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Il Tar: l'alimentazione non può essere forzata

• da La Stampa del 18 settembre 2009, pag. 14/15

di Giacomo Galeazzi

«Non si può imporre l’alimentazione: è decisiva la volontà del paziente». Mentre alla Camera è in discussione il biotestamento, piomba come un macigno la sentenza del Tar del Lazio: «Alimentazione e idratazione forzata non possono essere imposte a nessuno né cosciente né incosciente, e anche in caso di stato vegetativo un cittadino può esprimere “ex post” la propria volontà di interrompere terapie giudicate inutili, comprese alimentazione e idratazione».
Il Tar, accogliendo un ricorso del Movimento difesa dei cittadini all’ordinanza Sacconi emanata nei giorni del caso Eluana, boccia di fatto il ddl Calabrò, cioè la legge già approvata alla Camera e al vaglio del Senato, dove si precisa invece che alimentazione e idratazione artificiali sono atti imprescindibili che il malato in stato vegetativo non può rifiutare tramite una dichiarazione anticipata di trattamento. «I pazienti in stato vegetativo permanente che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare- stabilisce la sentenza- non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti». Inoltre, il paziente «vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi».
In pratica, il testamento biologico deve essere semplicemente uno strumento per rendere più facilmente conoscibile la volontà del paziente che in quel momento non può esprimersi e non uno strumento per limitare l’espressione di quella volontà. Quindi, il rischio è che la legge approvata al Senato risulti incostituzionale e che venga portata davanti alla Suprema Corte se fosse varata così com’è ora.
Immediata è esplosa la polemica politica con la sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella che ha parlato di «sentenza ideologica» e il ministro Maurizio che vede urgente la necessità di approvare una norma che sancisca «l’inalienabile diritto all’alimentazione e all’idratazione».
La Roccella sostiene anche che «con questa sentenza il Tar riconosce semplicemente di non avere le competenze per esprimersi sulla validità dell’atto d’indirizzo emanato dal ministro Sacconi, eppure non rinuncia a esprimere pareri e a imporre una linea interpretativa ideologica a cui alcuni magistrati ci hanno ormai abituato». Ancora più duro il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello: «La si può pensare in modi diversi sul testamento biologico. Ma sancire che la volontà di una persona possa essere ricostruita ex post, magari con una sentenza della magistratura, è un’affermazione che incarna in sé il virus del totalitarismo». E il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano aggiunge: «La sentenza del Tar Lazio è l’ennesima conferma, della necessità di norme chiare sul fine vita. Solo quando il Parlamento avrà fatto sentire la sua parola termineranno i provvedimenti giudiziari espressione di una cultura di morte».
Di tutt’altro avviso la responsabile delle Pari opportunità del Pd Vittoria Franco: «La sentenza conferma quanto sostenuto dalla Cassazione, che a proposito del caso Englaro stabiliva che la libertà della persona rispetto alle terapie è una libertà assoluta». E Ignazio Marino aggiunge: «La sentenza del Tar del Lazio chiarisce molte ambiguità che si erano create in occasione della drammatica vicenda di Eluana Englaro. Il Tar infatti afferma che non è possibile imporre l’alimentazione e l’idratazione artificiale ad un paziente, nemmeno nel caso si trovi in stato vegetativo permanente». Ed esulta Marco Cappato segretario dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: «La sentenza dimostra che il giochino degli azzeccagarbugli sulla distinzione tra alimentazione e idratazione è solo imporre una violenza sul corpo degli altri. Ognuno sceglie per se stesso, è un principio fondamentale. E questa sentenza significa che già oggi il testamento biologico si può fare».
A favore della sentenza si esprime anche il segretario nazionale della Cgil medici, Massimo Cozza: «Confermata l’impossibilità di imporre in modo forzato l’alimentazione e l’idratazione. Questo è in sintonia con il codice deontologico e le evidenze scientifiche».


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