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Come sopravvivere a 80 giorni di sgambetti e sospetti

• da Il Messaggero del 5 gennaio 2010

di Mario Ajello

Politicamente marzo è già qui e il voto delle regionali sarà l’unico - una sorta di elezioni di mid-term, come si dice in America - prima della fine della legislatura nel 2013. Fra 80 giorni insomma si ridisegnerà la mappa del potere locale e nazionale in Italia. Ecco la road map, e tutto ciò che bisogna sapere, per arrivare vivi all’ennesimo plebiscito su Berlusconi - se lo vince, avrà davvero l’Italia in pugno - e per non sprecare il proprio voto.

SONDAGGI.

Prenderli, ovviamente, con le molle. Visto che i sondaggisti - anche se non sono stati citati nella requisitoria anti-maghi pronunciata l’altro giorno da Papa Ratzinger - somigliano agli economisti in fatto di previsioni sbagliate. E comunque. Al momento, il centro-sinistra governa in 11 delle 13 regioni in cui si vota e i pronostici più edulcorati dicono che si arriverà a una sorta di pareggio: 7 regioni a 6 per una delle due parti politiche. Se fossimo nel Pd, metteremmo una bella firmona - più un cero acceso alla Madonna, quella vera e non la Madonnina che ha costretto il Cavaliere a incerottarsi il naso - su un risultato così.

FRATELLI-COLTELLI.

Centro-destra super favorito, ma... La competizione fra Berlusconi e Fini - a quest’ultimo sono riconducibili le due candidature forti del Pdl: il calabrese Scopelliti e la Polverini nel Lazio - potrà risolversi in un rafforzamento del presidente della Camera, in caso di vittoria dei suoi pupilli. Oppure, nel caso opposto, scatenerà l’ira del Cavaliere tramite recriminazioni del tipo: «Abbiamo perso e la colpa è di Fini!».

BERSANI ADIEU?

Pier Ferdinando Casini sostiene che la minoranza interna del Pd sta remando contro il segretario alle regionali. Di fatto, il penultimo leader dei democrat, Veltroni, proprio a causa delle regionali saltò in seguito alla recente sconfitta in Sardegna. E sempre per colpa di un flop alle regionali, dieci anni fa, D’Alema si dimise da premier.

WEB.

Il centro-sinistra, indeciso su chi puntare, è tempestato dalle proteste della base che ”chiama” - «La base non chiama!», è la famosa scenetta televisiva di «Avanzi» sul difficile rapporto fra popolo e partito - e specie on-line, o inviando come è accaduto ieri una Befana alla sede nazionale del Pd, chiede ovunque lo svolgimento delle primarie. E avanza anche candidature autogestite: come quelle dell’economista Loretta Napoleoni, o di Renato Nicolini, o di Emma Bonino. Che ieri ha deciso di scendere in campo, nel Lazio, ma per i Radicali. Sarà una avversaria tosta per la Polverini; polarizzerà il duello al femminile - donna laica contro donna cattolica, entrambe trasversali - e toglierà molti voti al Pd. Dando anche un’alternativa a quelli che a sinistra, in mancanza di meglio, già sussurrano nei salotti questo slogan frondista: «Quasiquasipolverini».

STRANORD.

Temutissima da Berlusconi, e riconosciuta anche da Alemanno, la possibilità che al Nord la Lega faccia il pienone a scapito del Pdl. Quindi, sarà una gara a cannibalizz arsi a vicenda, e se i voti di lista per il Carroccio risulteranno più di quelli per il Predellino, la golden share nel governo nazionale sarà sempre più nelle mani di Bossi. Ed è immaginabile quanto Fini darà la colpa a Berlusconi e quanto Berlusconi la darà a Fini. Accusandolo, per via delle sue continue dichiarazioni di critica alla «monarchia» di Silvio, di aver creato disunione nel partito e smarrimento nell’elettorato Pdl.

TERZAFORZISMO.

L’Udc ha il vento in poppa. Lo usa tutto per sè, ad esempio puntando su un proprio candidato in Veneto (De Poli). Ma può anche dare una mano a Bersani, per esempio nel Lazio se trovano un candidato comune e soprattutto in Puglia: che può diventare, o meno, il laboratorio di un’intesa nazionale fra Udc e Pd.

PARACADUTE.

Utensile tipico di queste regionali. Mi candido, solo se si fa una legge che mi permette di restare sindaco di Bari (dice Emiliano). Mi candido, solo se si predefinisce un’alleanza che va dall’Udc alla sinistra radicale (dice Zingaretti).

DIALOGO.

I media, per caritĂ  di patria, si stanno sforzando di credere che esiste giĂ . In realtĂ  comincerĂ  - se mai comincerĂ  - soltanto fra ottanta giorni, dopo la grande guerra regione per regione.
 



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