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Fini: "libertà di coscienza per biotestamento. Parlamentari dissidenti scrivono a Silvio

• da L'Altro del 24 settembre 2009, pag. 3

di Lia Bonelli

Sulla linea morbida al testamento biologico Gianfranco Fini sta puntando da mesi per ritagliarsi uno spazio autonomo e autorevole - qualcuno direbbe: laico - all’interno del Popolo della libertà. Ora il presidente della Camera auspica che sulle dichiarazioni anticipate ogni parlamentare possa esprimersi «secondo coscienza» ovvero libero dagli schieramenti. Un avvertimento che vale per un pugno di cattolici del Partito democratico ma anche per quei laici del centrodestra contrari all’emanazione di una legge che sembra scritta dal Vaticano: il ddl Calabrò, ovvero il testo approvato dal Senato e ora in discussione alla commissione Affari sociali della Carnera, obbliga il mantenimento di idratazione e alimentazione fino agli ultimi secondi di vita nonostante il parere contrario del paziente. Venti parlamentari di centrodestra dissentono, e in una lettera inviata a Silvio Berlusconi chiedono di riaprire il dibattito per evitare che «una legge. troppo prescrittiva» che sostanzialmente nega la validità del testamento biologico sottoscritto prima della malattia. Vorrebbero, i venti firmatari, tra i quali spiccano Benedetto Della Vedova, Giulia Bongiorno, la direttrice del Secolo d’Italia Flavia Perina, Adolfo Urso della fondazione finiana FareFuturo e Fiamma Nirenstein, che la legge preservasse «lo spazio personale» ovvero la libera scelta dalle ingerenze del legislatore, lasciando la  decisione ultima al paziente, ai famigliari, ai medici senza scadere nell’eutanasia o nell’accanimento terapeutico. Per il direttore del Folio, Giuliano Ferrara, si tratta di una fronda finiana che tenta di dare seguito in parlamento alle ambizioni di «dissenso» del presidente della Camera, in rotta di collisione con il premier nonostante l’incontro di pace avvenuto nei giorni scorsi. Smentisce l’interpretazione di Ferrara Giorgio Stracquadanio, che pure ha firmato l’appello ma ha presentato una proposta di legge ricalcata sulla vicenda di Eluana Englaro e che vieterebbe la sospensione di idratazione e alimentazione artificiale ai pazienti che non possono esprimere consenso, e questo per evitare che la Magistratura decida sul destino dei malati. Grande confusione sotto il cielo del centrodestra. dunque, ma una cosa è certa: a breve altri parlamentari Pdl dovrebbero firmare la lettera. Vicini alle preoccupazioni dei dissidenti del Pdl stanno i radicali, che in realtà vorrebbero una versione estrema e laicissima del diritto alla buona morte - depenalizzare l’omicidio di consenziente e via libera all’eutanasia attiva ma che pragmaticamente lottano per un testamento biologico (almeno) rispettoso della volontà dei cittadini, costituzionalmente garantita. Per questo hanno voluto consegnare a Gianfranco Fini le 3300 dichiarazioni anticipate compilate on-line in soli 55 giorni, iniziativa lanciata dall’associazione Luca Coscioni e dalla "A Buon diritto" di Luigi Manconi. Chi ha compilato il modulo-testamento  rifiuta idratazione e alimentazione nel 98,3% dei casi, il 93,3% nomina un fiduciario, il 95.4% non accetta nemmeno il ricorso alla ventilazione meccanica. I sottoscrittori sono in lieve maggioranza donne (56.4%) le persone che hanno passato i cinquant’anni (71,8%) con un livello di istruzione medio-alto (diploma di scuola superiore o laurea) e che nella vita fanno l’impiegato (22,9%), il pensionato (19,4%), il libero professionista (13.4%) o l’insegnante (10.5%). I testamenti biologici hanno validità giuridica, come sancito dalla Cassazione che ricostruì le volontà «orali» di Eluana. Il rispetto della libertà di coscienza. invece, è il cruccio del Partito democratico che sulla bioetica torna a lacerarsi costringendo Dario Franceschini ad una torsione logica: Al Pd deve discutere. poi però deve decidere. La posizione del partito è una. Poi si rispetterà chi, in coscienza, laico o cattolico che sia, non si sentirà di condividerla». Tutto come prima, insomma. In commissione Affari sociali della Camera il presidente, Giuseppe Palumbo, deve ancora precisare se il testo di base sarà quello approvato dal Senato (il ddl Calabrò). Maria Antonietta Farina Coscioni, membro della commissione, rimane pessimista nonostante le brecce aperte nel centrodestra: «Nei giorni scorsi Bagnasco ha detto che il testo Calabrò è perfetto e non perfettibile. E in commissione non vedo colleghi del centrodestra che si smarcano da quel testo». Al Senato c’era Dorina Bianchi (Pd) a fare da sponda al Pdl, alla Camera c’è Paola Binetti.



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