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Le nostre battaglie di sinistra

• da Europa del 21 novembre 2008, pag. 4

di Giulia Innocenzi

Perché un ragazzo dovrebbe votare per le primarie del 21 novembre? Perché le primarie dei Giovani democratici potrebbero costituire un processo rinnovatore per la politica italiana: diritto di voto ai quattordicenni, "primarie aperte" come recita l’articolo 1 del regolamento, possibilità per chiunque di votare e di farsi votare. Questo sulla carta.

 

La partitocrazia, però, ha cercato di soffocare tale processo democratico, omettendo le regole e la trasparenza. Siamo noi, elettori e candidati, che abbiamo ora in mano lo strumento delle primarie, e possiamo decidere se farne uri occasione di implementazione della democrazia interna dei partiti - come ho cercato di fare attraverso la mia candidatura - piuttosto che un meccanismo di cooptazione autoreferenziale per la struttura partitica.

 

Con un’autonomia nel metodo e nel merito, i Giovani democratici potrebbero riportare il Pd alle battaglie di quella sinistra europea e progressista ad oggi escluse dall’agenda politica italiana: la laicità, i diritti civili, l’autodeterminazione, l’antiproibizionismo. Perché «dal corpo dei malati al cuore della politica» i tanti Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, e le Eluana Englaro e i Giovanni Nuvoli, possano avere voce in parlamento e non debbano sentirsi dire che «sulla vita non si vota». Perché gli omosessuali possano autodeterminarsi, liberi da chi vuole imporre loro una sessualità dettata da morali altre. Perché gli studenti possano frequentare una scuola libera e laica, valutata attraverso dati pubblicati su internet, che permettano la competizione fra gli istituti basata sulla qualità dell’insegnamento. Perché l’università non sia più soffocata dalle baronie autoalimentate dal valore legale del titolo di studio, dall’obbligatorietà dei concorsi universitari, e da una ricerca limitata da leggi oscurantiste.

 

Per le battaglie che ho portato avanti finora e per quelle che vorrò compiere all’interno dei Giovani democratici. Con la chiarezza e la trasparenza con cui mi sono presentata sin dall’inizio, con la mia tessera di Radicali italiani, dell’associazione Luca Coscioni e del Partito democratico. Perché credo nel Pd e credo che possiamo riformarlo, insieme.



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