Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 07 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Il caso Englaro torna a essere una storia privata

• da Il Riformista del 14 novembre 2008, pag. 7

di Alessandro Calvi

Ora non ci sono più ostacoli. Eluana Englaro potrà «essere liberata», come ha sempre chiesto il padre. La Corte di cassazione ha eliminato ieri anche l’ultimo ostacolo, dichiarando inammissibile a sezioni unite civili il ricorso della Procura generale di Milano. Dopo 16 anni di battaglie legali, dunque, papà Beppino ce l’ha fatta. Eppure, proprio ora quando, dopo tanti anni, il traguardo sembra a portata di mano, c’è da compiere l’ultimo tremendo sforzo: staccare la spina.

 

La fine arriverà in silenzio perché ora la storia di Eluana, forse, torna a essere una storia privata. Ma intorno la politica ha ricominciato a urlare. C’è chi si è scagliato contro la magistratura - tanto che al Csm è stata depositata una pratica a tutela della Cassazione - chi ritiene si sia introdotta in Italia l’eutanasia e chi, invece, no. E così è ripartito anche il dibattito sul testamento biologico che potrebbe ora ricevere un’accelerazione nel suo iter parlamentare, sinora piuttosto accidentato.

 

«Viviamo in uno stato di diritto», sono state le prime parole di Beppino Englaro. Poi, ha aggiunto: «Ora via da questo inferno». E l’inferno è la condizione nella quale Eluana e la sua famiglia sono stati precipitati da un incidente stradale che 16 anni fa - Eluana aveva vent’anni - ridusse la ragazza in stato di coma vegetativo permanente, e, dunque, in un limbo tra la vita e la morte in cui la tecnologia ha tenuto prigioniera una ragazza che suo papà ha sempre definito una «purosangue della libertà».

 

Ora da quel limbo la si potrà fare uscire. Spiega l’avvocato della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini, che «la Cassazione ha messo la parola fine alla controversia perché diventa non più impugnabile la decisione della corte di appello di Milano. Poi - aggiunge - si può continuare a giocare però chi gioca deve sapere che lo fa contro il diritto». Il riferimento sembra essere a quanto avvenne dopo la decisione della Corte di appello di Milano che autorizzava l’interruzione della nutrizione. La Regione Lombardia, ad esempio, negò una struttura perché si potesse procedere al distacco del sondino che tiene in vita la ragazza. Ma «ora cambia tutto», dice ancora Angiolini, perché «c’è una decisione non più impugnabile. Se si comincia a contestare l’esecuzione delle sentenze da parte delle autorità pubbliche - chiosa - questo paese ha qualche problema». L’uscita di scena, però, non sarà facile per Eluana. Dal momento in cui il sondino naso-gastrico verrà distaccato, potrebbero passare anche due settimane fino al momento della morte. Il corpo di Eluana, nonostante tutto, è ancora forte. Non sarà comunque una morte dolorosa perché, dicono i medici, Eluana non è più in grado di percepire dolore. Ne sono convinti il neurologo Carlo Alberto Defanti e l’anestesista Mario Riccio che seguì Piergiorgio Welby.

 

Sul dove ciò avverrà, però, si cerca di mantenere un comprensibile riserbo. Le ultime indicazioni portano nei pressi di Udine, zona d’origine della famiglia. 

 

Prigioniera Eluana è rimasta anche delle infinite dispute che si sono accese in questi anni mentre suo papà faceva avanti e indietro tra le aule dei tribunali di mezza Italia. Per rimanere all’ultimo anno, va ricordata la sentenza della Cassazione che ha permesso alla Corte di appello di Milano di autorizzare l’interruzione della nutrizione. Quindi, il ricorso della Procura generale milanese mentre il Parlamento partiva alla carica contro la Cassazione, accusandola di aver invaso il campo del legislatore. La Suprema corte fu trascinata davanti alla Consulta che però, dando uno schiaffo non da poco alla politica, stabilì che le ragioni delle Camere non erano fondate.

 

E ieri lo scontro politico si è riacceso. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha parlato di una magistratura che impone al paese una forma di eutanasia «violando le leggi in vigore». Secondo Gaetano Quagliariello «Ponzio Pilato non abita solo alla Consulta ma anche alla Cassazione». Fabrizio Cicchitto, che è in numerosissima compagnia, ritiene sempre più indispensabile una legge sul testamento biologico. Stessa posizione, ma sul fronte opposto e con idee ben diverse su come la legge dovrà essere, di Anna Finocchiaro e Ignazio Marino. Mentre dalla associazione Luca Coscioni parlano di sentenza giusta.

 

Ma ora tutto ciò è il passato, almeno perla famiglia Englaro. Beppino ha sempre detto che, vinta la battaglia, la vicenda di sua figlia doveva tornare ad essere una storia privata. Ora non resta che dare un’ultima carezza al corpo di quella figlia che per lui ha smesso di vivere 16 anni fa, subito dopo l’incidente stradale. Avverrà in silenzio, probabilmente lontano da tutti e da tutto.



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail