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DDL fine vita. I medici si schierano: da cambiare la legge sul testamento biologico

• da Il Sole 24 Ore del 13 giugno 2009, pag. 13

di Marzio Bartoloni e Barbara Gobbi

Dopo un silenzio assordante i medici italiani sono pronti a far sentire la loro voce. E questa volta è forte e chiara: la legge sul testamento biologico, così come è stata approvata al Senato a fine marzo sull’onda del dramma di Eluana Englaro, va cambiata. Meglio dunque che il Parlamento - la Camera dovrebbe cominciare l’esame del Ddl entro fine giugno - prenda una pausa di riflessione.

 

L’altolà potrebbe arrivare oggi da Terni dove l’Ordine nazionale dei medici (Fnom) approverà un documento sulle «Dichiarazioni anticipate di trattamento». La bozza che voteranno i vertici dei dottori d’Italia non risparmia bordate a una legge, su cui i medici sono da sempre spaccati e su cui fino a oggi hanno preferito tacere. Ora, invece, sui paletti più discussi i camici bianchi sembrano avere le idee più chiare. Innanzitutto dicono «no» a un testo tarato esclusivamente sugli stati vegetativi, perché si tratta di «questioni- spiegano nel documento - che la scienza sta affrontando per raggiungere una ragionevole evidenza» e con cui la legge «non può essere in conflitto». Ma è comunque tutto l’impianto del Ddl a dover essere ripensato, secondo i dottori della Fnom. Perché «accorpa problematiche diverse senza distinguere tra stati terminali, condizioni caratterizzate da incapacità di intendere e di volere (demenze) e patologie a prognosi infausta (come i tumori incurabili)». Situazioni- si legge ancora nella bozza - che «esigono modalità assistenziali completamente diverse fino al rilievo che in certi casi la nutrizione o alimentazione artificiale sono dannose e aumentano le sofferenze». Ed è proprio
il tema della nutrizione forzata l’altro nodo su cui i medici si schierano, ricordando che consiste in «procedure sanitarie in grado di modificare la storia naturale della malattia» e da sottoporre al consenso informato del paziente.

Se questa è la "piattaforma" di lavoro della Fnom, a bocciare l’articolato uscito dal Senato intervengono anche altre voci autorevoli del pianeta dei camici bianchi: si tratta di sedici presidenti di Ordini locali e delle società scientifiche e associazioni mediche più coinvolte dal tema delle cure di fine vita. Nel mirino dei professionisti – interpellati in un sondaggio che uscirà sul prossimo numero del settimanale «Il Sole-24 Sanità» -proprio i paletti piantati dalla maggioranza che a fine marzo scelse la strada dell’intransigenza per evitare altri casi come quello di Eluana. Dal divieto di chiedere lo stop ad alimentazione e idratazione artificiale al fatto che il biotestamento riguardi solo i pazienti in stato vegetativo fino al punto forse più delicato per i camici bianchi. Il fatto, cioè, che le «Dichiarazioni anticipate di trattamento» non debbano mai essere vincolanti per i medici. Per la maggioranza dei 16 dottori questi punti del Ddl vanno cambiati. Il biotestamento deve essere almeno «tendenzialmente vincolante» per il medico. Mentre la nutrizione forzata va sospesa se questa è la chiara volontà del paziente, o almeno va presa in considerazione l’ipotesi di interromperla in determinati casi, come per le malattie terminali incurabili. E la legge, aggiungono, non dovrà riguardare solo gli stati vegetativi. Anzi, meglio sarebbe ancora se il testo si limitasse a delineare solo i principi generali della materia. Mentre c’è chi addirittura preferirebbe lasciare tutto com’è: bastano,
infatti, il codice deontologico e l’alleanza terapeutica tra medico e paziente per provare a risolvere casi delicati come quello di Eluana.

