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Distributori di preservativi in classe ultima trovata della sinistra moralista

• da Libero del 19 giugno 2009, pag. 18/19

di Giordano Tedoldi

Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Istruzione quest’anno per i ragazzi delle scuole superiori sarà un’ecatombe, oltre 372 mila bocciati e 28 mila non ammessi all’esame di maturità, in netto rialzo rispetto agli anni precedenti. Ci voleva dunque un’iniziativa che sollevasse il morale degli studenti lavativi. Ci ha pensato Gianluca Peciola, educatore impegnato nelle periferie urbane nonché dinamico consigliere della Provincia di Roma per il gruppo di Sinistra e Libertà, presentando una mozione, approvata ieri dal Consiglio provinciale capitolino, per «l’installazione nei locali o nei pressi delle scuole di istruzione secondaria superiore, in accordo con gli organi di direzione delle scuole stesse, di distributori automatici di anticoncezionali». Già dal prossimo anno scolastico sarà possibile installare nei corridoi dei licei e delle università statali della provincia di Roma, oltre ai distributori di snack e bibite, anche quelli di preservativi. La mozione è il frutto di una campagna chiamata "Consapevolezza e Libertà", di sostegno all’educazione sessuale negli istituti superiori, promossa da Sinistra e libertà, Associazione Luca Coscioni, Giovani Democratici e il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. L’obiettivo della campagna è di sensibilizzare al tema della prevenzione in materia di malattie sessualmente trasmissibili, come il virus HIV e l’epatite virale C, contro le quali, com’è noto, il preservativo non è garanzia di immunità assoluta ma riduce sensibilmente il rischio di contagio. Ma un conto è promuovere nelle scuole campagne di informazione mediante il contributo di educatori e sessuologi, altro avviare l’installazione di distributori automatici di preservativi, che può sempre dare adito all’idea di voler trasformare le scuole in eros center. Secondo i promotori della mozione questo rischio non esiste, l’assessore alle politiche culturali della provincia Cecilia D’Elia afferma: «Oggi, soprattutto tra le giovani generazioni, stiamo assistendo a un allarmante e pericoloso abbassamento di attenzione nei confronti dell’Aids». Ammesso che ciò sia vero, non si riflette sul fatto che le giovani generazioni il cappuccio di lattice non l’hanno mai amato. La prima volta, come si sa, è il festival dell’imbranato, se poi si deve anche trafficare con l’ordigno anticoncezionale che rende l’amplesso appassionante quanto lavarsi i denti, è ovvio che i ragazzi oppongano un rifiuto. Si possono seminare distributori di preservativi anche dalla portineria all’ultimo, piano della scuola, se i ragazzi poi vorranno infilare la moneta per munirsi del profilattico salvavita è tutto da vedere. Simili esperimenti sono stati fatti in passato e con risultati disastrosi. In una scuola torinese, già nel ‘97, dopo che una ragazza rimase incinta, si provò a installare i distributori nei bagni dei maschie delle femmine. L’iniziativa fu colpita dagli strali dell’Osservatore Romano ma andò avanti. Dopo poco il distributore nel bagno maschile venne .sfasciato dai ragazzi stessi, che evidentemente lo consideravano uno strumento più repressivo e di controllo da parte degli adulti che non un’incitazione alla maturità sessuale, quello delle donne invece si svuotò presto e non venne mai più rifornito, senza che alcuna se ne lamentasse. Allora ci fu chi tirò in ballo la "vergogna" degli studenti nel farsi vedere a prelevare preservativi, come se invece gli adulti fossero disinvolti come svedesi. Il problema è che troppo spesso l’educazione sessuale si fa occhio indiscreto delle autorità sui comportamenti sessuali dei ragazzi, e invece di soffermarsi sulle libertà e le gioie dell’amore insiste con linguaggio terroristico sui pericoli sanitari e i doveri da rispettare neanche fosse il codice della strada. Ma per fortuna per fare l’amore non ci vuole la patente di nessuno, tranne il consenso del partner, e i ragazzi lo sanno.



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