Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 05 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Ricetta per il Sud - intervista a Marco Pannella

• da Cilento del 25 agosto 2009, pag. 60

di Matteo Minà

In questo numero del giornale, abbiamo pensato di “leggere” il Cilento attraverso gli occhi di un personaggio politico italiano: Marco Pannella, leader del Partito Radicale,esperto del panorama politico nazionale ed europeo, ma soprattutto profondo conoscitore della questione meridionale. Per l’intervista, lo abbiamo raggiunto nella sede del Partito, in via di Torre Argentina a Roma, dove tra una domanda e l’altra, c'è stato anche il tempo per qualche battuta di spirito, perché al di là di come lui stesso si definisce“abruzzese, e quindi di carattere un po' introverso” nella sua chiacchierata sul Cilento si è mostrato particolarmente socievole, divertente e spontaneo.

Onorevole, come e quando nasce il suo rapporto con il Cilento?

“Vengo molto frequentemente al Sud, e nell'ultimo periodo, per la campagna elettorale, sono andato anche nel Cilento. Più precisamente, a Palinuro, per impegni con l'Associazione Luca Coscioni (associazione radicale che si batte per la libertà di ricerca scientifica, ndr). Purtroppo però– continua amareggiato- l'ultima volta sono venuto per un lutto, quello del compagno salernitano Maurizio Provenza, cui ero profondamente legato”.

Il Cilento si è sviluppato molto meno di altre aree del Sud-Italia: i collegamenti sono scarsi, le infrastrutture incomplete, l’economia fondata su un sistema agricolo arretrato. Quali sono i motivi di un tale ritardo?

“A mio avviso, andrebbe fatta un'analisi federalista delle esigenze, perché oggi è indubbio che lo Stato nazionale non dà le risposte né in termini economici, né in quelli culturali e sociali. Io questo ritardo - prosegue - lo riconduco a una questione di carattere storico, delle democrazie continentali. Per fare un esempio: quando nel Regno Unito, in parlamento, si dà la parola a un parlamentare, si dice l'onorevole rappresentante di Glasgow e il nome della persona arriva dopo nella presentazione. Questo non per un fatto di stile, ma per indicare la vera appartenenza al territorio di chi lo rappresenta. In Italia ciò non avviene, perché il sistema politico proporzionale non permette di avere rappresentanti dei territori scelti tra le persone che conoscono a fondo le zone. In futuro, bisognerà far sì che le realtà partitocratiche lascino spazio alle presenze umane, che poi sono sicuramente presenze politiche. Noi storicamente, come Partito Radicale, non abbiamo mai partecipato alle elezioni regionali, ma in futuro in quanto liste di persone, per la prima volta intendiamo presentare una piattaforma con uno studio approfondito sulle riforme possibili per ogni regione”.

Mare, archeologia, prodotti tipici, al Cilento non manca certo la materia prima: quali sono le iniziative da mettere in campo per trasformare la vocazione del territorio da agricola in turistico-imprenditoriale con prospettive europee?

“Oggi forse è più corretto porsi il problema sul piano europeo che su quello italiano. Questa sembra essere più un’Europa delle patrie che una patria europea; la situazione sta degradando e non sembra esserci nessuna visione strategica da parte degli Stati membri, se non quella introversa, con il risultato che tutti quelli che sono entrati negli ultimi anni lo hanno fatto per entusiasmo, quasi per formare una nuova America. Finché non si supera questa limitazione e non si inizia a considerare la questione in termini geopolitici, sarà difficile poter risolvere i problemi a livello locale. La cultura la comprendi, l’apprendi, la superi. Quando si parla del Meridione in generale, non si è nemmeno compreso il problema perché la questione continua a essere mal posta”.

La fuga dei giovani sta spopolando il Cilento interno, quali contromisure possono essere adottate per fermare questa emorragia?

“Arrivando in Campania per l'ultima campagna elettorale, abbiamo sentito più volte raccontare dai giovani questi problemi. Li ho riscontrati anche nella consapevolezza della gente comune che, in alcuni casi, non può far altro che decidere di andare al Nord. Da un altro punto di vista, se la mobilità dei giovani è un fatto storico, il problema vero è che nel senso comune sembra non esserci il pensiero verso le persone anziane. Riscontriamo, in tre generazioni, l'allungarsi della durata della vita di circa vent'anni e purtroppo molte persone, questo periodo, che dovrebbe essere visto come una conquista, sono costretti a trascorrerlo da pensionati, spesso con pensioni basse in una nazione in cui le trattenute in busta sono molto alte. Inoltre – ci dice – secondo l'Istat, nel 2050, tre, quattro milioni di meridionali usciranno dalla megalopoli mediterranea”.

La rissa di alcuni giorni fa fra deluchiani e bassoliniani durante una convention del Pd pone perplessità sul futuro politico della Regione Campania? La Campania supererà mai la logica del napolicentrismo?

“Chi le ha prese?” - Chiede sorridendo, poi, aggiunge: “Scherzi a parte, l'unica possibilità per sconfiggere questa logica è la costituzione della cosiddetta area metropolitana. Aldo Loris Rossi (architetto, urbanista e docente universitario, nato in provincia di Avellino, ndr), unico rappresentante di un pensiero meridionalista moderno e problematico, include nel suo manifesto queste risposte che, tra l'altro, interessano il congresso mondiale di architettura”.

Quest'estate la vedremo in vacanza nel Cilento?

“Verrò prossimamente per motivi di lavoro. Ma sul tema vacanze preferisco non parlare, non per privacy, ma perché altrimenti mi prendo una partaccia. Tutti gli anni d'estate, mi ricordano che l'ultima volta che sono andato in un luogo di mare per fare villeggiatura è stato in Sardegna a Carloforte. Peccato però che era il lontano 1977”!



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail