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Il Pd rilancia Boccia ma dall'Udc è gelo

• da Il manifesto del 5 gennaio 2010

di Daniela Preziosi

Il primo uscire dagli ascensori di Sant`Andrea delle Fratte, la sede Pd, è il democristianissimo Gero Grassi: si cuce la bocca ma sfoggia un sorriso enigmatico:è tra quelli che sosterrebbero Vendola, potendo. Poi sfila un altro gruppetto di `pro Vendola`, Paola Concia in testa. Poi Alberto Maritati, il magistrato che rappresenta i deputati pugliesi. Annunciano insieme che il summit Pd (dirigenti nazionali e pugliesi) ha affidato un «mandato esplorativo» a Francesco Boccia, giovane deputato prodiano di osservanza lettiana (nel senso di Enrico Letta). Ma è una novità vecchia almeno come l`anno appena finito: Boccia, il pugliese che già nel 2005 ha sfidato Vendola alle primarie, perdendo, è un candidato per così dire «in sonno» da mesi. Se n`è stato fuori dalla mischia in attesa che i due litiganti (il sindaco Emiliano e il governatore uscente) si impallinassero a vicenda. Peccato che nel frattempo Pierferdinado Casini ha impallinato già lui dicendo che è un candidato «deboluccio». Insomma, a lui l`Udc ha già detto un mezzo nì che con ogni probabilità stamattina diventerà un no cortese ma irremovibile, alla riunione romana del soviet democristiano, pari pari quella del Pd, dirigenti nazionali più pugliesi. L`estremo centro ha fatto di tutto per allearsi con il Pd in Puglia, Si è disposta a tutto tranne a fare le due cose più semplici: votare Vendola, e perdere. La riunione di ieri, quindi, ci ha messo tre ore per guadagnare un altro paio di giorni: 36-48 ore di «mandato esplorativo» dicono le avampattuglie, subito dopo smentite da Maurizio Migliavacca, che si presenta alle telecamere con Boccia e Sergio Blasi, l`estroverso patron della festa della Taranta di Melpignano fortunosamente diventato segretario dei Pd regionale, oggi alle prese .col ragnaccio più peloso e nero della sua vita. Boccia ha un «mandato pieno», dice il responsabile dell`organizzazione - insomma è una candidatura in potenza - e con lui Blasi, per «ricercare e costruire attorno a sé le condizioni politiche e programmatiche di un`ampia alleanza da proporre agli organismi dirigenti del partito nei tempi più brevi possibili». Una scelta, leggi bene, «in coerenza con la strategia nazionale del Pd tesa a costruire in tutte le regioni nuove e ampie alleanza programmatiche». Ovvero il punto è, o almeno sembra, che è meglio perdere piuttosto che non allearsi con l`Udc. Boccia spiega subito che farà una esplorazione di tutti gli alleati. Ma non dovrà sforzarsi troppo: oggi l`Udc emetterà il verdetto, nel pomeriggio Di Pietro volerà a Bari per una conferenza stampa, e parlerà. Boccia ostenta ottimismo: «Parlerò con Vendola, ci confronteremo sui contenuti confidando di parlare del bene della Puglia e dei pugliesi e non di alchimie tattiche». In realtà ha già chiamato Vendola con l`intenzione di chiedergli un incontro, ma fino a tarda sera il governatore - che si è preso qualche giorno di vacanza a Budapest - non gli ha voluto neanche rispondere. La posizione di Vendola del resto è nota e non sì schioda: chi vuole candidarsi nel centrosinistra provi prima a sconfiggerlo alle primarie. E se Maritati dice che «le primarie non sono ancora escluse», fin qui però Boccia ha sostenuto che non intende sottoporvisi se non con una «piena investitura della coalizione»: ma la frase stessa non sta in piedi, è in chiaro contrasto con l`idea stessa di primarie di coalizione. La cronaca di un una matassa così imbrogliata rischia di essere un imbroglio peggiore. In sostanza Pd manda avanti Boccia per vedere l`effetto che fa. Con la probabilità di farsi dire no dall`Udc, un no pure non facilissimo da motivare però, il giovane deputato è un centrista doc. E con la, possibilità di doversi riacconciare su Vendola, dopo averne bombardato il quartier generale: una soluzione che avrebbe del paradossale. Alla riunione brillava l`assenza polemica del sindaco Michele Emiliano, che aveva costruito intorno a sé - e solo intorno a sé - la nuova alleanza fra Pd, Udc, Idv e Io Sud di Adriana Poli Bortone (la prima a sfilarsi dal caravanserraglio democratico e a tornare a casa, firmando l`accordo con il Pdl). Ma, conoscendo il personaggio, non è detto che sia del tutto uscito di scena. Non c`era neanche il segretario Bersani, appena di ritorno dalle vacanze natalizie. La riunione è riaggiornata a giovedì 7, dopo l`Epifania, ma si parlerà anche di Umbria (c`è guerra tra la dalemiana Lorenzetti e il veltroniano Agostini), Campania (c`è guerra fra candidati), Calabria (alle primarie si prentano quattro bersanianai), e Lazio (non si trova il candiadato: le regioni in cui le divisioni del Pd rischiano di compromettere l`esito del voto. A proposito del Lazio, mentre Boccia presentava la sua candidatura nell`atrio della sede del Pd, i funzionari del palazzo trattengono a stento un tipo vestito da befana che suona un campanaccio: è venuto lì in mezzo a un gruppo di militanti (molti si dichiarano democratici ma li guida Luisa Laurelli, di Sinistra e libertà) per consegnare il carbone al segretario, una scopetta «per fare pulizia», e chiedere che si facciano le primarie dappertutto, «per restituire la voce ai cittadini». Tocca al capo dell`organizzazione Nichi Stumpo raccogliere le richieste e le carabattole. E mezzo impegnarsi a fare le primarie. Ma anche per quelle bisogna trovare un candidato. Nel Lazio c`è addirittura il rischio che Emma Bonino si candidi autonomamente e si prenda i voti dei democratici. L`ha buttata là Marco Pannella nel week end, una provocazione, certo, ma mica uno scherzo.



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