Se diventerà legge la proposta che prevede il deposito del testamento biologico presso i notai, loro saranno pronti: lo fanno già  adesso. In assenza di una normativa, migliaia di italiani hanno messo nero su bianco le proprie volontà postume e centinaia si sono rivolti ad un notaio per autenticare la scelta di quali terapie accettare o rifiutare. Compresa, anzi al primo posto, la nutrizione e idratazione artificiale.
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UN CASO POLITICO
A dicembre il caso era diventato politico. Quando, in piena vicenda Eluana Englaro e subito dopo la circolare del ministro Sacconi, era stata annunciata una convenzione tra le Associazioni Luca Coscioni e A Buon Diritto con il Consiglio nazionale del notariato per istituire un registro dei professionisti disponibili a redigere il testamento biologico su un modulo prestampato (quello messo a punto dall’Associazione Veronesi) a prezzo simbolico (da zero a 20 euro). Immediati gli strali del sottosegretario all’Interno Mantovano che parlò di «certificazione arbitraria» adombrando sospetti di un business: «Fughe in avanti e fantasie paralegislative». Altrettanto subitanea la retromarcia del Consiglio: «Priva di fondamento l’ipotesi di un atto notarile che certifichi la fine vita o di iniziative che non tengano conto della normativa attuale e del dibattito parlamentare». Stupore di Luigi Manconi che ha ricordato - e denunciato - i mesi di trattative gettati alle ortiche in un minuto.
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OBIEZIONE DI COSCIENZA?
Fine della storia? Tutt’altro. Perché con buona pace della politica, il testamento biologico (o «direttive avanzate») è ormai prassi anche nel nostro Paese. Gian Franco Condò, notaio in Lecco dal 1967, negli ultimi tempi ha redatti sei (più il proprio, autenticato da un collega) : «Sono di tendenza aperta e ho pesantemente criticato il Consiglio perché dopo convegni e prese di posizione ha fatto marcia indietro appena è intervenuto Mantovano». Non basta: ori line, sul sito della categoria, è nato un acceso dibattito con tante voci contrarie quante favorevoli. «C’è una grossa discussione - conferma Condò - La questione è controversa». Non tutti i notai sono disposti a fare questo tipo di documenti: è legittima l’obiezione di coscienza? «A mio avviso è inaccettabile. Un notaio ha l’obbligo di ricevere tutti gli atti tranne quelli vietati». Il costo? «Da me, gratis. C’è un fine sociale».
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Sulle stesse posizioni è Leonardo Milone, notaio in Roma, tra i primi in Italia a pubblicare scritti sulla materia: «Sull’onda emotiva suscitata dal dibattito aperto da Umberto Veronesi il Consiglio nazionale ha prodotto la bozza di testamento biologico. Poi, la seconda onda politico-religiosa l’ha spinto ad abbandonare questa disponibilità ».
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FUTURO A RISCHIO
Oltre ad aver redatto il proprio, Milone ha avuto diverse richieste di clienti per mettere nero su bianco le loro volontà e conviene che per il notaio non esista obiezione di coscienza: «Se la dichiarazione è lecita non posso rifiutarmi, né può condizionarmi il Consiglio del notariato. Diverso sarebbe per fattispecie vietate dalla legge come eutanasia o suicidio assistito». Esiste un aspetto religioso? «Certo, e per chi ha fede è degno di rispetto. Ma si può fare il testamento anche "al contrario": dicendo che si vuole essere tenuto in vita».
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Visto che ognuno può scriverselo da solo, perché ricorrere al notaio? Qual è il valore legale? «Firma e data sono certe, senza equivoci: il medico è sicuro che non sia un falso». Il costo? «Gratis». È una pratica diffusa? «A un certo livello culturale. Ma resta la paura della morte che porta a non pensarci». Se diventa legge la proposta del PdL che vieta la rinuncia all’alimentazione forzata? Milone è lapidario: «Non potremo più farlo nei termini attuali».