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Telecomgate, Mellano e Manfredi: gravissima decisione di Berlusconi di apporre segreto di Stato sui rapporti tra servizi segreti e Telecom.
...quella interrogazione del deputato Capezzone...

5 gennaio 2010

Dichiarazione di Bruno Mellano (presidente di Radicali Italiani) e di Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):

Riteniamo gravissima la decisione del Presidente del Consiglio di apporre il segreto di Stato sui rapporti intercorsi fra Telecom e l’ex numero tre del controspionaggio militare (Sismi), Marco Mancini. Viene in tal modo negata alla radice, innanzitutto, la possibilità per la Procura di Milano di verificare gli addebiti mossi a Mancini (in concorso con Giuliano Tavaroli, l’ex capo della divisione Security di Telecom e Pirelli) rispetto alla raccolta di dossier illegali. Ma anche viene negata la possibilità per i cittadini italiani di conoscere la natura dei rapporti intercorsi negli ultimi quindici anni tra il controspionaggio militare e il settore delle telecomunicazioni, un settore cruciale per una corretta vita democratica, in Italia sempre più teorica. E recentemente la Presidenza del Consiglio ha confermato il segreto di Stato sull’archivio d’informazioni raccolto da Pio Pompa nell’ufficio di via Nazionale.

Noi radicali non ci svegliamo certo adesso, solo per dir male di Berlusconi; il 19 luglio 2006 presentammo un’interrogazione all’allora governo Prodi (Capezzone/Mellano, 4-00629), in cui si chiedeva “se vi siano state attività dei servizi di sicurezza della Repubblica italiana riconducibili alla vicenda Telekom Serbia”. Un anno dopo (il 14 giugno 2007, decennale dell’affaire Telekom Serbia), non avendo ricevuto risposta, ne presentammo una seconda interrogazione (Mellano, 4-04035), con la quale - sulla scorta di una copiosa rassegna stampa relativa ad attività di intercettazione e investigazione compiute da membri della Security Pirelli/Telecom - si richiedeva, all’allora ministro degli Interni Giuliano Amato, di sapere “se vi siano state in passato attività dei servizi di sicurezza della Repubblica italiana riconducibili alla vicenda Telekom Serbia, a partire dal 1° gennaio 1994 ma con particolare riguardo al periodo che va dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic (ottobre 2000) ai giorni nostri; in caso affermativo, quali siano state queste attività”.

Non sappiamo se l’attuale portavoce del Popolo della Libertà Daniele Capezzone condivida ancora le posizioni dell’allora deputato radicale Daniele Capezzone. Noi non abbiamo cambiato idea.”.

Roma, 5 gennaio 2010

 

 

 

http://forum.radicali.it/content/telecomgate-lennesima-guerra-fra-bande-del-regime

