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Il Pd non sbroglia il pasticcio pugliese, Bersani assente ingiustificato

• da Il Foglio del 5 gennaio 2010

di Alessandra Sardoni

Due giorni di tempo e un mandato pieno a Francesco Boccia, il deputato lettiano e pugliese già sfidante di Nichi Vendola (e sconfitto) alle primarie del 2005. Obiettivo: costruire sulla sua candidatura alla presidenza della Puglia un`alleanza larga, dalla Sinistra vendoliana a quel Pier Ferdinando Casini che pure, meno di 48 ore fa, di lui aveva detto: "Mi sembra debole" (traduzione fair del concetto "non ha l`appoggio neppure dell`intero Pd"). La riunione dei parlamentari pugliesi del Partito democratico - oltre a Boccia, Anna Paola Concia, Nicola Latorre, Alberto Maritati, e il dalemiano Vico e del segretario regionale Sergio Blasi chez Enrico Letta (vicesegretario) e Maurizio Migliavacca (coordinatore della segreteria) ha prodotto ieri il nome con cui tentare di sbloccare l`impasse nella regione. "Sentirò tutti, anche Vendola", promette il candidato esploratore sperando che, per il bene della Puglia, il governatore uscente possa fare il sospirato passo indietro. Una speranza remota secondo alcuni partecipanti alla riunione e anche per l`Udc che si prepara, forse oggi ufficialmente, a porre il ritiro di Vendola dalla corsa come condizione per il proprio appoggio a Boccia. "Non ci piace questo gioco del cerino" dicono i centristi che, corteggiatissimi dal centrodestra, hanno tuttavia offerto a Enrico Letta l`apertura sufficiente per tentare la candidatura del suo fedelissimo. Nonostante il vertice, nessuno nasconde il permanere dell`instabilità nel quadro pugliese. Incertezza provata, commenta qualcuno, anche dall`assenza del segretario Pier Luigi Bersani. Lo staff la dipinge come funzionale alla possibilità di una seconda mossa, di una sintesi finale, ma fuori dalle stanze di segreteria ci sono dubbi: l`assenza ha infatti generato stupore e fastidio direttamente proporzionali alla distanza in miglia. Bersani è stato in vacanza a New York per tutte le ferie natalizie ed è atterrato a Malpensa mentre il vertice stava per cominciare nella capitale. "Chi l`ha detto che se uno viene a Roma automaticamente incontra il segretario?" era stata fin dal mattino la domanda retorica con cui lo stretto entourage aveva difeso la strategia della distanza. Nell`understatement bersaniano c`è il tentativo, arduo e un po` retro, di ridare autorevolezza diradando gli interventi del segretario e di ridurre a "questioni locali" la portata, del pasticcio pugliese: lo scontro tra Vendola e il sindaco di Bari Michele Emiliano che aveva sognato la candidatura, ma solo in cambio di una legge con cui restare in carica fino all`ultimo. Pasticcio lasciato finora nelle mani di Massimo D`Alema e oggi in quelle di Letta. Pasticcio contagioso a sentire l`area romana della ex mozione Ignazio Marino: "Il Lazio è diventato la succursale della Puglia, non c`è gestione. Dov`è il segretario?", tuonano in molti. Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, è andato in vacanza staccando i telefoni, stanco di smentire le ipotesi di una propria candidatura. Aveva detto di no, poi di si, ma solo a patto di un`alleanza certa con l`Udc, alleanza che oggi sembra molto a rischio, dunque ha ridetto no. Bersani lo ha sentito solo una volta venti giorni fa, poi silenzio. A parte un totonomi dal sapore futurista che pesca dalla comunità di Sant`Egidio agli ospiti di Ballarò (oggi l`economista Loretta Napoleoni) sembra che molti sperino nei Radicali: "Se i Radicali candideranno Emma Bonino forse finiranno i nostri guai... Potremmo stare con loro" si sussurra nel Pd romano.



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