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mar 30 apr. 2024
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Intervista a Marco Beltrandi: Per i Radicali, Scajola deve insistere "L'indagine sulla Rai sia più ampia"
Il deputato denuncia le altre violazioni degli obbligi di legge da parte di viale Mazzini: dalla scomparsa delle tribune politiche a quella dei programmi dell’accesso, fino alla mancata attuazione del sistema Qualitel.

• da Il Riformista del 29 settembre 2009, pag. 2

di Edoardo Petti

«L’iniziativa del ministro Scajola, che ha convocato i vertici Rai per valutare il rispetto di Annozero verso gli obblighi del servizio pubblico, è legittima. Ma deve estendersi a un’indagine completa sulle innumerevoli violazioni degli obblighi di legge e del contratto di servizio da parte della tv di Stato». Sono parole di Marco Beltrandi, deputato radicale eletto nel Pd, da anni impegnato sul tema dell’informazione e nelle denunce contro le distorsioni e le carenze del sistema radiotelevisivo italiano. Il parlamentare enuclea i doveri e gli aspetti della convenzione con il ministero delle Comunicazioni, che sarebbero stati disattesi e infranti da viale Mazzini. E chiama in causa i partiti, il Governo, la commissione parlamentare di Vigilanza, e l’AutoritĂ  di garanzia sulle comunicazioni, che «dovrebbe sanzionare d’ufficio quelle violazioni anzichĂ© attendere di essere sollecitata da iniziative esterne, come quella dei Radicali sulla lesione del principio della “par condicio”». Una questione che Beltrandi lega alla battaglia per rompere il silenzio e la cancellazione delle iniziative radicali da parte dei media e per consentire ai cittadini l’einaudiano «conoscere per deliberare» anche sulle proposte del movimento di Pannella e Bonino. Ecco le principali violazioni secondo Beltrandi.

Organismo Rai sui diritti umani e sul sociale

«La Rai - osserva - è sempre stata inadeguata e in netto ritardo sull’informazione relativa alle emergenze relative alle libertĂ  fondamentali e alle questioni umanitarie. In base all’articolo 8 del contratto di servizio, avrebbe dovuto dare vita a una struttura interamente dedicata a simili tematiche, dipendente dal direttore generale. Nulla di ciò è stato realizzato».

Accesso alla programmazione per i disabili

«Secondo il contratto di servizio - prosegue il deputato radicale - entro 3 anni l’azienda avrebbe dovuto dotare almeno il 60 per cento del proprio palinsesto degli strumenti indispensabili alle persone non vedenti e non udenti. Ad oggi la copertura raggiunge appena la metĂ  di quella soglia, e la qualitĂ  dei sottotitoli è assai scadente. Poi non esiste l’edizione quotidiana dei tg regionali realizzata per gli utenti con disabilità».

Mancata attuazione del sistema Qualitel e scarsi progressi sulla rete

Beltrandi denuncia lo stallo nella realizzazione di “Qualitel”, nuovo paramentro di valutazione qualitativa dei programmi da affiancare ai dati Auditel, concepito dall’ex titolare delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. «La Rai - continua Beltrandi - dopo avere creato il portale “Rai.it” è poi assai lontana dall’obiettivo di mettere in rete l’intero palinsesto».

Scomparse le tribune politiche e i messaggi autogestiti

Il parlamentare radicale denuncia «l’assenza assoluta, dal febbraio 2008, delle tribune di confronto tra partiti al di fuori del periodo di campagna elettorale, e dei messaggi autogestiti dei vari soggetti e schieramenti. Situazione imputabile alla volontĂ  di viale Mazzini e di Palazzo San Macuto di non stabilire un calendario di trasmissioni, che peraltro vanno in onda in orari marginali e inconcepibili per una corretta informazione». Rivendicando la faticosa conquista del diritto alle tribune politiche grazie alle storiche campagne radicali degli anni Settanta, Beltrandi accusa le principali forze politiche di «non avere interesse verso forme di comunicazione fondate sul contraddittorio ad armi pari», e di «essere favorevoli esclusivamente ai talk show condotti in regime di monopolio». E rimarca «l’assenza di reazione a questa realtĂ  da parte delle formazioni non presenti in Parlamento».

Aboliti gli spazi dell’accesso

«La legge sulla Rai del 1975, che aveva istituito, fra l’altro, la commissione parlamentare di Vigilanza – ricorda Beltrandi – aveva stabilito programmi riservati a soggetti socialmente rilevanti, espressione del cosiddetto “terzo settore”, come è ad esempio l’associazione “Luca Coscioni”. Anche questi spazi sono scomparsi dal servizio pubblico, e per ragioni tutte politiche. La Vigilanza dovrebbe designare gli ospiti delle trasmissioni dell’accesso attraverso una sottocommissione; ma quest’ultima si trova attualmente nell’identica situazione di stallo vissuta nei mesi scorsi a Palazzo San Macuto. E le domande arretrate sono oltre 200».



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