Sabato scorso, 19 settembre, Marco Pannella ha ritirato a Villacidro (Sardegna) il premio letterario “Giuseppe Dessì”, in occasione della XXIV edizione della manifestazione. La commissione giudicatrice ha assegnato a Pannella il Premio Speciale della Giuria, attribuito a un autore che si è distinto in campo letterario, politico e culturale. In passato, il premio è stato conferito a personalità come Francesco Cossiga, Sergio Zavoli, Arnoldo Foà , Giuseppe Ayala e altri.
Qui di seguito, le motivazioni della giuria.
Con il premio speciale a Marco Pannella, la giuria del “Dessì” attribuisce un doveroso riconoscimento alla sua identità di uomo politico e vuol farlo in una stagione che, nel vistoso declino della politica, registra l’insorgere di “supplenze”, ora subdole ora sfrontate, volte a surrogarla. Politico e parlamentare a più riprese, in Europa e in Italia, Pannella è stato il promotore di battaglie civili, alcune fortunate (come quelle, ormai storiche, in difesa del divorzio o per regolamentato diritto della donna all’aborto), altre sinora meno fortunate (come le molte iniziative antiproibizioniste o perché si renda lecito l’uso delle cellule staminali embrionali nella cura di molte malattie degenerative). Chi ascolti la sua Radio Radicale viene poi informato su materie che di solito le altre emittenti trascurano. E il laico, referendario e legalitario Pannella non transige su punti che qualcuno potrebbe giudicare meramente formali, ad esempio i limiti di competenza di organi e istituzioni: dal CSM, alle Camere alla stessa Presidenza della Repubblica.
Politico intelligente e fervido fin dagli anni universitari, Pannella fece subito e senza incertezze la sua scelta atlantica (e dunque filoisraeliana). Europeista della primissima ora, idealmente allievo di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi, col partito radicale transnazionale è riuscito a portare all’ascolto dell’ONU grandi campagne come quella contro la pena di morte e, intanto, per la moratoria delle esecuzioni capitali. Nella sua pratica politica italiana, il liberale Pannella ha ignorato il solco ideologico fra un a”destra” e una “sinistra” che non si parlano, cercando alleanze con chi gli sembri, caso per caso, il più incline a condividere un dato programma di riforme. Alleato scomodo perché esigente, ha dovuto però constatare quanto sia difficile procedere, com’era nei patti, insieme alla dirigenza di questo o di quel partito. D’altronde la partitocrazia, con le sue abitudini spartitorie, era e rimane il peggior avversario di Pannella: il quale, con gesti anche clamorosi, non si stanca di accusarla di un declino gravissimo, quello di aver rubato e di rubare ancora oggi ai cittadini legalità e verità .