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Intervista a Giorgio Tonini: "Lei ha fatto bene, noi no. Ora sia leader di tutta la coalizione"

• da Il manifesto del 6 gennaio 2010

“Emma Bonino ha tutte le caratteristiche per essere la candidata del centrosinistra nel Lazio. E in primo luogo del partito democratico. Quello che non va bene è che il Pd ha rinunciato alle primarie per scegliere i candidati. Ma questo, ovviamente, non è colpa della Bonino, che si è giustamente decisa a candidarsi dopo tutte le nostre incertezze». Cattolico, veltroniano, ultrà del Pd delle origini tutto lingotto vocazione maggioritaria e primarie, a Giorgio Tonini va benissimo Bonino presidente e malissimo come il Pd non sta decidendo i candidati alle regioni. «Sarebbero stato molto meglio le primarie in ogni regione in cui non c`è un uscente che si ricandida con il largo consenso, dalla Puglia all`Umbria. Lo dice anche lo statuto. Abbiamo preso scorciatoie che si stanno rivelando strade pericolose, alcune persino senza uscita».

Arrivati a questo punto, però, Bonino, fin qui candidata dei radicali, potrebbe essere una candidata buona per il Pd e persino per tutto il centrosinistra.

Certo. Il punto è: chi lo stabilisce? Emma ha fatto una scelta limpida e trasparente, si è candidata ed ha detto: chi mi ama mi segua. Il centrosinistra chi è? Come fa a decidere? Si fa un tavolo? Non si può perché l`Udc, com`è noto, non è disponibile a sedersi attorno a un tavolo nazionale. La loro scelta politica è un`altra, prendiamone atto. Allora adesso come si fa? Si torna a fare come sempre: la questione finisce nelle stanze dei partiti. Insomma, torniamo indietro alle trattative sottobanco. Noi, sia chiaro, non la Bonino.

Come se ne esce?

Il Pd chieda a Emma di fare le primarie di coalizione, una delle prossime domeniche di gennaio, per portare i cittadini a scegliere un candidato comune per sfidare la Polverini. Che può essere battuta, ma solo attraverso una grande mobilitazione democratica. Su Emma si può, costruire uno schieramento ampio. Può vincere.

È tardi, no? Se la volevate candidata, potevate chiederle prima di partecipare alle primarie?

E certo. Ma nel Pd c`è chi voleva fare prima con metodi più sbrigativi, quelli dei cosiddetti `professionisti della politica`. Con i risultati che vediamo. Se questi sono i professionisti della politica, io dico: meglio che tornino i dilettanti.

Lei è un cattolico, Bonino è `laicissima`. Fin qui il Pd era freddo sul suo nome temendone il poco appeal fra i cattolici.

Sono molto contento di far parte dello stesso gruppo parlamentare di Emma. Il Pd non è un un partito di laici e cattolici, ma di credenti e non credenti. E sono straconvinto che Emma è capace di rappresentare tante sensibilità, di credenti e non. Certo, può avere problemi con qualche segmento del mondo cattolico. Ma non è una questione dirimente. L`incontro con i radicali va coltivato. Emma candidata per i soli radicali sarebbe per noi un passo indietro. Spero che ci siano ancora i tempi politici per costruire un`impresa comune.

C`è di mezzo l`alleanza con l`Udc, che è un orientamento politico nazionale. Il Pd fin qui ha cercato di costruire un`alleanza con Casini anche nel Lazio.

Va bene. Ma non è più tempo di costruire steccati. Fare la scelta in base a categorie tipo guelfi e ghibellini è roba medievale. Il problema è: chi può essere un bravo presidente della regione? Chi può gestire il variopinto mondo della sanità del Lazio, faccio un esempio, con il rispetto necessario per tutti ma anche con rigore, trasparenza ed economicità? Il sogno del Pd è mescolare le culture politiche in una sintesi nuova. I professionisti della politica pensano invece che questo non è possibile e che bisogna rassegnarsi ad accordi di potere tra diversi. Un modo di pensare che fa a pugni con la realtà di oggi. Che non porta a nessun frutto politico. E neanche elettorale.
 



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