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Le primarie? Basta siano finte

• da L'Opinione del 26 settembre 2008, pag. 2

di Aldo Torchiaro

Se il buongiorno si vede dal mattino, il mattino del Pd si chiama Giovani Democratici. Anche loro dovrebbero unirsi sotto una sola sigla ed eleggere il loro segretario, visto che fino ad oggi sopravvivono Sinistra Giovanile e Giovani della Margherita. Come si elegge il segretario young? Con le primarie. Finte, tanto per cambiare. Il vero segretario c’è già, tutti sanno chi è e però tutti fingeranno di organizzare una campagna al solo scopo di guadagnarsi una qualche visibilità. La summer school da poco conclusa ha discusso di tanta fuffa e di nessuna regola, nello stile in voga nel partito. E il “predestinato” alla nomination, il dalemiano Fausto Raciti, diessino siciliano, sembra preoccuparsene, quando fa capolino al sit in improvvisato martedì dai radicali davanti alla sede del Pd di Sant’Andrea delle Fratte. A organizzarlo è stata Giulia Innocenzi, 24 anni, coordinatrice degli studenti della “Luca Coscioni”, che si candida a guidare la giovanile democratica. “Non ci sono regole chiare e quelle poche che abbiamo sono machiavelliche; la assoluta indisponibilità dei moduli on line per la raccolta delle seicento firme necessarie a candidarsi rende di fatto impossibile avanzare la propria candidatura”, ha detto. Al suo fianco è sceso subito Arturo Parisi: “Sono sicuro che tutti i giovani che sono democratici, si riconosceranno e condivideranno la battaglia di Giulia Innocenzi perché le primarie annunciate per l’elezione del Segretario dei giovani democratici siano realmente democratiche”, ha dichiarato l’ex ministro della Difesa, che rincara la dose: “Pur riconoscendo l’utilità delle ’summer schools’ appena concluse - afferma il leader della componente ulivista -, nessuno può dimenticare che l’unico modo per apprendere la democrazia è praticarla. 

Non basta dire primarie. Né si può additare ossessivamente come nostro modello il sistema americano se di quel sistema copiamo solo le forme propagandistiche e gli aspetti deteriori. Se quelli che sento chiamare come ’young democrats’ d’Italia non traducono in italiano la lezione di democrazia alla quale tutti gli italiani hanno assistito direttamente in tv, il nostro destino è di restare prigionieri della macchietta dell”americano a Roma’ impersonata definitivamente dall’indimenticabile Alberto Sordi, col rischio di trasformare la nostra democrazia in una spaghetti-democracy“. Eppure sembra che qualcuno voglia rincorrere qualche seconda fila delle giovanili del Pd. E’ lo strano caso dei giovani socialisti che, guidati da Francesco Mosca, più che a ricostruire le ceneri del partito che si troverebbero ad ereditare, sembrano interessati solo a ricevere qualche prebenda da Veltroni. Intanto la costruzione della nuova giovanile incontra un problema: non esistono i moduli indispensabili per raccogliere le firme a sostegno dei candidati alle primarie. La prima battaglia su questo fronte è stata vinta dai giovani radicali, che hanno ottenuto il differimento dei termini per la raccolta delle candidature al 3 ottobre. 

Hanno preso atto di aver truccato le regole fino ad oggi, ed è già qualcosa. Il movimento dei blogger ha sollevato il caso e moltissimi giovani democratici la stanno contattando, anche per esprimerle la loro gratitudine per essersi battuta per la legalità contro le direttive dall’alto. ”Ho visto una faida tra correnti che è tristemente radicata in tutto il Pd, fino ai giovani. Sembra un partito già vecchio, anzi già morto“, dichiara a L’opinione Giulia Innocenzi. Che aggiunge di vedere nei giovani una speranza di cambiamento. Ne approfitta ancora Parisi: ”A proposito anche del dibattito aperto dalla vicenda delle cosiddette primarie dei giovani voglio dire ancora una volta sì alle primarie, come scelta trasparente e diretta, purché siano primarie vere. Diciamo ’no’ a primarie pensate per coprire decisioni già prese altrove da altri, ’no’ a primarie pensate come riti collettivi da celebrare e da dimenticare“. E’ sulle regole contestate e invalidate oggi che è stato eletto Walter Veltroni. E se oggi le irregolarità vengono denunciate e corrette, perché nessuno ha avuto il coraggio di farlo prima?



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