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Caos Pd: sì a Boccia, primarie, Vendola...

• da Liberazione del 5 gennaio 2010

di Carlo Magi

Ancora 36-48 ore per decidere. Cosa, non si capisce ancora. Perché la riunione di ieri, che doveva essere quella decisiva per sciogliere il nodo Puglia, è servita solamente a prendere altro tempo. Tempo consegnato al deputato Francesco Boccia, da molti indicato come alternativa a Michele Emiliano per scalzare Nichi Vendola dal trono, che avrà il «mandato pieno» per «costruire attorno a sé una coalizione, la più ampia possibile, che vada dall`Udc a Sinistra e libertà». Che questo significhi che il Pd conti su di lui anche per le urne, non è dato sapere per certo. Il responsabile dell`organizzazione Maurizio Migliavacca si limita a sottolineare il «pieno mandato» per l`onorevole, già sconfitto da Nichi Vendola nelle primarie del 2005 che poi portarono il leader di Sei a sfidare e battere il berlusconiano Raffaele Fitto. Ma alla riunione di ieri erano presenti sì Migliavacca, sì Enrico Letta, di cui Boccia è un fedelissimo, sì i vertici del Pd pugliese ma non il segretario Pierluigi Bersani che avrebbe così ancora da spendere la fatidica ultima parola. Ad alimentare l`incertezza concorrono le precisazioni del senatore Alberto Maritati, che con altri parlamentari democratici ha partecipato all`incontro: «Il partito continua a non escludere il ricorso alle primarie per verificare quale sia il candidato vincente alla prossima tornata elettorale». Non solo: come si affrettano a precisare sia Paola Concia che lo stesso Maritati: «Né Vendola né Emiliano sono esclusi dalla corsa. Così come non sono escluse le primarie». Insomma, chi ci capisce qualcosa è bravo. Chi sta perdendo la pazienza è invece l`Udc, nodo cruciale di tutta la partita. La ferrea volontà dei democratici di far recedere Vendola dalle sue posizioni è data esclusiva- mente dal fatto che i centristi hanno posto il veto sul suo nome. Vista però l`impasse che regna da quelle parti, il partito di Casini inizia ad alzare i toni: «In silenzio abbiamo aspettato, noi dirigenti regionali dell`Udc, di capire quanto venisse compreso all`interno del Pd lo sforzo di D`Alema e Casini per mettere su una coalizione per il Sud. Dobbiamo prendere atto, con amarezza, che lo sforzo non è stato assolutamente capito da ampi strati del Pd per cui dobbiamo parlare del suo fallimento» afferma il deputato Angelo Cera. «Il Pd - conclude Cera - si carichi di questa responsabilità e si consegni a Vendola. Per quanto ci riguarda non possiamo attribuirci colpe. L`unica probabilmente di cui possiamo batterci il petto è di aver dato credito a chi rimane fondamentalmente antidemocristiano e comunista. E di questi strati, purtroppo, amaramente il Pd è pieno». Rincara la dose Maurizio Ronconi, responsabile nazionale enti locali dell`Udc: «La questione inizia ad essere imbarazzante per chi ha immaginato la possibilità di aprire un sereno ma costruttivo confronto programmatico. Quello che è certo è che dopo la sconfitta elettorale del 2008 il Pd si dimostra immaturo per un`alternativa di governo». L`Udc si riunirà questa mattina per dare una risposta definitiva sulla tormentata Regione e chissà che le sirene di Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce nonché leader del movimento Io Sud, non producano una coalizione con il suo nome che vada dal Pdl all`Udc. C`è da dire che il Pd le sta provando tutte per non lasciarsi scappare l`ambito scalpo di Casini. Candidare un lettiano, già perdente in Puglia, provocando quasi sicuramente il distacco da Vendola che comunque il suo elettorato ce l`ha, sa tanto di altare sacrificale: la Puglia in cambio di un`alleanza politica di più ampio respiro per provare, prima o poi, a cacciare il governo Berlusconi. Avrà il suo bel daffare Boccia a districare la matassa. Per il momento si limita a lanciare segnali all`alleato-ex nemico- probabile sfidante Nichi Vendola: «Con Vendola ci confronteremo sui numeri e sui contenuti e confidiamo che la decisione si basi sul bene della Puglia e non su alchimie e tattiche che non ci porterebbero da nessuna parte». Dalla Puglia al Lazio, il risultato non cambia: mentre il Pd riunito riceve la visita della Befana in cerca di primarie, i Radicali capiscono la malparata e rompono gli indugi. Oltre a Renata Polverini per il Pdl e a mister o miss X per il Pd, in lizza per il dopo Marrazzo ci sarà pure Emma Bonino. Una candidatura forte che, seppur indicata dalla sola lista Bonino-Pannella, ruberà sicuramente molti voti ai democrats. Dopo la Puglia ieri. giovedì sarà la volta di Calabria, Campania e Lazio, oggetto di una riunione di partito a cui dovrebbe essere presente pure Bersani. Sì perché anche in Calabria le acque continuano a essere agitate, stante la decisione di andare alle primarie, ma con ben 4 candidati tutti di area bersaniana. E che dire dell`Umbria? In una delle (poche) regioni rimaste sicuramente in mano al centro-sinistra, il Pd continua a dare spettacolo: l`area franceschiniana del partito si oppone infatti alla candidatura di Maria Rita Lorenzetti perché sarebbe la terza consecutiva. Un`obiezione legittima che però ancora una volta esce in pubblico con toni accesi e accuse reciproche fra bersaniani e franceschiniani. La stella polare era e rimane quella che indica ancora ieri il giovane Letta: «II nostro problema è che da soli e con i voti delle europee saremmo competitivi solo in tre regioni su tredici: quindi, alleanze larghe». Dall`Udc a Sinistra e Libertà, passando per Di Pietro. Sì, ma chi ci starà?



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