Una nuova sentenÂza potrebbe in qualche modo condizionare il dibattito sul teÂstamento biologico. Il Tar del Lazio ha stabilito che a nessuÂna persona, cosciente o in stato di incoscienza, possono essere imposte alimentazione e idrataÂzione artificiali. Non solo. AnÂche in caso di stato vegetativo un cittadino mantiene il diritto di affermare ex post la propria volontà di interrompere le teraÂpie giudicate inutili, comprese quelle somministrate col sondiÂno. Il tribunale però chiarisce che la competenza a decidere spetta al giudice ordinario civiÂle. Rischia così di uscirne indeÂbolita la legge che dalla prossiÂma settimana torna in discusÂsione alla Camera, CommissioÂne Affari sociali. Il testo già apÂprovato dal Senato prevede che le cure di sostegno non posÂsano essere oggetto della volonÂtà del paziente in stato vegetatiÂvo quindi restino escluse dalle scelte di fine vita. I giudici hanno accolto il riÂcorso presentato da Gianluigi Pellegrino, legale del MovimenÂto difesa dei Cittadini, dopo l’atÂto di indirizzo col quale a diÂcembre il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha diffidato le strutture del sistema sanitaÂrio pubblico a sottrarre idrataÂzione e alimentazione a pazienÂti in stato vegetativo persistenÂte. In quei giorni Eluana EnglaÂro entrava in una clinica di UdiÂne perché fosse dato seguito alÂla sentenza con cui la Corte di Cassazione dichiarava ammissiÂbile la sospensione di tutte le cure e riconosceva la ricostruÂzione ex post delle sue volontà . «Una decisione molto imporÂtante - commenta Pellegrino Â. Richiama i principi costituzioÂnali in base ai quali una legge che impedisca a un disabile la sospensione di queste cure saÂrebbe incostituzionale e introÂdurrebbe una forma di discriÂminazione ». I democratici acÂcolgono la notizia con entusiaÂsmo. Ignazio Marino: «VengoÂno chiarite molte ambiguità ». Livia Turco: «Inaudito proporÂre per legge il divieto a interÂrompere l’alimentazione, come vuole Sacconi».
Secondo MarÂco Cappato, segretario dell’asÂsociazione Luca Coscioni «è la conferma di quello che PierÂgiorgio Welby aveva ottenuto con la sua lotta personale». Nella maggioranza prevale l’indignazione. Ma c’è anche una voce dissonante, duella di Domenico Nania, Pdl e vicepreÂsidente del Senato. Il ministro Sacconi indica una strada: «Se fosse vero quanto contenuto in una nota del Movimento difesa dei cittadini sarebbe necessaria l’approvazione della norma EnÂglaro sull’inalienabile diritto alÂl’alimentazione e idratazione per offrire certezza normatiÂva ». Si riferisce a quello che EuÂgenia Roccella, intervenuta alla presentazione della Giornata nazionale dei risvegli (in proÂgramma il 7 ottobre, organizzaÂta dagli Amici di Luca) ha ribatÂtezzato «il lodo Sacconi», cioè il decreto approvato già dal Consiglio dei Ministri, in diÂscussione al Senato nelle ore in cui la Englaro subiva il distacÂco del sondino: «Si può ripartiÂre da lì. E’ un’ipotesi di mediaÂzione, se ci fosse la necessità di un tempo più ampio di discusÂsione di una legge. Il Tar vuole imporre una linea interpretatiÂva ideologica cui i magistrati ci hanno abituati», ha detto il sotÂtosegretario Roccella. Critico il presidente dei senaÂtori Pdl, Maurizio Gasparri: «Su questi temi servono norÂme precise, non la fantasia delÂla giustizia amministrativa». Per Vincenzo Quagliariello, viÂcepresidente senatori Pdl, «sanÂcire che la volontà di un indiviÂduo possa essere ricostruito ex post incarna in sé il virus del toÂtalitarismo ». Nania, invece rileÂva che la sentenza «non ha tutÂti i torti» visto «che mi sembra costituzionalmente corretto che il paziente possa rinunciaÂre alle cure e all’assistenza saniÂtaria, rientrando nella sua totaÂle autonomia e nella sua sfera giuridica privata».