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Via libera della Cassazione Ora Eluana può morire

• da Europa del 14 novembre 2008, pag. 6

I giudici hanno accolto la richiesta del padre di Eluana Englaro: sua figlia potrà morire. La cassazione ha autorizzato i medici a sospendere l’alimentazione alla donna in coma da 17 anni. «Viviamo in uno stato di diritto», ha commentato a caldo la sentenza Beppino Englaro, il padre della donna ricoverata nella casa di cura Beato Talamoni a Lecco. Mentre la chiesa, per bocca di Monsignor Fisichella, parla di «eutanasia». Diventa quindi definitivo il decreto della corte di appello di Milano che, già nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale ad Eluana. Il ricorso presentato dalla Procura contro la .sentenza di Milano è stato giudicato «inammissibile». Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l’autorizzazione a sospendere l’alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi. Eluana, che ha compiuto 38 anni, lascerà presto le suore che l’accudiscono dal 1994 nella casa di cura privata e sarà trasportata in una clinica per le ultime ore di vita. Accanto avrà un medico e, come sempre, suo padre.

 

L’ultimo atto della vicenda ha provocato le prevedibili reazioni delle forze politiche che più hanno seguito l’odissea di Eluana e di suo padre. A partire dal fronte del no. Per il sottosegretario all’interno ed esponente di An, Alfredo Mantovano, «una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana, privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente, impone questa sua opzione al paese violando le leggi in vigore». Per Luca Volontè dell’Udc la cassazione «autorizza il primo omicidio di stato in nome del popolo italiano». L’associazione Scienza e Vita arriva addirittura a chiedere una esecuzione pubblica e con testimoni, visto che «si tratta di una vera e propria condanna a morte in età repubblicana». Dalla parte dei magistrati invece si schierano i radicali. Mina Welby, la moglie di Piergiorgio, si sente vicina al padre di Eluana: «Oggi finisce il lutto di Beppino Englaro. Sono felice perché la volontà di Eluana può essere adempiuta, temevo che tutto ciò si prolungasse ancora di più e che le intrusioni ideologiche continuassero». Sulla stessa linea Maria Antonietta Coscioni, che si congratula per la pronuncia della cassazione: «I giudici hanno dimostrato di essere in sintonia con la maggioranza del paese, se è vero che oltre 180 per cento degli interpellati sostiene che è favorevole alla richiesta di interruzione di cure, quando si presentano casi come quelli di Eluana». Ora, dice ancora, «l’ unica cosa da fare è rispettare non solo la sentenza, ma il dolore e la lacerazione che in questi anni hanno accompagnato i familiari, nei confronti dei quali è stata esercitata una incredibile violenza e contro i quali si sono usati termini e toni terrificanti». 

 

Il Pd invece sottolinea l’esigenza di una legge che regoli la questione. Per Anna Finocchiaro «la sentenza ci grida forte la necessità di una legge che regoli la materia. Non possono e non devono essere più i tribunali, come spesso è avvenuto, a prendere decisioni così importanti per la vita dei cittadini. Andare avanti così non ha più senso e serve al più presto introdurre il testamento biologico che permetta ad ognuno, se lo vuole, di indicare le proprie volontà riguardo alle terapie ché ritiene accettabili se un giorno si trovasse nelle condizioni di non potersi esprimere».



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