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Bolognetti: l?area ex-Materit tra amianto e trielina

15 dicembre 2009

  • Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni
Il 22 dicembre del 2008 si è tenuta, presso la sede del Ministero dell’Ambiente, l’ultima di una innumerevole serie di Conferenze di Servizio Decisorie inerenti al Sito di Bonifica di interesse Nazionale dell’area industriale della Val Basento; la prossima, con ogni probabilità, dovrebbe tenersi a giorni. L’incontro del dicembre 2008 ha avuto per oggetto lo “Stato di attuazione delle attività di messa in sicurezza d’emergenza e di caratterizzazione sul sito da bonificare dell’Area industriale della Val Basento ubicata nella provincia di Matera”.
A leggere i verbali appare evidente che, a quasi otto anni dall’istituzione del Sito e ad oltre 6 anni dalla perimetrazione(D.M. 26 febbraio 2002) dello stesso, la bonifica resta una chimera. Non a caso nel verbale del dicembre 2008 si parla ancora di interventi di messa in sicurezza d’emergenza da effettuare e di attività di caratterizzazione, vale a dire la fase che consente di esprimere una valutazione sul livello di inquinamento.
Tra le aree da Bonificare presenti all’interno del Sin della Val Basento troviamo l’area della Ex-Materit, oggi di proprietà del Comune di Ferrandina.
Ecco cosa scrive il Ministero dell’Ambiente in relazione all’area Materit, azienda che per lungo tempo ha prodotto manufatti in amianto: “Si sollecita l’attivazione di un intervento di messa in sicurezza d’emergenza della falda, alla luce della contaminazione da amianto riscontrata nei suoli; si sollecita l’attivazione di un intervento di messa in sicurezza d’emergenza della falda, alla luce della contaminazione dei parametri Manganese, Esaclorobutadiene e Tricloroetilene riscontrato nelle medesime acque sotterranee”.
Per quanto ne sappiamo entrambi gli interventi, ad un anno di distanza, non sono stati ancora eseguiti. In compenso, abbiamo potuto documentare che nei pressi dell’area Materit è sorta una piccola discarica abusiva, e a pochi metri in linea d’area dallo stabilimento, dichiarato zona off-limits con tanto di cartelli con simboli e frasi inquietanti, c’è un campo coltivato a grano. Grano alla trielina, immaginiamo!
Altra area in attesa di bonifica è quella dove sorge lo stabilimento della Mythen, insediatosi là dove un tempo sorgeva la Liquichimica, sempre in località Ferrandina. Lo stabilimento è ubicato a ridosso della cosiddetta “area diaframmata”, una perfetta replica, per i veleni contenuti, della vasca Fosfogessi di Tito scalo.
Gioverà segnalare ai titolari della Mythen spa, che, nel dicembre 2008, il Ministero sollecitava l’attivazione di un intervento di messa in sicurezza d’emergenza della falda e la realizzazione di una barriera idraulica per impedire la diffusione della contaminazione. Lo stesso Ministero, inoltre, riteneva opportuno ricordare alla Mythen che, in base alle disposizioni comunitarie, le acque di falda emunte devono essere considerate rifiuti liquidi e trattati in conformità alla vigente normativa.
Anche nel caso della Mythen, sembrerebbe che le richieste formulate dal Ministero dell’Ambiente siano rimaste inascoltate.
In una prossima puntata conto di soffermarmi sull’area diaframmata e sull’area Tecnoparco.


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