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Giulia, la radicale che sfida i «young dem» «Sembrano la Dc, ma organizzati peggio»

• da Corriere della Sera del 26 settembre 2008, pag. 17

di Fabrizio Roncone

«Questa storia delle primarie giovanili nel Pd è gravissima... anzi, no: è comica. A pensarci bene è più comica che grave».

 

(Sa giocare con le parole. Talento indispensabile, per militare nel Partito radicale: Giulia Innocenzi è la coordinatrice studenti dell’associazione Luca Coscioni, ha 24 anni, è nata a Rimini, madre inglese, l’Erasmus a Parigi, poi ospite di una famiglia a Las Vegas, quindi la laurea in Scienze politiche: diciamo che avrebbe un identikit perfetto per piacere a Walter Veltroni). «E invece direi proprio che...».

 

Andiamo con ordine.

«Allora, salto indietro d’un paio di settimane: mi parlano delle primarie, ci penso, l’idea mi piace, decido di candidarmi».

 

Come?

«Ecco, appunto. Apro il sito del Pd: zero, nemmeno una parola. Allora telefono al partito: ma, pure lì, nessuno sa niente».

 

Scusi: sul sito del Pd non c’era traccia delle primarie giovanili?

«Ripeto: neppure mezza parola».

 

Lei, a questo punto, che fa?

«Insisto con il partito. Finché un tipo caritatevole non mi dà il numero di un certo Fausto Raciti, mio coetaneo, ex segretario dei piccoli diessini e, a quanto ne so, il più autorevole candidato alla carica di segretario dei giovani del Pd».

 

Come se...  «Come se, fatte le debite proporzioni, avessero detto a Hillary di chiamare Obama per sapere cosa fare per candidarsi alle primarie americane».

 

Singolare.

«No, ridicolo. Comunque Raciti mi spiega che la bozza di programma che gira sui blog, piena di date scadute e imprecisioni, è ufficiosa, perciò mi consiglia di stare ferma e buona, tanto sarà lui a richiamarmi».

 

La richiama?  «No. Così, giovedì scorso, sul quotidiano Europa, scrivo una lettera aperta a Veltroni, spiegandogli ciò che accade».

 

E lui?

«Non risponde».

 

Nemmeno un sms?

«Nemmeno».

 

Strano.

«Giuro: mi ignora. Per fortuna, però, domenica sera mi chiamano certi tipi di un blog, pdnetworkgiovani.it: e mi spiegano che finalmente c’è, sia pure clandestino, un regolamento ufficiale».

 

Contenuto?

«Per candidarsi bisogna presentare 6°00 firme entro giovedì, cioè oggi».

 

Quattro giorni di tempo. Pochini.

«Infatti domenica sera chiamo l’agenzia Ansa e detto un’altra lettera, la seconda, destinata a Veltroni».

 

Risultato?

«Continua a far finta di niente. Solo che io, lunedì mattina, mi scateno...».

 

Giovane cuore radicale... 

«Creo un blog, giuliainnocenziworldpress.it, spedisco una email di denuncia a tutti i parlamentari del Pd e comincio a raccogliere le firme utilizzando i moduli che Pannella usò un anno fa, per le primarie dei grandi».

 

Martedì, che succede?

«Organizzo un sit-in davanti alla sede del partito, al Nazareno, dov’era convocata la segreteria... chiedo di vedere Veltroni, e aspetto lì due ore, mentre passano tutti, Bersani, la Bindi che mi incoraggia...».

 

E Veltroni?

«Niente. Ad un certo punto, mi manda fuori Franceschini. Che, tutto soddisfatto, annuncia due decisioni: il regolamento andrà sul sito, la data del voto slitta al 3 ottobre».

 

È qualcosa.

«E qualcosa di patetico. Sono divisi per correnti, tutti hanno un piccolo candidato... D’Alema ha il suo, un certo Roberto Speranza... Rutelli ha il suo, un tal Nobile... insomma sembrano proprio la Dc, senza però averne l’organizzazione...» .



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