non c’è certezza su queste cose, a me sembra veramente un desiderio di rissa, sarebbe meglio cercare posizioni comuni". Difficile in ogni modo cercarle in un dialogo con il presidente della Pontificia Accademia della Vita, monsignor Elio Sgreccia. Una tale "creazione" rappresenta per Sgreccia "uno dei più bassi livelli di eticità nel campo della bioetica" perché comporta "un tentativo di procreazione interspecie, finora proibito in tutte le leggi sulla procreazione artificiale, che offende la dignità dell’uomo". E ancora: "L’unione uomo-animale, anche se non è sessuale, rappresenta uno degli orrori che sempre hanno destato il rifiuto della moralità". E resterebbe moralmente problematica anche la soppressione di embrioni che al 99 per cento sarebbero umani. Sul piano medico, ha ricordato il vescovo, "ogni volta che si è rotta la barriera uomo-anìmale, sì sono viste conseguenze molto gravi" per la diffusione di infezioni. Mentre "il fatto che da queste cellule staminali venga fuori la medicina per curare le malattie come il Parkinson o l’Alzheimer è un’ipotesi che non ha ancora nessun fondamento, quando poi si sa che per altra via, con le cellule staminali somatiche adulte, ci sono migliori prove scientifiche a favore". Tutto questo però, secondo il religioso, viene ignorato dall’opinione pubblica alla quale si propone invece l’idea che in questo modo si potranno sconfiggere malattie ed handicap. Per Sgreccia, dunque, servirebbe una "conversione dei mass media" affinché "più che obbedire agli ordini di scuderia o dei gruppi interessati, obbediscano alla verità, perché non si creino le illusioni, per fini di compassione umana, su strade che non hanno portato ancora nessun risultato". Si potrebbe tuttavia obiettare che, se le "strade che non hanno portato ancora nessun risultato l’immobilismo su questa sperimentazione porterebbe comunque a risultati del tutto nulli. E se Sgreccia aggiunge poi che "ogni volta che si è rotta la barriera uomo-animale, sii sono viste conseguenze molto gravi", non si vede però perché non sollevare problemi etici anche nel caso della sperimentazione sugli xenotrapianti, dove il donatore è un animale "manipolato geneticamente" (in genere un maiale) al fine di abbassare il rischio di rigetti (anche se alcuni sostengono che proprio abbassando tale rischio si provochi la trasmissione di malattie -- ma in ogni caso il numero di donazioni da uomo a uomo è oggi insufficiente).

 

Variazioni

Con Sgreccia faceva voce unica l’altro giorno, pur con qualche variazione. Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica: "Il fatto che la Camera dei Comuni inglese ha respinto un emendamento che si proponeva di vietare la generazione (attraverso una tecnica analoga’alla donazione) di ibridi umani per la ricerca scientifica è una sconfitta grave sia dal punto di vista pratico, sia dal punto di vista simbolico, perché segna l’incapacità della politica di governare la ricerca scientifica, mantenendo intatto il principio fondamentale di ogni democrazia, e cioè quello che pone l’indisponibilità della vita umana come fondamento della convivenza sociale e come base per il riconoscimento della dignità umana". " L’uomo - ha sottolineato inoltre - non è un vago essere razionale, o una eterea coscienza appesa a un cervello" e le "attuali attività di ricerca sulla vita embrionale, clonata, ibridata, selezionata. studiata e distrutta, ci dovrebbero indurre a pensare a ciò che stiamo facendo, all’immagine dell’uomo che stiamo promuovendo attraverso queste decisioni". Il ritornello dei detrattori, insomma, è sempre lo stesso. Non si inizia neppure una discussione sui dati scientifici, ma si frappongono diaframmi insormontabili a partire dai massimi sistemi. In Italia, del resto, grazie all’assurdità della legge sulla procreazione assistita (le linee guida sono state però modificate dalla Turco all’ultimo momento, ma per il futuro non si sa) sappiamo bene come affrontare certi argomenti. A parole.

 

(a cura di f.be.)



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