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Uranio killer. è guerra dei dati il Pd: è ora di sapere la verità

• da L'Unità del 4 gennaio 2010

di Davide Madeddu

Due iniziative parlamentari per affrontare un unico argomento: i problemi delle vittime dell`uranio impoverito. O meglio, da una parte l`istituzione di una commissione d`inchiesta sul fenomeno uranio impoverito, dall`altra una richiesta di chiarimenti sul numero di militari che si sono ammalati o sono morti a causa dell`uranio impoverito o per malattie che si sono presentate dopo le missioni o il servizio prestato in aree di guerra. Finisce ancora una volta in Parlamento, come nelle precedenti legislature, il caso dei militari costretti a combattere contro le malattie che hanno scoperto di avere al ritorno da missioni in teatri di guerra o dopo esercitazioni in aree militari. A cercare di fare luce sono i parlamentari iscritti al Partito democratico che a dicembre hanno presentato prima una proposta di legge per l`istituzione di una Commissione d`inchiesta, poi una interrogazione al ministro della Difesa Ignazio La Russa.

BINARI PARALLELI

Richieste che, seppur viaggiando su binari paralleli, come spiegano i parlamentari, hanno lo stesso obiettivo: fare «chiarezza». Compito della Commissione d`inchiesta sarà, come spiegano i promotori dell`iniziativa, quello indagare sui «casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato alle dipendenze dei ministeri della Difesa e dell`Interno, che ha svolto il proprio servizio presso gli enti e i reparti delle Forze armate e delle Forze di polizia a partire dal 1980, con particolare attenzione agli effetti dell`utilizzo di proiettili all`uranio impoverito e della dispersione nell`ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico». La Commissione dovrebbe poi lavorare seguendo il filone tracciato nelle precedenti legislature dalle altre Commissioni parlamentari d`inchiesta istituite proprio per esaminare e affrontare il problema dei militari ammalati e di quelli che sono morti dopo aver scoperto di essere ammalati.

ASSOCIAZIONI

Non è comunque tutto. Un punto su cui i parlamentari, ma anche le associazioni, con in testa l`Anavfaf di Falco Accame, ex ammiraglio della marina ed ex parlamentare del centrosinistra, chiedono chiarimento riguarda i dati relativi al numero di militari ammalati. Una sorta di "guerra dei numeri" disputata tra dati ufficiali e ufficiosi che riguarderebbe il numero di coloro che, tra civili o militari si sono ammalati durante le missioni o per cause di servizio. «I numeri ufficiali sono quelli del ministro Parisi che aveva parlato di 312 malati e 77 morti e quelli elaborati dal Goi, il gruppo operativo interforze sulla sanità militare che parla di 1991 ammalati e 115 morti - spiega Falco Accame.

SCENARIO

In questo scenario ci sono poi i numeri non ufficiali che parlano di 2500 ammalati e 150 morti. Dubbi che i parlamentari Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Elisabetta Zamparutti, Coscioni, Gianni Farina, Rita Bernardini e Matteo Mecacci sperano possano essere fugati con l`interrogazione presentata il 23 dicembre. Partendo dall`elenco, pubblicato dall`associazione Anavav Faf sui 76 militari morti per «presunta contaminazione da uranio impoverito» e ricordando che «esistono documenti dai quali risultano 174 casi di militari morti e oltre 2.500 casi di militari affetti dalle citate patologie» i parlamentari chiedono di conoscere «quanti siano i militari italiani morti e malati per le patologie connesse all`uranio impoverito, reduci da tutte le missioni internazionali che si sono svolte dal 1980 ad oggi, e quanti morti o malati per le stesse patologie abbiano invece prestato la loro opera nei poligoni presenti sul territorio nazionale». Perché, a leggere il documento dei parlamentari «tali dati non comprenderebbero il personale non più in servizio al momento della morte e della malattia perché congedato o in pensione nonché mancherebbero i reduci della guerra del Golfo, della missione in Somalia, della missione in Bosnia e tutto il personale impiegato nei poligoni, su tutti quelli della Sardegna (Capo Frasca, Capo Teulada, Salto di Quirra)». Le iniziative non si fermano comunque qui. Per oggi e a Lecce è prevista un`iniziativa dell`Associazione Vittime uranio (il sito internet è www.vittimeuranio.com).
 



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