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Bersani prende tempo intanto il partito affonda

• da L'Opinione del 5 gennaio 2010

di Aldo Torchiaro

Finite le feste, i Democratici devono accantonare in fretta le tavolate imbandite e farsi passare la sbornia dei brindisi augurali. Il nuovo anno d`altronde non comincia bene, per loro: si apre cori la prospettiva che di rosso, nelle regioni italiane, rimarrà solo il vino. il ritorno al lavoro ha un sapore amaro, a soli ottanta giorni dal voto per le regionali, quando non vi sono due funzionari del Pd che hanno la stessa idea sulle candidature da portare avanti. Ed è un dato che Pierluigi Bersani prende per le corna, e sul quale ha incentrato ieri il suo duro richiamo in direzione: bene l`autonomia locale, che da statuto vuole il partito "protagonista unico delle scelte regionali", ma di fronte all`incapacità manifesta si ritorna al centralismo democratico. Occorrono tempi stretti e compattezza. Due caratteristiche che il Pd fatica a conoscere, per il momento. "Ma non dobbiamo avere fretta, l`importante è vincere a marzo", si è premurato di precisare ieri il segretario. La corsa però è già iniziata ed è di fronte all`organizzazione del Popolo delle libertà che il partito di Bersani va in crisi: la candidata del Pdl, Renata Polverini, si incontra ad ogni passo sui muri della capitale, indossa una giacca rossa sopra un sorriso bianco e non dispone di simboli di partito. Prenderà voti da destra, dal centro e da sinistra. Tanti che non le occorrerà strafare, in campagna elettorale: non vi è un sondaggio che non le consegni le chiavi della regione, quasi già in tasca. Lo stato confusionale del Pd gioca a suo vantaggio. L`attuale reggente Esterino Montino ha preso talmente gusto al gioco che vorrebbe essere candidato formalmente dal suo partito, che non ne vuol sapere. II giovane presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha fiutato la polpetta avvelenata quel tanto che gli è bastato a prenderne vistosamente le distanze: "Non vi sono le condizioni politiche di base", ha detto, "per una candidatura alla presidenza della regione Lazio". Le condizioni anzi sono talmente avverse che vi è chi ha fatto il nome di Giovanna Melandri, chi quello di Emma Bonino. Sembrerà iperbolica, ma vi è anche una terza ipotesi, quella di Wladimir Luxuria, che qualche giovane di area Pd caldeggia fino a promuoverla sul web. Burloni, sulla scia del caso Marrazzo? Può darsi. Ma a differenza delle prime due, Vladimiro Guadagno ha un seguito esterno alla politica, grazie ad una presenza mediatica straordinaria. E si sa, tanto peggio tanto meglio: se si deve perdere, e il Pd ha in mano i sondaggi dell`ultima settimana, si perda gridando al mondo che si è avuto il coraggio di candidare un outsider. Ufficialmente il segretario regionale del Pd del Lazio, Mazzoli, fa buon viso a cattivo gioco: "Il Pd ribadisce il suo impegno per realizzare una nuova e più larga alleanza politica fondata su progetti importanti e concreti per il futuro del Lazio. Chiederò un incontro all`Udc per scambiarci e confrontare idee sullo sviluppo della regione e verificare i termini di una auspicabile intesa". Peccato che l`Udc abbia preso la sua decisione: nel Lazio l`appoggio è per Renata Polverini, checché dica e speri il Pd, per il quale la partita è persa. Andrà meglio altrove? In Puglia prendono tempo: a Bersani i pugliesi hanno chiesto ancora 36-48 ore per sciogliere il nodo della candidatura alla presidenza. Occorre una nuova `pausa di riflessione` per risolvere l`impasse, hanno detto al segretario, mentre viaggiano verso un commissariamento vero e proprio. L`incontro di ieri, coordinato dal responsabile dell`organizzazione Maurizio Migliavacca e dal vicesegretario Enrico letta ha affidato un `mandato esplorativo` al deputato pugliese Francesco Boccia per valutarela percorribilità di un`alleanza larga che vada dall`Udc a Sinistra e Liberia. Il senatore Alberto Maritati, che con altri parlamentari democratici ha partecipato, all`incontro, ha riferito che il partito continua a non escludere il ricorso alle primarie per verificare quale sia il candidato vincente alla prossima tornata elettorale. Dì primarie si parla anche nel Lazio, dove potrebbero candidarsi l`ex ministro Alessandro Bianchi e l`inventore dell`Estate romana Renato Nicolini. Come se non bastasse, anche qui I`Idv minaccia, "se il Pd non trova un candidato in tempi brevi", di indicare da sé un ticket: "Io nel Lazio penso a Ignazio Marino o a Mario Adinolfi",-ha detto il coordinatore regionale Idv Stefano Pedica. Già, Italia dei Valori. Le disgrazie non vengono mai sole: i Democratici devono individuare candidati che vadano a genio agli amici di Di Pietro. In Calabria, dove la situazione è fuori controllo e ormai esplosiva, questi ultimi correranno da soli, candidando il re del tonno, Callipo, per la sola lista Idv, contro il Pd (intanto il giovane deputato Francesco Boccia ha avuto un mandato esplorativo per trovare un candidato comune). Il risultato? Una mattanza. Dopo la Campania, il Lazio, la Puglia, anche la Calabria è data dai sondaggi in quota al centrodestra.



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