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Legge 40, difendiamo le linee guida

• da La Repubblica - Salute del 3 luglio 2008, pag. 23

di Maria Antonietta Farina Coscioni

 

Non è la nostra legge, la legge che noi Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica avremmo voluto; anzi, abbiamo fatto di tutto, perché fosse abrogata. Parlo della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, e che più propriamente dovrebbe esser chiamata: legge sul proibizionismo riproduttivo e scientifico. Di modifiche, ormai nessuno parla più, come se i tanti problemi che questa legge sbagliata implica e comporta siano svaniti; e dire che a suo tempo si assicurava: approviamo la legge per “scongiurare il Far West” (che peraltro non c’era), poi ci impegniamo tutti a perfezionarla, rivederla, modificarla, migliorarla…Niente invece.

 

Per contro, nessuno degli effetti previsti è stato disatteso: riduzione delle nascite, aumento delle gravidanze plurime con i rischi che comportano, aumento dei costi, dei problemi fisici e psicologici delle coppie, distruzione degli embrioni abbandonati, forte penalizzazione della ricerca scientifica… E naturalmente accade quello che si era subito paventato: l’aumento del “turismo” procreativo all’estero. Con la legge 40, per quel che riguarda la regolamentazione delle tecniche di PMA, l’Italia riesce a totalizzare il maggior numero di divieti di tutti gli altri paesi europei messi insieme.

 

Nel giugno scorso l’allora ministro della Salute Livia Turco ha emanato le nuove linee-guida. Un atto dovuto: erano scadute da dieci mesi. E così sanata una grave situazione di mancato rispetto della legge. Un provvedimento, per entrare nel merito, non completamente soddisfacente, anche se è un passo in avanti importante per favorire la scelta autonoma e responsabile della donna, pur nei margini strettissimi della legge 40 e per l’eliminazione del divieto di analisi pre-impianto che non sia limitata all’analisi osservazionale, recependo le sentenze emesse in più occasioni dalla magistratura. Un risultato cui si è giunti anche per la mobilitazione di decine di militanti e dirigenti dell'Associazione Luca Coscioni e del Partito Radicale.

 

A quanto pare non è finita, e ci si dovrà impegnare per respingere l'offensiva che il centro-destra ha in animo di scatenare, con una mozione firmata da centotrenta parlamentari del PdL e dell'UDC, in cui si chiede che queste linee-guida siano ritirate. E’ necessario e urgente rispondere a questa sfida rilanciando l’impegno perché la possibilità prevista con le attuali linee-guida sia estesa anche a pazienti non sterili, e non solo a chi è infetto da HIV o epatite.

Per queste ragioni, con numerose associazioni di malati, l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato un appello perché le attuali linee guida non siano abrogate.

 


NOTE


Deputata radicale nel Pd e co-presidente Associazione Luca Coscioni


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