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Udine, insulti tra i manifestanti e il vescovo riapre la basilica

• da Il Messaggero del 10 febbraio 2009, pag. 2

di Giuseppe Pietrobelli

I due marciapiedi si sono divisi anche nel momento della morte di Eluana. La notizia è stata data da una giornalista che ha ricevuto la notizia dalla redazione. In quel momento davanti alla clinica "La Quiete" c`erano i lumini e le bottiglie di acqua minerale, i tazebao di chi voleva Eluana viva e i manifestanti cattolici che da una settimana non hanno smesso di pregare, di invocare una decisione dì pietà. ` Dall`altra parte della strada una ventina di radicali, esponenti dei movimento "Luca Coscioni". Erano partiti circa un`ora prima dal centro per raggiungere la casa di riposo ed esprimere la propria adesione alla scelta di Beppino Englaro di mettere fine a un calvario durato 17 anni. Non c`è stato silenzio, ma si sono alzate le urla tra i due schieramenti. Hanno cominciato i radicali, perchè nel momento stesso in cui la notizia è diventata di pubblico dominio, è scattato l`applauso. Hanno appoggiato gli striscioni e hanno sottolineato in questo modo alquanto inconsueto la morte di una persona. Non si sono lasciati sorprendere dall`altra parte. «Assassini! Assassini!» hanno cominciato a urlare. Se non sono entrati in contatto fisico è stato un miracolo, riflesso condizionato in un momento in cui - da qualunque parte la si guardi - questa storia tragica è finita nel dramma. «E colpa vostra! L`avete uccisa voi» urlavano quelli che per tutto il giorno erano rimasti sul marciapiede sfottendo gli avversari in modo a volte irridente. A mezzogiorno: «Andate a mangiare adesso? Mentre Eluana muore di fame e di sete?». E gli altri, di rimando: «Vergognatevi, non rispettate le idee altrui, proprio voi che vi dite cattolici». I due marciapiedi hanno inarcato fino a notte inoltrata questa città che si è trovata suo malgrado divisa, diventata il simbolo di un`Italia lacerata. Da una parte i guelfi, dall`altra i  ghibellini. Nel nome di Eluana, più o meno pronunciato a vanvera, non c`era più spazio per le sfumature, per il ragionamento. Soltanto slogan ai limiti dell`invettiva, provocazioni assolute, accuse e controaccuse scambiate con irruenza fideistica. «Rispettate la volontà di Eluana, lasciateci decidere» ha urlato silenziosamente una giovane donna venuta da sola per issare il suo striscione. «Uccidete anche me» ha risposto a pochi metri di distanza il cartello che i genitori di Gianmaria avevano collocato sulle spalle di un ragazzone rattrappito nella sua sedia a rotelle, imbacuccato in un giaccone di pelo, con le mani infilate in guanti di ]aria- Il dramma di Eluana ha spalancato davanti alle telecamere un mondo che esisteva, ma pochi conoscevano. La realtà dei senza-vita, delle persone che non possono esistere senza che qualcuno abbia deciso di sacrificare la propri a perla loro sopravvivenza. E la gente che sì alza al mattino e va a letto alla sera sapendo che dovrà coesistere  con il dolore. Di fronte a queste situazioni, ci sono tante scelte possibili. Quelle del papà di Eluana. E quelle di altri genitori. La morte di Eluana non ha ricomposto questo quadro, lo ha quasi esasperato. D`improvviso la ragione di tanta contesa è venuta meno. Ma la morte di Eluana contribuirà a radicalizzare ancor di più, almeno in un futuro immediato, uno scontro che stava diventando feroce. E assumeva ogni giorno di più le sembianze di un gran de baraccone ideologico, soltanto umanizzato nella notte da un cartello: «Udine è vicina a Beppino Englaro». E il vescovo di Udine, monsignor, Brollo, che domenica in una misurata omelia aveva invocato la salvezza della vita di Eluana3 ha riaperto nella notte la basilica della Beata Vergine delle Grazie dove si è pregato in questi giorni. «Ora la tua mano è diventata fredda, ma il Signore della vita la sta stringendo ancora con amore di Padre per condurti nella sua casa, perché tu possa godere la pienezza della vita».



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