A dispetto della tranquillità ostentata nei comunicati stampa, la lettera con la quale venti parlamentari hanno chiesto al loro leader Berlusconi lo stop al ddl Calabrò brucia davvero molto ai vertici del Pdl. Per questo ieri il capogruppo Cicchitto ha messo in campo tutta la sua leadership per far loro sapere che si sarebbe aspettato una maggiore lealtà. Anzi, come spesso capita, non lo ha detto direttamente ma lo ha mandato a dire attraverso i suoi autorevoli emissari. Un lavorio iniziato di prima mattina e che alla fine ha prodotto risultati da non sottovalutare. Per esempio uno dei firmatari, Giorgio Straquadanio, ha spiegato che la sua firma non era da confondere con quella degli altri, accusabili di essere vicini a Fini, e che non condivide il testo all’esame della commissione affari sociali della Camera perché gli basterebbe il decreto Englaro sul divieto di interrompere l’idratazione e l’alimentazione attraverso il sondino nasogastrico. Fini dal canto suo ieri ha ricevuto i vertici dell’associazione radicale Coscioni, che gli hanno consegnato un dischetto con oltre tremila testa- menti biologici e che hanno trovato in lui un interlocutore attento e assolutamente convinto ad andare avanti nella linea della laicità. Ma al di là del merito, a preoccupare i vertici del Pdl è l’attivismo del presidente della Camera che ha anche patrocinato politicamente la presentazione della proposta di legge bipartisan Granata-Sarubbi sulla cittadinanza dei figli di extracomunitari nati in Italia. Una scelta che ha mandato su tutte le furie gli alleati leghisti, sulla carta soccombenti in Parlamento, che vede anche il sì dell’Udc e che porta al presidente della Camera il sostegno di parte del mondo cattolico, dalle Acli alla comunità di Sant’Egidio. E proprio uno dei fondatori della comunità guidata da Monsignor Paglia, il professor Andrea Riccardi, sarà il protagonista del convegno che Fini ha organizzato per il prossimo 7 ottobre. Il presidente della Camera ne ha parlato martedì mattina con uno degli organizzatori, Luca Cordero di Montezemolo, nemmeno 24 ore dopo l’incontro avuto a casa Letta con Berlusconi. Fini, Montezemolo e Casini, dicono dall’Udc, si vedono e si sentono, sempre più spesso. Una minaccia per il premier?