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Testamento biologico: una proposta liberale

• da Corriere della Sera del 17 febbraio 2009, pag. 31

di Luigi Manconi e Sergio Romano

Le associazioni A Buon Diritto e Luca Coscioni promuovono la sottoscrizione del Testamento biologico da parte di quei cittadini che intendono affermare il diritto all`autodeterminazione in materia di trattamenti sanitari. La tragica vicenda di Eluana Englaro rischia di avere un effetto perverso: nel nome della donna in stato vegetativo persistente da 17 anni verrà approvata, con molta probabilità, una legge che mira a impedire che chi si trovasse nelle sue condizioni possa chiedere la sospensione della nutrizione e dell`idratazione artificiali. E ciò sarebbe interdetto anche in presenza di un`esplicita dichiarazione anticipata di volontà. Se ancora c`è una qualche possibilità di ottenere una buona legge, ciò dipende dai cittadini, che possono sottoscrivere la «Carta di vita» che abbiamo elaborato e che si trova nei nostri siti: abuondiritto.it e lucacoscioni.it. Le nostre associazioni si impegnano a diffonderne il testo con tutti i mezzi a disposizione. Chiunque creda nei principi di responsabilità e libertà, come affermati dalla Carta costituzionale, dall`ordinamento e dalle convenzioni internazionali, è invitato a sottoscrivere il documento e a inviarlo agli indirizzi presenti nei siti.  Provvederemo a fare arrivare i nostri testamenti biologici ai presidenti di Camera e Senato.

Luigi Manconi abuondiritto@abuondiritto.it

Caro Manconi, Peri lettori che non hanno avuto occasione di leggere il testo del progetto cercherò di riassumerne le principali caratteristiche. Il vostro testamento biologico ha il merito di rompere l`unità astratta della questione e di individuare una serie di specifici punti su cui vorreste che ogni italiano prendesse le sue decisioni. In primo luogo gli chiedete se intenda essere informato sulla gravità del suo male e sull`utilità delle terapie; e gli chiedete, se preferisse non essere informato, di indicare la persona a cui tali informazioni dovranno essere fornite. In secondo luogo lo pregate di dare sin d`ora alcune indicazioni, da utilizzarsi se non avrà più la capacità di decidere. Potrà modificare queste decisioni se vorrà in piena coscienza annullarle o sostituirle. Ma nel frattempo, secondo il vostro progetto, è necessario che risponda ad alcune domande. Vuole che il trattamento venga continuato anche se il risultato fosse uno stato di incoscienza permanente, demenza avanzata, paralisi «con incapacità totale di comunicare verbalmente, per iscritto o grazie all`ausilio di mezzi tecnologici»? In terzo luogo il testo affronta, nell`eventualità di una malattia terminale, questioni particolari e pone domande specifiche. Volete o no che vengano usati farmaci oppiacei, anche se possono abbreviare la vostra vita? Volete la rianimazione cardiopolmonare, la respirazione meccanica, l`idratazione e la nutrizione artificiale, la dialisi, gli interventi di urgenza, le trasfusioni di sangue, le terapie antibiotiche? In quarto luogo voi chiedete al sottoscrittore del testamento di nominare un fiduciario a cui delegare il compito di garantire la scrupolosa osservanza dei desideri del malato se egli non fosse più in condizione di decidere. E in quinto luogo infine gli chiedete se voglia un funerale, religioso o laico, e se voglia donare i propri organi per i trapianti o il proprio corpo per scopi scientifici e didattici. Credo che abbiate formalizzato ciò che avviene da sempre nell`intimità delle famiglie, spesso con l`aiuto del medico. A me piacerebbe che continuasse a esistere un`area di libertà familiare in cui lo Stato non ha nulla da dire e da fare. Ma è indubbiamente vero che le nuove tecnologie mediche, il più largo ricorso agli ospedali e la trasformazione del dottore in «funzionario della Salute» hanno complicato il problema, e che i parlamenti europei, quando non lo hanno già fatto, sono costretti ad affrontarlo. Ho l`impressione tutta- via che i maggiori Stati europei e in particolare l`Italia non siano ancora pronti ad adottare il vostro progetto. Voi offrite a ogni persona la possibilità di scegliere per sé la formula che tiene maggiormente conto delle sue convinzioni morali e religiose. Ma una legge fondata sul vostro testo riconoscerebbe implicitamente che l`alimentazione e l`idratazione possono essere legalmente interrotte. Quanti italiani sarebbero d`accordo con questa legge? Quanti medici e infermieri sarebbero disposti a scegliere l`interruzione anche se l`interessato, con una dichiarazione formale, li avesse autorizzati, a farlo? Il problema in questo caso non è la volontà del paziente, ma la coscienza di coloro che lo curano. Anche se i paladini della buona morte sembrano avere vinto, il caso Englaro ha avuto l`effetto di rafforzare le obiezioni e le resistenze. È giusto criticare le pressioni della Chiesa cattolica, ma sarebbe impolitico e sostanzialmente anticlericale dimenticare che queste pressioni possono contare su molti italiani spontaneamente allineati sulle sue posizioni. Questo non significa che la vostra battaglia sia inutile. La prossima legge sarà soltanto una prima approssimazione alla definizione del problema. Voi lo affrontate in termini schiettamente liberali. Non vincerete il prossimo match, ma potreste vincere quello successivo.

Sergio Romano



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