Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 04 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Per Binetti, l’ostinazione sul testamento biologico altera le priorità

• da Il Foglio del 29 luglio 2008, pag. II

di Paola Binetti

Al direttore - Da qualche anno in Italia sì dibatte con crescente intensità il tema delle dichiarazioni anticipate di trattamento, che si sta imponendo all’attenzione dell’opinione pubblica con l’etichetta impropria di testamento biologico. In effetti con il proprio testamento si danno indicazioni per ciò che dovrebbe accadere dopo la propria morte, mentre con il testamento biologico si vorrebbero dare indicazioni sulla propria morte e sul modo in cui si vorrebbe morire. Proprio questa accezione così ambigua del termine testamento ha generato in molte persone perplessità e il timore abbastanza esplicito che i confini tra testamento biologico ed eutanasia possano essere altrettanto ambigui e difficili da definire con certezza e con chiarezza.

 

Ma la perplessità che si va facendo largo in un’ampia parte dell’opinione pubblica è l’ostinazione con cui si vuole fare del cosiddetto testamento biologico una autentica priorità nel vastissimo panorama dei bisogni dei pazienti e delle loro famiglie. Sembra che ci sia una drammatica emergenza per cui è diventato necessario mantenere viva nella pubblica opinione l’inderogabile necessità di dover disporre del testamento biologico, per morire dignitosamente. In questi ultimi due, tre anni il tam tam mediatico non ha mai smesso di proporre la storia di persone le cui vicende umane suscitano in tutti noi, senza eccezioni di sorta un profondissimo senso di pietà e dì comprensione. Con una connotazione più volte evidenziata, per cui lo spazio e il tempo che si dedicano a chi vuol morire, magari accelerando la propria morte, è infinitamente di più dello spazio e della visibilità mediatica che si assicura a chi invece vuol vivere e chiede con insistenza al sistema politico e alla solidarietà sociale più risorse e migliori condizioni per sé e per i propri familiari.

 

Terapie e investimenti

Ignazio Marino sembra aver fatto del testamento biologico una vera e propria crociata! Con l’ausilio di dati scientifici e di tabelle statistiche, con la memoria clinica di episodi in cui è stato direttamente protagonista, non manca mai di interagire su tutti i principali organi di stampa per ricordare la assoluta necessità di questo strumento normativo. Eppure a fronte delle storie che tutti abbiamo imparato a conoscere e ad amare in questi mesi, da quella di Luca Coscioni, a quella di Piergiorgio Welby, da quella di Nuvoli, alla più recente storia di Eluana Englaro e di Paolo Ravasin siamo convinti che ci siano molti, ma molti altri pazienti che desiderano continuare a vivere e ai quali non si dà sufficiente voce e non si offrono adeguate risorse per venire incontro a bisogni crescenti.

 

La politica che vorrei è una politica per la vita, non solo per la per vita di Paolo ed Eluana, ma anche per la vita di tutti coloro a cui non si dà sufficiente voce e per i quali temo fortemente per i recenti tagli ai bilanci della salute e delle politiche sociali. I disegni di legge che vorrei caldeggiare con tutte le mie forze sono disegni che vanno incontro a questa realtà positiva che si traduce in politiche coraggiose soprattutto per la vita delle persone più fragili, più a rischio di abbandono che non di accanimento terapeutico. E mentre anche io mi unisco a quanti chiedono più silenzio per non strumentalizzare il dolore e la sofferenza, chiedo una voce più forte e più decisa ai colleghi parlamentari e ai colleghi medici per non alimentare nella pubblica opinione una visione distorta della medici- na e della politica. Come se la prima fosse incapace di utilizzare con competenza le terapie contro il dolore e non sapesse inventare modi nuovi per rendere meno invasive e dolorose le terapie di cui dispone. E come se la seconda preferisse legiferare più in fretta in materia di testamento biologico che non di terapie palliative, di ricerca scientifica, di organizzazione sanitaria... Come se non fosse oggi più urgente che mai destinare fondi adeguati alla creazione di strutture per pazienti cronici o in fin di vita, qualunque sia la loro patologia. Parliamo dì questo in Parlamento e sui giornali e incalziamo un governo che appare sfuggente su questo fronte! Creiamo e discutiamo dei disegni di legge che interessano migliaia di pazienti in attesa di un nostro più esplicito impegno a tutela della vita, è questa la vera prevenzione di cui c’è bisogno per evitare richieste di tipo eutanasico, sotto qualsiasi forma ci vengano poste. Nessun paziente è né potrà mai essere considerato un vegetale: è sempre e prima di tutto un uomo. Una vera democrazia non lesina risorse per le persone che versano nelle condizioni più difficili. Il buon governo si anticipa alle loro richieste per supplire, sia pure parzialmente, alle loro maggiori difficoltà. Anche a quelle delle loro famiglie, facilitando congedi più lunghi quando la malattia si aggrava e permettendo pensionamenti anticipati, perché poche cose sono così usuranti sul piano affettivo e sul piano fisico come l’assistenza ai familiari gravemente ammalati. Queste sono le proposte di legge che vorremmo fossero calendarizzate il prima possibile, rassicurando l’opinione pubblica sul fatto che in Parlamento ce ne sono già molte, molto buone e assolutamente bipartisan. Non di solo testamento biologico hanno bisogno i pazienti e le loro famiglie...


NOTE


senatrice del Pd


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail