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« Il Pd sta oscurando le primarie dei giovani»

• da L'Unità del 9 ottobre 2008, pag. 9

di Andrea Carugati

Giulia Innocenzi, 24 anni, riminese, studentessa di Scienze politiche al Luiss di Roma, radicale, coordinatrice degli studenti dell’associazione Luca Coscioni, è candidata alle primarie per scegliere il leader dei giovani Pd, il 17 e 18 ottobre. Non è stato facile, un regolamento un po’ complicato sembrava sbarrarle la strada. Poi, grazie a una battaglia mediatica in perfetto stile pannelliano, è stata ammessa. Sfiderà Fausto Raciti, già capo dei giovani Ds, Dario Marini e Salvatore Bruno.

 

Hai vinto la tua battaglia e sei candidata. Eppure continui a protestare, possibile che nulla funzioni in queste primarie?

«Ho vinto? In realtà sul sito del Pd non ci sono neppure i nomi dei candidati, e non esiste un documento che attesti che le firme che ho raccolto sono valide e sono ufficialmente candidata. Che la mia candidatura è stata accettata me l’hanno detto per telefono. Vorrei che tutto fosse trasparente e pubblico, servirebbe anche a far conoscere le primarie: mancano 9 giorni e ci sono interi circoli Pd che non ne sanno nulla, figuriamoci i giovani italiani. Non si sa neppure dove si andrà a votare: sono primarie clandestine».

 

Perché hai deciso di candidarti proprio nel Pd? É una mossa di disturbo "alla Pannella"?

«È dagli anni 50 che i radicali vogliono dar vita a un partito democratico. Io non mi ritrovo del tutto in come sta nascendo il Pd, tutto chiuso fra le correnti che vi sono confluite. E le irregolarità nel percorso di costruzione della "giovanile" lo confermano». 

 

Ad aprile hai votato Pd?

«Sì, soprattutto perché c’erano i radicali in lista e le loro istanze: laicità, ricerca, antiproibizionismo. Io voglio portare questi temi tra i giovani democratici, voglio che il giovanile sia veramente aperto a chi crede nel progetto del Pd, non la somma dei giovani Ds e Margherita».

 

In una intervista al Corriere hai bastonato i giovani democratici: «come la vecchia Dc ma peggio organizzati». É proprio vero? Sei stata alla scuola di Cortona, lì ce n’erano parecchi... 

«No, sono stata alla scuola di liberalismo Luca Coscioni. Ma sono convinta che tra i giovani democratici ci siano molte energie vive. E poi io non parlo della vecchia Dc: il giornalista del Corriere mi ha proposto quella immagine per descrivere un processo chiuso in correnti e io ho risposto che calzava».

 

Accusi i tuoi rivali di essere cloni dei leader, eppure anche tu potresti essere etichettata come figlioccia di Pannella e Bonino...

«La proposta di candidarmi me l’hanno fatta alcuni giovani democratici che volevano qualcuno che parlasse di laicità. Non sono eterodiretta». 

 

Pensi di poter vincere?

«Se ci sarà una informazione adeguata penso di potercela fare. E invece il Pd non fa nulla per promuovere queste primarie, sta lasciando questo processo allo sbando». 

 

Sei stata iscritta ai giovani di An?

«Sì, avevo 16 anni e la mia famiglia vota centrodestra. Forza Italia non mi piaceva e allora mi sono avvicinata ad Azione Giovani. Poi ho capito che non erano le mie idee, ma quando si è giovani capita: si sperimenta, si conosce e questo aiuta a farsi le proprie opinioni. Per questo ho chiesto che potesse votare alle primarie anche chi in passato non ha votato Ulivo o Pd, di eliminare quella "clausola di coscienza". L’hanno tolta».

 

Cosa dicono i tuoi genitori della tua candidatura nel Pd?

«Mio padre non è contento, vorrebbe che tornassi a Rimini a lavorare nella sua azienda. Però la politica è la mia passione più grande, sogno di fare questo lavoro». 

 



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