Giulia Innocenzi, 24 anni, riminese, studentessa di Scienze politiche al Luiss di Roma, radicale, coordinatrice degli studenti dell’associazione Luca Coscioni, è candidata alle primarie per scegliere il leader dei giovani Pd, il 17 e 18 ottobre. Non è stato facile, un regolamento un po’ complicato sembrava sbarrarle la strada. Poi, grazie a una battaglia mediatica in perfetto stile pannelliano, è stata ammessa. Sfiderà Fausto Raciti, già capo dei giovani Ds, Dario Marini e Salvatore Bruno.
Â
Hai vinto la tua battaglia e sei candidata. Eppure continui a protestare, possibile che nulla funzioni in queste primarie?
«Ho vinto? In realtà sul sito del Pd non ci sono neppure i nomi dei candidati, e non esiste un documento che attesti che le firme che ho raccolto sono valide e sono ufficialmente candidata. Che la mia candidatura è stata accettata me l’hanno detto per telefono. Vorrei che tutto fosse trasparente e pubblico, servirebbe anche a far conoscere le primarie: mancano 9 giorni e ci sono interi circoli Pd che non ne sanno nulla, figuriamoci i giovani italiani. Non si sa neppure dove si andrà a votare: sono primarie clandestine».
Â
Perché hai deciso di candidarti proprio nel Pd? É una mossa di disturbo "alla Pannella"?
«È dagli anni 50 che i radicali vogliono dar vita a un partito democratico. Io non mi ritrovo del tutto in come sta nascendo il Pd, tutto chiuso fra le correnti che vi sono confluite. E le irregolarità  nel percorso di costruzione della "giovanile" lo confermano».Â
Â
Ad aprile hai votato Pd?
«Sì, soprattutto perché c’erano i radicali in lista e le loro istanze: laicità , ricerca, antiproibizionismo. Io voglio portare questi temi tra i giovani democratici, voglio che il giovanile sia veramente aperto a chi crede nel progetto del Pd, non la somma dei giovani Ds e Margherita».
Â
In una intervista al Corriere hai bastonato i giovani democratici: «come la vecchia Dc ma peggio organizzati». É proprio vero? Sei stata alla scuola di Cortona, lì ce n’erano parecchi...Â
«No, sono stata alla scuola di liberalismo Luca Coscioni. Ma sono convinta che tra i giovani democratici ci siano molte energie vive. E poi io non parlo della vecchia Dc: il giornalista del Corriere mi ha proposto quella immagine per descrivere un processo chiuso in correnti e io ho risposto che calzava».
Â
Accusi i tuoi rivali di essere cloni dei leader, eppure anche tu potresti essere etichettata come figlioccia di Pannella e Bonino...
«La proposta di candidarmi me l’hanno fatta alcuni giovani democratici che volevano qualcuno che parlasse di laicità . Non sono eterodiretta».Â
Â
Pensi di poter vincere?
«Se ci sarà una informazione adeguata penso di potercela fare. E invece il Pd non fa nulla per promuovere queste primarie, sta lasciando questo processo allo sbando».Â
Â
Sei stata iscritta ai giovani di An?
«Sì, avevo 16 anni e la mia famiglia vota centrodestra. Forza Italia non mi piaceva e allora mi sono avvicinata ad Azione Giovani. Poi ho capito che non erano le mie idee, ma quando si è giovani capita: si sperimenta, si conosce e questo aiuta a farsi le proprie opinioni. Per questo ho chiesto che potesse votare alle primarie anche chi in passato non ha votato Ulivo o Pd, di eliminare quella "clausola di coscienza". L’hanno tolta».
Â
Cosa dicono i tuoi genitori della tua candidatura nel Pd?
«Mio padre non è contento, vorrebbe che tornassi a Rimini a lavorare nella sua azienda. Però la politica è la mia passione più grande, sogno di fare questo lavoro».Â
Â