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"Pena di morte", la maggioranza assalta i giudici

• da La Repubblica del 14 novembre 2008, pag. 4

di Alberto Custodero

Il mondo politico si divide sul caso Eluana. La maggioranza è critica sul piano etico e attacca i magistrati. L’opposizione plaude con la deputata Maria Antonietta Coscioni («la Cassazione in sintonia con l’80% del Paese»). E, per voce della senatrice Pd Anna Finocchiaro, chiede al più presto l’approvazione in Parlamento di una legge sul testamento biologico. Mentre gli attacchi ai giudici suscitano la forte reazione del Csm che, «per la prima volta, su richiesta di tutti i togati, aprirà una pratica a tutela dell’autonomia dell’operato della Cassazione che ha solo applicato la legge», non mancano, tuttavia, spaccature all’interno dei singoli schieramenti. Nel centro sinistra i cattolici prendono le distanze dalla sentenza della Cassazione, mentre nel centrodestra alcuni laici, come Margherita Boniver, esprimono solidarietà alla famiglia Englaro.

 

Il Governo invece critica la sentenza della Cassazione con il sottosegretario dell’Interno Alfredo Mantovano («è stata introdotta l’eutanasia»). E con quello al Welfare Eugenia Roccella («per la prima volta qualcuno muore a causa di una sentenza»). Isabella Bertolini, del Pdl, rincara la dose accusando addirittura i magistrati di aver «firmato una condanna a morte». Sulla stessa linea, ma dai centristi dell’opposizione, anche Luca Volonté, deputato Udc («il primo omicidio di Stato in nome del popolo italiano»). I pesanti attacchi alla magistratura hanno provocato l’immediata reazione del Csm, che in difesa dei giudici aprirà oggi una pratica a tutela della Cassazione. Ma dall’opposizione contrattacca Rosy Bindi, che ribalta sulla maggioranza la responsabilità della sentenza sul caso Eluana. «Chi oggi si scaglia contro la Cassazione e parla di eutanasia - tuona il vicepresidente della Camera - è il principale responsabile politico di questa situazione perché nella precedente legislatura ha impedito l’approvazione di una legge su questa materia». La sentenza della Cassazione è commentata con cautela dalla senatrice Vitto ria Franco, ministro ombra delle Pari Opportunità del Pd, secondo cui «il messaggio della Corte è chiaro: serve una legge sul testamento biologico». A questo proposito, però, s’è già creato un fronte cattolico bipartisan di parlamentari (fra questi, Binetti, Calgaro e Boselli del Pd, Di Virgilio, Vignali e Lupi del Pdl), per chiedere una legge che «escluda l’eutanasia attiva o passiva». Fra chi si smarca dal Pdl «per combattere una battaglia di laicità su un tema che non deve diventare oggetto di crociate ideologiche e religiose», il presidente del comitato Schengen, Margherita Boniver. La deputata del Pdl, dopo aver «reso omaggio alla battaglia d’amore e trasparenza della famiglia di Eluana che s’è battuta per dare attuazione ai desideri della loro figliola», si augura che Al Parlamento approvi un ddl che riconosca il diritto dell’autodeterminazione dell’individuo e, nel contempo, quello all’obiezione di coscienza dei medici». Anche fra la maggioranza c’è chi ora auspica una norma sul testamento biologico. La vuole Roberto Cota, capogruppo della Lega («il Carroccio ha già presentato un suo progetto»), c il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, secondo cui deve «trattarsi di una legge equilibrata, frutto di un incontro fra laici e cattolici che segni una discriminante rispetto all’eutanasia, ma anche che dia attuazione, nelle forme ragionevoli e possibili, alla esplicita dichiarazione di volontà dell’interessato».

 

In difesa dei giudici è scesa in campo anche l’Anm. Per il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, «le decisioni giudiziarie possono essere oggetto di critica anche aspra, ma non bisogna scendere al livello dell’insulto o della denigrazione».



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