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Caso Eluana / La posizione dei radicali

• da Avvenire del 31 luglio 2008, pag. 27

di Maria Antonietta Farina Coscioni

 Caro Direttore,  

Avvenire scrive che chiedo «al Governo di "attivarsi" affinché sia eseguita la sentenza che autorizza la morte di Eluana Englaro». Comprendo che Avvenire sia su posizioni opposte alle mie, le semplificazioni però non aiutano. Penso che vada garantito il rispetto della volontà individuale in ogni fase della vita. La mozione che ho presentato con 28 colleghi radicali e del Pd è infatti un sostegno al rispetto della volontà di Eluana; richiama l’art. 32 della Costituzione, l’art. 3 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue e l’art.9 della convenzione di Oviedo; chiede al Governo che siano adottate in tempi brevi misure per il riconoscimento legale del testamento biologico, sotto qualsiasi forma, anche quella in audiovideo di Paolo Ravasin, cittadino trevigiano malato di Sla. In fondo il punto è: vogliamo o no una "buona legge" sulle dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari, che accolga le istanze di tutti i cittadini, che si pronuncino o meno su questi temi? Io questa legge la voglio, e la voglio buona. Per questo mi batto, consapevole che, sebbene lacerante, sia un tema di indubbio interesse sociale, che coinvolge migliaia di persone: quasi 3.000 i casi simili a quello di Eluana, come accertato nel 2005 dal ministero della Salute. Sono stata l’unica parlamentare che, col permesso dalla famiglia, ha visitato Eluana, imprigionata in uno stato di coma vegetativo dal 1992. Ho fissato suoi occhi, che non mi vedevano. Uno sguardo perso, così com’è andata persa la sua coscienza 16 anni fa. Ho ripensato alla consapevolezza di Eluana che, in vita e viva, raccontava la condizione in cui mai avrebbe voluto trovarsi, né tanto meno subire: quella dell’amico sciatore. Sono d’accordo con papà Beppino, che dice: «Non entro in polemica con la Chiesa, libera di esprimere le proprie convinzioni. Dopodiché, staccando il sondino a Eluana si permette alla natura di riprendere il suo corso, rispettando il diritto alla morte. Un diritto interrotto quando dopo l’incidente furono adottati i protocolli di rianimazione che l’hanno portata in questo stato di coma vegetativo». Quel corso naturale invocato anche da Giovanni Paolo II, quando chiese di lasciarlo libero di raggiungere il Padre. Se Avvenire è aperto al confronto non sarò io a tirarmi indietro senza mai dimenticare che abbiamo a che fare con il dolore di persone vere, come la famiglia Englaro, che soffre da anni e continuerà a soffrire se non sarà rispettata la volontà Eluana; volontà che merita ascolto e solidarietà, sempre.

 

Prendiamo atto della sua precisazione. Una sola osservazione di metodo, che poi è anche di contenuto: il punto di vista laico dovrebbe essere così avvertito da non scivolare in paralleli inverosimili al punto da apparire provocatori. La testimonianza di Giovanni Paolo II è inagibile per operazioni politiche. Quando vorrà fare un serio raffronto fra le due vicende, ci troverà sempre a disposizione. La saluto. (db)


NOTE


Deputata radicale-PD Co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica


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