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Eluana scontro politico su Sacconi indagato

• da Il Mattino del 19 gennaio 2009, pag. 11

di Gino Cavallo

Ancora un giorno di "ordinario" dolore per la famiglia Englaro, per papà Beppino che chiede di poter esercitare quel diritto riconosciutogli a tutti i livelli dai tribunali della Repubblica: accompagnare alla morte la figlia Eluana, da 17 anni in stato vegetativo persistente, interrompendo l’alimentazione e l’idratazione. Ordinario non è però il giorno giacché il 18 gennaio del 1992 l’auto su cui viaggia Eluana al ritorno da una festa si schianta contro un muro e la ragazza entra in quello stato comatoso che da allora la tiene tragicamente prigioniera. E in coincidenza con questo anniversario i radicali con Marco Cappato e l’associazione «Luca Coscioni» con Silvio Viale organizzano a Lecco la manifestazione «Per la libertà di Eluana»: una fiaccolata percorre le strade della città sino ai cancelli della clinica «Beato Luigi Talamoni» dove la figlia è ricoverata e al suo capezzale depone diciassette rose rosse.

 

E intanto non si placa la polemica politica riaccesa dalla decisione dei magistrati romani di dar seguito all’esposto presentato dal leader radicale Marco Pannella contro Maurizio Sacconi, ministro del Welfare. In campo scende il segretario del Pd, Walter Veltroni: «Non è possibile che un ministro dica ad un ospedale "se fate questo noi vi facciamo delle ritorsioni di carattere amministrativo". Questo in un Paese democratico non esiste». Quella direttiva emanata da Sacconi alla base della decisione della clinica di Udine di ritirare la disponibilità ad accogliere Eluana per accompagnarla alla fine per il segretario "democrat" è «una cosa molto grave». «Penso che Sacconi - conclude Veltroni - debba dare delle spiegazioni al Paese».

 

Opposta e altrettanto ferma la posizione della maggioranza, che difende a spada tratta il titolare del dicastero del Welfare. E bolla come «inconcepibile» la decisione della Procura romana di intestare un fascicolo al ministro. «In questo caso la vera violenza la stanno commettendo i giudici», commenta il sottosegretario Aldolfo Urso.

 

Mentre i politici battagliano sulla sorte di sua figlia, Beppino Englaro e i suoi familiari vanno avanti per la strada intrapresa. Quello che chiedono è il rispetto della decisione legittimamente assunta dalla magistratura. Esaminano le varie ipotesi profilatesi in questi ultimi giorni, tra cui quella non ufficialmente confermata della Campania. Di commenti non intende fame nemmeno Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna, la regione dove pure esisterebbero strutture sanitarie disponibili ad accogliere Eluana. Errani rinvia alla posizione assunta due giorni fa: «La scelta del luogo di cura e assistenza appartiene alla libera scelta del cittadino, è tutelata dalla legge e non può essere frutto di atti delle autorità di governo regionali o nazionali». Il governatore emiliano non ha comunque dubbi: la lettera ministeriale di Sacconi, quella che dichiara illegale la sospensione della nutrizione in tutte le strutture sanitarie, «è giuridicamente ininfluente di fronte alla definitiva pronuncia della Corte di Cassazione».

 

E la curatrice di Eluana, l’avvocato Franca Alessio, conferma che gli Englaro non recedono: «Se non si dovessero trovare altre soluzioni, ritorneremo a chiedere con forza che l’attuazione della decisione di interrompere l’alimentazione artificiale a Eluana avvenga in Lombardia, non escludendo neppure la stessa clinica "Beato Luigi Talamoni", dove ora è ricoverata».



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