di Maurizio Bolognetti, componente della Direzione di Radicali italiani
Il Tribunale di Catanzaro ha deciso di mandare al macero anche l’ultimo pezzo dell’inchiesta “Toghe lucane”, dissequestrando Marinagri e assolvendo i quattro imputati. Non possiamo che rispettare la sentenza, ma nessuno ci chieda di condividerla. Eravamo e restiamo convinti che la struttura alla foce dell’Agri non dovesse essere autorizzata. Eravamo e restiamo convinti della bontĂ delle tesi formulate dal dott. De Magistris. La Venezia sul mar Ionio sorgerĂ con tanto di sigillo apposto dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ma nessuno ci venga a raccontare che l’inchiesta sia stata un bluff. Le ragioni che ci hanno spinto ad indirizzare un atto stragiudiziale e di diffida, indirizzato al Comune di Policoro e all’AutoritĂ di Bacino, restano tutte. Lo svolgimento dell’Udienza preliminare tenutasi a Catanzaro l’11 dicembre desta una qualche perplessitĂ , ma come detto non possiamo che rispettare la sentenza. E’ davvero singolare che il dott. Capomolla, che aveva ereditato l’inchiesta “Toghe lucane” e confermato il sequestro del villaggio disposto da De Magistris, sia stato sostituito in udienza dal dott. Alberto Cianfarini, cioè da un Magistrato che, in base a quanto ci viene riferito, è in servizio da poco tempo presso la Procura di Catanzaro. Rispettiamo la sentenza, certo, ma gioverĂ ricordare che il sequestro del villaggio era stato confermato dal Gip, due volte dal Tribunale del Riesame, dalla suprema Corte di Cassazione, con motivazione diffusa e puntualissima, e dallo stesso Capomolla, che aveva chiesto il rinvio a giudizio e la punizione dei presunti colpevoli. Che dire! Auguri a noi lucani, che abbiamo bisogno di imprenditori veri e non di un’imprenditoria finanziata dal soldo pubblico. Di cattedrali nel deserto, in questa nostra Regione, ce ne sono giĂ tante. Rimangono in piedi tutti i problemi da noi posti in relazione alla sicurezza e alla proprietĂ delle aree. Â