Il 49% della popolazione del nostro Paese manca totalmente di autonomia in almeno una funzione essenziale della vita quotidiana, dal lavarsi al nutrirsi. «Ed è un dato destinato ad aumentare», spiega il segretario dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato, durante la tavola rotonda su disabilità e indipendenza organizzata a Roma dall’associazione Coscioni, in collaborazione con il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano e con la Facoltà  di Economia dell’Università  di Roma ‘La Sapienza". Obiettivo: stilare le linee di guida da proporre alle istituzioni su questo delicatissimo tema.
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Alla presenza di numerosi rappresentanti del panorama sanitario e politico, si è parlato della necessità della ratifica della Convenzione Onu sulle disabilità , dell’adeguamento della legislazione interna alla disciplina comunitaria e di un testo unico per i regolamenti sulle barriere architettoniche. Si è discusso anche dell’emanazione di un registro nazionale dei malati SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e dell’urgenza di modifiche alle procedure di aggiornamento del nomenclatore tariffario, di una riforma delle legge elettorale per l’esercizio del diritto di voto alle persone disabili e del potenziamento dell’assistenza indiretta.
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Già lo scorso gennaio, in occasione del Congresso Internazionale "Tecnologie e riforme per superare la disabilità ", l’associazione aveva delineato alcuni punti di partenza, molti dei quali poi raggiunti. Tra questi, il rinnovo del nomenclatore protesico, con la previsione di tecnologie in grado di consentire la comunicazione ai disabili più gravi, e la riforma del contratto di servizio di Stato - Rai, per vincolare l’azienda a rispettare le percentuali dei programmi da sottotitolare. Ma ancora non basta, almeno non a fronte delle complesse esigenze di quei 2 milioni e 800 mila persone che, secondo gli ultimi dati Istat, in Italia soffrono di disabilità . L’Italia, dopo il Giappone, è il Paese più longevo del pianeta e, come ha ricordato Marcello Crivellini, docente al Politecnico di Milano, questo dato da una parte conforta, ma dall’altro spaventa chi è costretto a invecchiare tra mille difficoltà psico-fisiche. Â