Maria Antonietta Coscioni, presidente dell'Associazione Luca Coscioni e deputato Pd in quota Radicali, è la «svolta» che attendevate?
«E' positivo che la Chiesa non nasconda più la testa sotto la sabbia. Quella di Bagnasco è una buona apertura alla discussione, però non ci tranquillizza la sua volontà di fissare per legge i paÂletti. Sul testamento biologico una norma deve essere ben fatta oppure è liberticida come la legÂge 40 sulla fecondazione assistita: conosciamo il nemico».
Â
Ma non è quello che chiedete?
«Con il caso Eluana la Cei riconosce che esiste un vuoto legiÂslativo, e che un'iniziativa del Parlamento è urgente. Però BaÂgnasco chiede un consenso ampio, "bipartisan", con paletti che sono troppo alti. La Cei cancella dalla dichiarazione anticipata di trattamento l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione, consente al mediÂco di agire contro la volontà del paziente e nega la nomina di un fiduciario al di sopra delle parti che vigili sul rispetto delle intenzioni della persona».
Â
Un'«apertura» per depotenziare il testamento biologico?
«Sì. La Chiesa fa un gesto incoraggiante per assecondare la spinta dell'opinione pubblica, poi fa di tutto affinché dal Parlamento esca una legge che impedisca quelle libertà per le quali era stato avviato il confronto. Insomma, i vescovi entrano per necessità d'immagine, ma in realtà vogliono comandare».