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Da Radicali e Pd 3mila emendamenti

• da Avvenire del 17 marzo 2009, pag. 8

di Luca Liverani

Con un fuoco di sbarramento di quasi 3 mila emendamenti, Radicali e Pd si preparano a dare battaglia nell`aula del Senato contro il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. Il testo sbarca domani in aula a Palazzo Madama. Ma il Pdl, assicura il vicecapogruppo Gaetano Quagliariello, «si presenterà compatto al voto». Il centrodestra presenterà solo pochi emendamenti migliorativi. Tra cui dovrebbe esserci anche quello correttivo, firmato dal relatore, per evitare possibili equivoci derivanti dall`approvazione di un emendamento di Roberto Centaro (Pdl), passato in commissione la settimana scorsa, sul carattere vincolante delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Muro contro muro, dunque, anche se a parole Emma Bonino ostenta pessimismo: «Visti i numeri, l`esito è scontato». Senza futuro il tentativo di mediazione di Francesco Rutelli, che rilancia sei suoi emendamenti: «Non ci sarà una terza via», chiarisce subito Quagliariello. La delegazione radicale a Palazzo Madama comunque affila le armi. In campo mette due pregiudiziali di costituzionalità, una richiesta di sospensione, cinque ordini del giorno e 2.572 emendamenti, di cui un quinto derivano dalla campagna internet di «ostruzionismo partecipativo» portata avanti assieme all`associazione Luca Coscioni. Una larga parte però potrebbe incappare nel vaglio di ammissibilità. Previste anche un`ottantina di votazioni segrete. Il Pd ha preparato 173 emendamenti: 75 di membri della Commissione sanità del Senato, 82 di singoli senatori, ben 15 a firma del solo Ignazio Marino. Il gruppo presenterà inoltre in Aula una pregiudiziale di costituzionalità, mentre il senatore Daniele Bosone avanzerà un ordine del giorno sulla rete di assistenza a persone in coma o in stato neurovegetativo. In particolare l`emendamento di Anna Finocchiaro, che prevede la possibilità di sospendere l`alimentazione e l`idratazione artificiali, è stato firmato da Dorina Bianchi, dal direttivo del gruppo e da tutti i componenti della commissione Sanità, fatta eccezione per Claudio Gustavano ed Emanuela Baio. La maggioranza si appresta dunque a fare quadrato. «Il Pdl al voto in aula si presenterà compatto», giura il relatore Calabrò. Che presenterà qualche mirata proposta di modifica, «per rendere il testo di legge - spiega - più semplice e più snello: non ci sono modifiche sostanziali rispetto ai principi affermati nel ddl licenziato dalla commissione Sanità». Il testo, spiega, «così come arrivato in aula e con eventuali ulteriori miglioramenti penso rappresenti una buona legge. Sono sicuro che la maggioranza voterà compatta, tranne poche unità, e mi auguro una convergenza dell`opposizione sui principi di base». Calabrò lascia uno spiraglio di dialogo: «Se venissero proposti miglioramenti al testo, senza però svalutarne il senso, saremmo pronti ad accoglierli». Il vicecapogruppo Quagliariello lo dice con chiarezza: «Noi abbiamo dei paletti che non intendiamo superare: la difesa della vita da una parte e della libertà di cura dall`altra, un no all`eutanasia di Stato e all`accanimento terapeutico». Il vicecapogruppo conferma che il Pdl presenterà pochissimi emendamenti «probabilmente 8 o 9», una metà dei quali a firma di Michele Saccomanno (Pdl). «Speriamo che tutto possa andare nel segno del confronto vero - si augura Quagliariello - ma le notizie che arrivano dall`opposizione, mettono in evidenza che una volontà ostruzionistica rimane come riflesso che non si riesce a controllare». Il vicecapogruppo ribadisce la «disponibilità» al confronto, ma allo stesso tempo «grande fermezza sui principi di fondo: perché se non c`è fermezza di principi su una materia che riguarda la vita e la morte - precisa - allora la politica è solo arte dell`arrangiarsi. E per noi non è così». Quagliariello infine sbarra la strada anche al tentativo di Francesco Rutelli che con i suoi sei emendamenti prova a riproporre la sua "terza via", minoritaria nel Pd: «Sul testamento biologico in aula al Senato - dice il vicecapogruippo del Pdl - non ci sarà una "terza via"». La parola domani passa all`aula.



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