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Il principe Carlo scese in campo per bloccare la guerra di Blair

• da Il Messaggero del 4 gennaio 2010

Il principe Carlo era così convinto che Tony Blair sbagliasse a portare la Gran Bretagna in guerra in Iraq che ruppe il tradizionale silenzio della Corona britannica sulle scelte del governo e fece un’attiva campagna contro l ’ i ntervento bellico. È stato il News of the World a rivelare ieri come il principe di Galles avesse manifestato a rappresentanti del mondo politico la sua opposizione alla guerra in Iraq e come avesse anche ironizzato sul premier Blair denominandolo «il nostro glorioso leader».
Il tabloid, che dice di basarsi su «inappuntabili fonti interne», descrive come una «attiva campagna contro l’invasione» quella condotta dall’erede al trono, che accusò il presidente americano George W. Bush di aver dato il via a un intervento partendo da sbagliate informazioni di intelligence.

Inoltre, secondo Carlo, l’invasione avrebbe avuto il risultato di inasprire le tensioni nella regione. Carlo puntò il dito anche contro gli altri leader occidentali per non aver voluto mettere mano al conflitto i sraelo-palestinese, cioè quello che, a suo parere, era la vera miccia dell’instabilità mediorientale.

Le rivelazioni sulla opposizione di Carlo alla guerra giungono all’indomani di critiche analoghe alle scelte di Blair espresse con inedita durezza dal predecessore, il conservatore John Major, secondo cui il modo in cui fu condotto l’intervento bellico del 2003 ha fatto più danni alla verità nel sistema politico britannico di quanti non ne abbia fatti lo scandalo sulle spese parlamentari. «Cresce il sospetto che la ragione dell’invasione fosse il cambio di regime piuttosto che le armi di distruzione di massa», ha detto Major.

Sull’argomento, a partire da febbraio, Blair e i suoi ex ministri testimonieranno dinanzi alla commissione d’inchiesta guidata da
John Chilcot.

Anche il principe Carlo, comunque «pensava che il premier stesse commettendo un grave errore ed illustrò chiaramente la propria posizione a personaggi influenti e a politici», scrive il News of the

World dando voce a una «fonte autorevole». «Riteneva che inviare là le nostre truppe sarebbe stato un disastro e si è poi visto che era nel giusto».

Nel mirino del principe di Galles, comunque, ancora più di Blair c’era Bush, che secondo la fonte citata dal tabloid, «lo terrorizzava».

Inoltre il suo vero auspicio era che la comunità internazionale indirizzasse i suoi sforzi sulla soluzione del conflitto tra israeliani e palestinesi, «il veleno - diceva - che sta corrompendo il punto di vista di tutti a proposito dell’Islam».

Resta il fatto, prosegue la fonte, che «naturalmente Sua Altezza reale sostiene in maniera convinta i nostri ragazzi al fronte. Ha due figli militari e la famiglia reale è intrinsecamente legata alle forze armate».



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