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«È vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...»

• da Il Giornale del 27 ottobre 2008, pag. 7

di FA

Ha infilato una bella zeppa nel meccanismo telecomandato per l’elezione di segretario dei giovani democratici. Ha messo su un blog, ha promosso una raccolta di firme e ha sfidato il superfavorito Fausto Raciti, provocando lo slittamento delle elezioni. Non c’è da sorprendersi perché la scuola è quella di Marco Pannella. Giulia Innocenzi milita nel partito radicale ed è coordinatrice studenti dell’Associazione Luca Coscioni. Impegnata pure sul fronte delle proteste universitarie, incarna alcune delle tante contraddizioni di un movimento studentesco che si definisce apolitico sul quale però opposizione e Pd cercano di mettere il cappello.


È d’accordo con l’occupazione?

«Sono d’accordo. Gli studenti devono trovare il modo di esprimere le loro istanze».


Ma non si era espressa contro il no ideologico criticando le occupazioni?

«Sì. Gli studenti manifestano per difendere il diritto allo studio e sarebbe contraddittorio interrompere la didattica».


Quindi?
«Dico no al blocco della didattica e sì alle occupazioni durante i weekend e la notte. Ancora meglio le lezioni tenute in piazza perché pur non interrompendo l’attività didattica fanno emergere il problema dei tagli all’università. Il cittadino che paga i contributi deve sapere che con questi tagli ci viene negato il diritto allo studio».


Quale ateneo frequenta?
«Laurea specialistica in amministrazione pubblica alla Luiss».


Un’università privata?
«Sì».


Come mai?
«Semplicemente perché quando dovevo scegliere ho letto sulla classifica di Repubblica che la migliore facoltà di Scienze Politiche era quella della Luiss».


Tra le accuse che gli studenti lanciano alla Gelmini c’è pure quella di far entrare i fondi dei privati negli atenei e di volerli trasformare in fondazioni.

«Quella delle fondazioni è una questione complessa perché va bene l’autonomia gestionale, ma poi se subentra l’autonomia contabile le fondazioni aumentano le tasse e soltanto i ricchi possono permettersi di pagarle. Sarebbe un sistema iniquo».


Adesso non lo è?
«È iniqua pure la retta bassa uguale per tutti. Però con gli interventi della Gelmini peggiorerebbe anche perché per ora parla soltanto di tagli e non di riforma».


Ma vi sta bene un’università autoreferenziale dove imperano privilegi, sprechi e baronie?

«No. Siamo contro baronie e nepotismo ma non possiamo accettare i tagli contenuti nell’articolo 66 della 133. Il governo ha fatto molto per sostenere l’Alitalia ed i debiti ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba essere fatto con l’Università».


Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei bilanci dagli atenei?
«Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi che servono soltanto a dare una cattedra al professore. Il nostro approccio non deve essere ideologico ma non ci si può far credere che la soluzione siano soltanto tagli a livello strutturale. E per ora la Gelmini ha messo soltanto quelli nero su bianco».



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