 
Intanto il Ddl, messo in freezer per scongiurare guerre fratricide all’interno dei partiti durante l’appuntamento elettorale, dovrebbe fare il suo ingresso ufficiale alla commissione Affari sociali entro fine giugno. L’arrivo in aula avverrà, dunque, solo dopo l’estate. E se a Palazzo Madama i mal di pancia nella maggioranza sono rimasti sotto traccia, a Montecitorio è ormai certo che verranno a galla. Almeno una cinquantina di deputati del Pdl si sono detti pronti a cambiare il testo. Forti anche dei continui altolà del presidente della Camera, Gianfranco Fini («No a leggi da Stato etico»). Si vedrà comunque subito se nella maggioranza prevarrà la linea
più oltranzista che potrebbe trovare, come già accaduto in passato, consensi anche
nell’opposizione.

I politici e il loro biotestamento

Rispondono Eugenia Roccella, Maria Antonietta Farina Coscioni, Giuseppe Palombo, Paola Binetti

 

La mia fine non sia affrettata

Di Eugenia Roccella

Sottosegretaria al Welfare

 

“Io sottoscritta, chiedo chela mia fine non sia affrettata in alcun modo e che mi siano sempre prestate cure adeguate. Nel caso in cui sia incosciente e incapace di badare a me stessa, desidero essere idratata, alimentata, e trattata con rispetto per la mia dignità: Mi affido, per ogni eventuale decisione sulla scelta delle terapie, al medico curante. Nomino fiduciario mio marito, o, se non fosse in grado, mio figlio, perchè possa, in alleanza con il medico, scegliere per il mio bene”.

 

Scongiurare lo stato vegetativo

Di Maria Antonietta Farina Coscioni

Deputata radicale eletta nelle liste PD

 

“Io sottoscritta, Maria Antonietta Farina, nata a Vetralla il 5 dicembre 1969 nel pieno delle mie capacità di intendere e di volere e senza alcuna restrizione fisica e psichica dispongo delle seguenti volontà. In caso di lesione traumatica cerebrale invalidante chiedo di essere sottoposta ai trattamenti sanitari necessari per scongiurare ed evitare uno stato vegetativo, uno stato di incoscienza permanente non suscettibile di recupero, uno stato di demenza vanzata senza possibilità di recupero. Nomino mio fiduciario l’amico Maurizio. Queste mie disposizioni dovranno essere lette e rispettate dai medici e dalla mia famiglia”.

Né accanimento, né eutanasia”

Di Giuseppe Palumbo
Presidente XII commissione Camera

 

“Io sottoscritto Giuseppe Palombo nel pieno delle mie facoltà mentali ed in totale libertà, lascio queste disposizioni; nomino mia moglie Mariella ed i miei due figli Marco e Luca come fiduciari. Essi in caso di mia malattia in fase terminale senza possibilità di guarigione, o lesione cerebrale irreversibile nell’impossibilità che io sottoscritto possa prendere autonome decisioni, decideranno d’accordo con i medici che mi avranno in cura, ai quali fin da ora esprimo la mia piena fiducia, il trattamento terapeutico che riterranno più opportuno, evitando sia l’accanimento terapeutico, che l’eutanasia”.

 

“Desidero tutte le cure disponibili”

Di Paola Binetti

Deputata PD

 

“Io, Paola Binetti, desidero che, coerentemente con le mie convinzioni umane e soprannaturali e alla luce dei progressi fatti dalla scienza, mi vengano assicurate tutte le cure disponibili nel caso in cui dovessi essere priva dalla possibilità di decidere autonomamente, senza che ciò costituisca una situazione di inutile accanimento terapeutico. Nomino come fiduciario mia sorella Stefania, ricordandole che considero la vita un bene da custodire con il massimo rispetto, anche nel caso in cui potesse sembrare a qualcuno priva di senso e significato.
Desidero inoltre che lei, come mio fiduciario, scelga come mio medico curante uno degli amici con cui condivido gli stessi valori, perchè si prenda cura di me fino al termine della mia vita”.



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