Interrogazione n. 4-04035 del 14 giugno 2007

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA MELLANO – Al Ministro dell’interno. – Per sapere – Premesso che: - il “Corriere della Sera on line” del 26 settembre 2006 (articolo “Tavaroli voleva sapere dove erano finiti i soldi pagati alla Serbia”, di P. Biondini e L. Ferrarella) riporta alcune dichiarazioni rilasciate ai PM milanesi dal signor Sergio Genchi - che si definisce “consulente economico del ministro delle Telecomunicazioni della Repubblica di Serbia dal 28 febbraio 2001 al marzo-aprile 2004” - e che, sentito in Procura come testimone per chiarire il contenuto di alcune sue conversazioni con il vicedirettore di “Libero”, Renato Farina (intercettato e indagato per favoreggiamento dei vertici Sismi nell’inchiesta sul rapimento di Abu Omar), dichiara che il capo della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli “da me voleva sapere in particolare se i soldi (pagati da Telecom Italia al regime serbo di Milosevic, ndr) erano andati a finanziare fabbriche di armi,; comunque voleva seguire il flusso completo dei soldi, comprese eventuali tangenti. Tavaroli mi disse che era interessato a fare questa operazione di concerto con le istituzioni, laddove io intesi Sismi”. E ancora: “con Pompa (Pio Pompa, tenutario dell’archivio riservato Sismi sequestrato dagli inquirenti in un ufficio di via Nazionale, a Roma, ndr) confermo di aver parlato di Tavaroli nel gennaio 2005: l’occasione era sempre comunicare a Pompa alcuni particolari sulla trattativa del riacquisto delle quote di Telekom Serbia”. Infine, Genchi dichiara: “Nell’estate 2003 Tavaroli mi disse che le “istituzioni” non erano più interessate ai documenti. Feci brutta figura con i serbi in quanto il denaro non arrivò, io non ritirai la documentazione e per un anno non andai in Serbia. Poiché Tavaroli non era più interessato, cercavo di comprendere se era interessato Farina, più che altro per salvare la faccia con i serbi”. - “L’espresso” del 23 novembre 2006 ospita un pezzo di Francesco Bonazzi, Peter Gomez e Marco Lillo dal seguente titolo “Telekom Sismi – Un uomo dei servizi dietro le prime calunnie sui leader del centrosinistra. Gestito da un colonnello che lavorava nell’ufficio di Pio Pompa. Agli ordini di Pollari”. L’articolo in questione inizia così: “Adesso il cerchio si chiude. C’è un collaboratore del Sismi dietro tutti i depistaggi del caso Telekom Serbia. E’ un esperto di codici criptati e di fibre ottiche che a partire dal 1991, e almeno fino al 2004, ha avuto rapporti continui con gli 007 che lavoravano a Roma al fianco di Pio Pompa nell’ufficio coperto di via Nazionale. Si chiama Maurizio Rizzo, è nato a …”. - “La Repubblica” del 4 febbraio 2007 riporta una lunga intervista al signor Marco Bernardini (“Aziende, giornalisti e politici; così spiavo per conto della Pirelli” di Piero Colaprico, Giuseppe D’Avanzo e Emilio Randaccio), che viene così presentato dal giornale: “Marco Bernardini è il testimone chiave dell’inchiesta sui dossier illegali raccolti dalla Security Pirelli/Telecom. Dal 5 agosto dello scorso anno a oggi, è stato interrogato quattordici volte dai pubblici ministeri di Milano. Quarantanove anni, romano, per dodici anni – racconta – ha lavorato nel Sisde come collaboratore “a contratto” prima di esserne espulso e di avviare un’agenzia privata di investigazioni, filiale italiana della Global security dell’ex agente Cia Spinelli. Per i giudici milanesi le sue dichiarazioni “sono risultate puntualmente riscontrate da dati oggettivi e documentali”. Riportiamo qui di seguito uno stralcio della suddetta intervista: “… (Bernardini) E’ in questo primo arco di tempo, primi mesi del 2001, che mi occupai di Telekom Serbija”. (“La Repubblica”) Ma Pirelli non aveva ancora conquistato Telecom Italia, che interesse aveva sapere di Telekom Serbija? Non lo so. Evidentemente avevano già deciso l’acquisizione perché mi chiesero di capire come erano girati i soldi nell’acquisto dell’azienda di Belgrado”. (“La Repubblica”) Lei, a Matrix, ha detto che sarebbe stato Marco De Benedetti a soffiare le informazioni a Repubblica per l’inchiesta Telekom Serbija … In realtà quella era una voce, un gossip che girava in azienda. Mi chiesero di controllarla e conclusi che si trattava, appunto, soltanto di una voce …”. In un pezzo di contorno, “La Repubblica” informa che “dal 1992, Bernardini diventa il referente del Sisde nei Balcani … fino a un allontanamento – il primo aprile del ’97 – che lui solo non ha mai capito, ma non ha nemmeno digerito. Tanto che ha fatto causa al Sisde …”. - Dal resoconto stenografico della puntata di “Report” (RAITRE) del 25 marzo 2007 (“Telecom: debiti e spie” di Sigfrido Ranucci): (Sigfrido Ranucci fuori campo) “Tavaroli e Cipriani avevano mostrato un forte interesse nella ricerca di tangenti come quelle presunte della Telekom Serbia” (Marco Bernardini – Investigatore privato) “A dicembre del 2000, fine dicembre del 2000, mi è stato chiesto nuovamente sia da Tavaroli e poi in una seconda battuta sempre dalla Polis d’Istinto (agenzia d’investigazioni del sig. Emanuele Cipriani) di fare degli accertamenti finalizzati a deflussi di denaro che partivano dalla Serbia, passavano per la Macedonia, si inoltravano a Cipro e poi ritornavano in Austria. (Ranucci) Quindi tangenti, per capirci? (Bernardini) “Non so se fossero tangenti. Erano dei pagamenti. Trovare documentazione riguardo determinate persone … poi nello svolgimento dell’incarico ho potuto acclarare che molti di questi erano nomi che ricomparivano poi nell’affaire Telekom Serbia” (Ranucci) Tavaroli si occupa di queste tangenti nel 2000; che interesse ha visto che Tronchetti compra la Telecom nel 2001? (Bernardini) “Chiedetelo a lui”.

Tutto ciò premesso e richiamata la precedente interrogazione a risposta scritta 4-00629, presentata dai deputati Capezzone e Mellano il 19 luglio 2006;

si interroga il Ministro dell’interno per sapere: - se vi siano state in passato attività dei servizi di sicurezza della Repubblica italiana riconducibili alla vicenda Telekom Serbia, a partire dal 1° gennaio 1994 ma con particolare riguardo al periodo che va dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic (ottobre 2000) ai giorni nostri; - in caso affermativo, quali siano state queste attività.

Roma, 13 giugno 2007 BRUNO MELLANO (deputato radicale della Rosa nel Pugno)
 



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